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IVY


I nostri denti sbatterono quando le labbra si incontrarono tra loro con così tanto ardore. Come se avessimo riposto tutta la foga in quel bacio ; dolce, violento, disperato, prosciugante . Non fece null'altro che baciarmi, ma il gesto mi stravolse e rapì completamente, mandandomi a fuoco l'anima. Una cosa era certa, non avrei mai dimenticato la sensazione di averlo così vicino. La sua pelle virile, i suoi occhi penetranti, la sua bocca su di me.
Gioia pura per il mio cuore.

Si fermò e sogghignò in modo accattivante mentre le mie labbra cercarono ancora le sue. «Ivy...» pronunciò lentamente, come se stesse assaporando per bene il mio nome «...sbaglio o avevi detto che ti facevo schifo?» Mi fissò intensamente, seppur divertito, e a me parve che il tempo si fosse appena fermato per noi.

Soffocai un grido di rabbia.

«Da come mi baci o mi desideri...» fece schioccare la sua bocca sulla mia che però non si mosse «... sembra tutto il contrario.» Rise avvicinandosi pericolosamente.
Di nuovo. «Tu bruci al mio tocco, bambina. Forse più di prima!»

Lo guardai negli occhi ripensando alle parole che mi disse una volta...

«Probabilmente potrei lasciarti andare se solo volessi, Ivy. Sarei anche capace di seppellire il pensiero di te o l'idea di noi in qualsiasi momento io decida di farlo. Riuscirei a tirarmi indietro quando voglio. Ma la verità è che probabilmente è così che mento a me stesso pur di non perdere il mio autocontrollo quando si tratta di te. Eppure ho come la percezione che tu perseguiterai il mio cuore per molto tempo, qualunque cosa accada, e questo mi spaventa.
Mi spaventa a morte! Connettersi con te è come connettersi con una parte di me stesso che non pensavo neppure esistesse. Una parte nuova, pura, sconosciuta ma sicura. La migliore, forse.
Non ho mai conosciuto niente del genere fino al momento in cui ho incontrato te ed è per questo che posso affermare con certezza che ti amo. Ti amo profondamente con tutta quella parte pura che tu hai creato nel mio cuore e forse ti amo ancora più forte con la parte più malata e lesa che c'è dentro esso. La parte più tormentante e sofferente di me.»

Dov'era finita quella sua parte che gridava a squarciagola di amarmi?
In che zona del suo cuore mi aveva seppellita?

«Infatti.» Gli misi la mano in faccia e lo spinsi via facendolo ridere di gusto, mentre mi allontanai . «Mi fai ribrezzo !»

«Vedo, vedo.» Ribadì beffardo burlandosi sicuramente di me. «Non ho ancora finito con te.»

«Io sì.» Gli diedi ancora le spalle sentendolo sollevarsi dal letto e camminare nella direzione della porta della stanza.
Ma che diavolo!
Perché dovevo essere così innamorata di lui? Sbuffai scacciando via dal cuore quel peso che mi opprimeva l'anima, finché lo vidi rientrare. «Che cosa vuoi ancora?»

«Abbiamo lasciato una minaccia in sospeso.» Mi mostrò delle manette mentre la mia mente ripercorse vagamente ciò che mi disse qualche ora prima al lago.
Voleva giocare? Bene, l'avrei accontentato volentieri. Entrai nella parte e ghignai sollevandomi quando si piazzò dinanzi a me. Gli leccai il petto portandogli via le manette di mano mentre lo udii ansimare quando gli agganciai al polso l'acciaio. L'ardore con cui mi stava fissando mandò a fuoco la mia pelle, ma volli prenderlo in giro, proprio come lui si burlava me. Appoggiai le mani sui suoi fianchi e lo spinsi all'indietro facendolo sedere sul letto, e lui,  sorridente ed incuriosito, mi lasciò fare, permettendomi di prendere l'iniziativa per poter vedere fino a che punto sarei arrivata.

«Me lo ricordo bene.» Pronunciai salendo, allargando le gambe e sedendomi a cavalcioni sulle sue cosce prima di spingerlo giù. Mossi avanti ed indietro i fianchi sopra il suo membro, lentamente, desiderando torturarlo. Infine, feci allargare le sua braccia e gliele premetti contro il materasso avvicinando la mia bocca alla sua.

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