IVY
Una delle domestiche mi svegliò riferendomi che il nonno avesse dato ordine di prepararmi e scendere. Feci come chiese, ma giunta in fondo alla scalinata, ebbi un capogiro e dovetti sedermi sull'ultimo gradino, proprio dinanzi all'entrata principale della villa. Sospirai indolenzita, non volendo ripercorrere nella mente per alcun motivo al mondo ciò che accadde la notte precedente, altrimenti, le lacrime sarebbero scese senza una fine.
«Tesoro, devi mangiare qualcosa.» La stessa domestica mi raggiunse inchinandosi davanti a me, insistendo affinché mettessi in bocca cibo, ma io avevo lo stomaco chiuso e l'ultimo dei miei pensieri era mangiare.
Serrai le palpebre appoggiando la testa contro la parete e la ringraziai mandandola via mentre sul suo viso si dipinse un'espressione rattristata. Forse per il mio stato d'animo, o probabilmente per le mie condizioni fisiche.
Zigomo gonfio, occhio nero e labbro spaccato.
Lo zio Weston, invece, aveva portato Luna d'urgenza in ospedale costringendola a mentire sul perché avesse quegli orribili segni.
Me lo rivelò la mamma di Maddy.
La prima persona che vidi dopo lo svenimento. Che tortura....e che casino.
Non ero al corrente di chi fosse Hunter o di che cosa fosse capace il nonno, ma una cosa era certa. Non avrei smesso di amarlo per nessuna ragione al mondo e lui non mi avrebbe mai abbandonata lasciandomi lì.L'ombra di qualcuno si posò addosso a me e riconobbi la sua colonia all'istante, così, sovrastata dal terrore che avevo assaggiato la notte precedente, raccolsi le mie energie e scattai in piedi affine di guardarlo in faccia. Mi fissò a lungo e per nulla dispiaciuto o impressionato dalla sua mano pesante, al che, dinanzi a tutta quella freddezza deglutii un groppo arduo che a malapena attraversò la mia gola.
«Mi spiace averti deluso, nonno...» esordii mortificata scalfendo il ghiaccio «...mi sono fatta trascinare dalla mia voglia di libertà, desiderando essere una ragazza normale. Come tutte! Avere degli amici, frequentare feste o anche solo divertirmi con spensieratezza senza sentirmi oppressa e sorvegliata costantemente.»
Ma a chi lo dissi? Parve avessi dinanzi a me un muro! Mi sentii incompresa e smarrita dinanzi alla sua sagoma ferma, indifferente, come una statua. Non cercò neppure di provare a mettersi nei miei panni e la cosa mi ferì così tanto, che le lacrime non tardarono a scendere. Tesi la mascella ma commisi un grosso sbaglio, poiché per via dei suoi brutali schiaffi, me l'aveva quasi frantumata. «Ho conosciuto Hunter-...» lo udii ringhiare quando lo nominai «...-poco più di due mesi fa, ma non sapevo chi fosse e credo neppure lui sapeva fossi tua nipote. » In quell'istante ripensai alle parole di Hunter e alla faida ancora in corso tra le nostre famiglie, ed il mio corpo si anestetizzò del tutto.
Fastidiosi brividi si irradiarono raggiungendo ogni parte di me quando metabolizzai che anche l'uomo che avevo dinanzi agli occhi, aveva ammazzato il padre di Hunter. Sudai a freddo e tremai davanti alla sua sagoma ancora impassibile mentre mi feci più piccola che potei. Ma che diavolo stava succedendo?
Chi eravamo noi e soprattutto, questa faida c'entrava con la morte dei miei genitori?
No, assurdo.
Mi parve tutto così surreale ed impossibile da credere, che la mia mente si ostinò ad accettarlo. «Ti occupi di droga? Sei -...sei un mafioso, non è così? Siamo degli assassini?...Vero? Tu mi hai sempre mentito, è per questo che mi hai tenuta lontana da qui!»«Cristo, vedo che ti ha riempita di balle.» Finalmente aprì bocca.
«Ti ripeto che lui non era al corrente di chi fossi, per cui, che senso avrebbe avuto riempirmi di menzogne? Per vantarsi?»
«Te lo dico io perché!» Sbottò alterandosi, probabilmente indispettito dal fatto che stessi difendendo Hunter a spada tratta. «Perché ognuno di noi racconta ciò che più gli conviene. Se a quello stolto piace dire così, che lo faccia pure. Per me può uscire a sbandierarlo ai quattro venti, senza crearmi alcun disturbo.» Aggiunse emettendo un ringhio di rabbia. «Io sono un uomo d'affari e rispettato da tutti. Do pane giornalmente alla gente di questo posto e non troverai mai nessuno pronto a gettarmi merda addosso. Siamo persone per bene e uomini d'onore mentre lui lo sai cos'è? È la fogna del Cartello! Un burattino a cui hanno messo in testa queste cazzate affine di colpire me perché sono un uomo d'un pezzo che si è guadagnato tutto ciò che ha col sudore della fronte.»
Era sincero oppure stava cercando di manipolarmi? Scossi la testa trucidandomi le meningi per via dei numerosi pensieri, non riuscendo a far combaciare in nessun modo le due versioni.
Quella di Hunter e quella del nonno.
«Un tempo, i Black, erano gente che lavorava per noi. Li abbiamo resi grandi, potenti e come ci hanno ricambiato? Tradendoci.»

STAI LEGGENDO
HUNTER
RomansaStoria ad alta tensione ‼️ Presenta scene di sesso, violenza e tossicità , per cui, se ritieni di essere sensibile a certi argomenti, ti consiglio vivamente di non incominciarla a leggere 🚫 I Keller sono considerati la famiglia più temuta e rispet...