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IVY


Raggomitolata su me stessa rimasi a fissare le gocce di pioggia infrangersi con ferocia per poi accarezzare con così tanta leggiadra la parete vetrata dinanzi a me. I crampi si erano attenuati un po' e parve avessero deciso di concedermi un po' di tregua, ma ciononostante, sotto consiglio di Ares ero ritornata in stanza a riposare. Sospirai con la guancia immersa nella morbidezza del cuscino che profumava di pulito, ripensando a tutto ciò che lui mi confidò. O almeno, il suo punto di vista in merito alla situazione poiché conoscendo Hunter, non gli avrebbe mai rivelato niente di simile.
E a proposito di quest'ultimo...

Riconobbi il motore del suo veicolo ma non trovai la forza di alzarmi a controllare che fosse veramente lui. Tanto, in ogni caso, sarebbe venuto a cercarmi.

Erano trascorsi così tanti giorni dal ricovero di Luna e non avevo più avuto notizie sul suo conto. Inoltre, Madison, Colin ed il signor Damian mi mancavano terribilmente tanto. Deglutii rammaricata ripensando al nonno ; un po' mi mancava anche lui, nonostante tutto quello che mi aveva fatto. Certo, mi aveva rinnegata, oltraggiata e non giustificavo le sue gesta o le parole rivoltemi , ma era pur sempre mio nonno. L'unico componente rimastomi della famiglia, a parte lo zio Weston e Luna.
Solo noi quattro.

Hunter non salì, così, mi decisi ad andare a parlare con lui faccia a faccia, nella speranza di avere finalmente un confronto sincero e diretto. Solo noi due, senza nessun alto. Abbandonai il letto e scesi lentamente le scale conducenti al piano terra prima di passare per la cucina finendo poi in sala dove lo trovai in piedi accanto al divano. Mi dava le spalle e parve fissare qualcosa. Nella stanza c'era anche un signore ma ultimamente ne avevo visti così tanti che mi fu facile scambiarlo per uno dei domestici.

«Hunter, dobbiamo parlare!» Dissi secca andando direttamente al punto. Ma Ares dov'era finito?

«Non ora!»

«Ora Hunter, ora!» Ordinai come se chi dettava legge in quella casa fossi io e non lui. Lentamente si voltò a guardarmi ma fu quando si scostò dal posto che notai una signora accomodata sul divano e per via degli occhiali da sole, non mi fu difficile capire di chi si trattasse.

«Hunter, chi è questa ragazza?» Chiese con voce pacata mentre lui camminò lentamente verso di me, quasi a volermi impedire di avvicinarmi.

«Mi chiamo Ivy Keller.» Parlai presentandomi educatamente, vedendola sorridere. Caspita, era davvero una bella donna, giovane, affascinante e molto elegante, seppur vestita di nero. Era snella ed aveva una chioma scura che le ricadeva lunga e morbida sulle spalle strette , ma non riuscii a guardarla da vicino per giudicare se Ares le somigliasse o meno.

«Hai davvero un bel nome, Ivy.» Replicò. «Hunter, non mi avevi detto che avevamo ospiti così importanti in casa. E perlopiù , trattasi di niente meno che dell'unica e preziosa nipote di Victor Keller.» Si rivolse al ragazzo quasi a domandargli spiegazioni del perché fossi lì e subito pensai che non gliene avesse parlato. Restai comunque folgorata da ciò che disse. In che senso unica?Anche Luna era nipote del nonno. Sbattei le palpebre pensando di non aver capito bene.

«Già, mi sarà passato di mente.» Esclamò lui ironico, piazzandosi dinanzi al mio naso e bloccandomi l'intera visuale, nonostante mi spostai a destra e sinistra.

«Lei è la mamma di Ares, vero? Helen.»

La donna, sbigottita, annuì. «Esatto, io sono Helen Black.» Ammise, finché Hunter avvolse il mio braccio nella stretta della sua mano prima di portarmi via di lì.

«Lasciami!» Lo rimproverai a bassa voce quasi trascinando i piedi sul marmo pregiato, pur di oppormi.

«Volevi parlarmi, no? Parla!»

HUNTERDove le storie prendono vita. Scoprilo ora