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HUNTER


«Sveglia!»
Tristan lo colpì con uno schiaffo brusco in faccia constatando che l'uomo fosse svenuto. Nel mentre, mi accesi una sigaretta accomodato alla mia sedia guardando quel verme legato per le caviglie a testa ingiù, annusando perfino l'odore del suo sangue che sgocciolava lungo il suo corpo ricoprendogli la faccia ormai tumefatta dal mio pestaggio. Avevo le nocche sfregiate per la furia con cui mi ero scagliato contro di lui infliggendogli dei pugni carichi di rabbia repressa. «Hai sentito, idiota!»
Ribadì Tristan ringhiando ed afferrandolo per i capelli mentre espirai del fumo dalle narici decidendo se farlo fuori o meno. Certo, mi sarei creato ulteriori problemi con quelli del Cartello, ma anche lui aveva mandato qualcuno ad ammazzarmi. Schiuse quel che potè le palpebre gonfie e si guardò attorno in modo confuso , non capendo che diavolo gli stesse succedendo. Sollevò la testa e si dimenò constatando che avesse sia i polsi che le caviglie legate saldamente ad una corda.

«Bentornato tra noi.» Lo derise Ares restando lì accanto con le mani in tasca. «Che onore averti qui, Montoya.»

«Dove sono? Dove mi avete portato?!» Ansimò addolorato col volto gonfio e caldo, mentre digrignò i denti mugolando e dimenandosi , segno che gli stesse scoppiando la testa.

«Tu non ti preoccupare di quello.»
Lo sgridò Tristan.

«È un container?...Hunter, ti prego, slegami! Io non ho fatto niente!» Sbraitò l'uomo appeso mentre mi fumai la sigaretta in santa pace decidendo le sue sorti. Il sangue gli si era raccolto tutto all'interno del cranio e probabilmente cominciava a torturarlo crudelmente.
Ma non abbastanza da appagarmi.

«Smettila di frignare, pezzo di merda!» Tristan gli sferrò un gancio destro facendogli saltare un dente che si aggiunge a quelli che gli avevo rotto io. Parve ricordarselo ed iniziò a piangere per via delle spietate bastonate. «Che avevi intenzione di fare, eh? Volevi ammazzare Hunter non è così figlio di troia? Rispondi!» Gli sferrò una raffica di pugni massacrandogli l'addome fino a farlo piegare in avanti come un sacco da boxe.
Tossì privo di fiato ed il suo corpo parve letteralmente trafitto dalla sofferenza, anche se a mio avviso non fu abbastanza.

«Io -...» sputò del sangue a terra «...io-...non ho fatto nulla.» Proferì guardandomi di sbieco. «Lo giuro.»

«Giuralo su Marina...» Ares gli nominò la moglie «...o sui tuoi figli, Carlos e Juan. Forse dovremmo fare loro una visita.» Chiaramente bluffò affine di spaventarlo anche se un misero uomo come lui non si sarebbe fatto molti scrupoli a salvarsi il culo, scambiando la sua vita con quella della sua famiglia.

«Dovremmo?» Tristan sogghignò allietato dall'idea slacciandogli i pantaloni e denudandolo prima di cacciare via un coltello dalla tasca dei jeans. «Potremmo recapitare loro come ricordo qualche pezzo del padre....» gli puntò la lama sopra il tessuto dei boxer facendolo scuotere e gridare dalla paura, infine il mio amico si mise a ridere deridendolo in merito al fatto che non fosse molto dotato «...mi correggo, un pezzettino! Almeno riesci a soddisfare tua moglie con questo mollusco che ti ritrovi tra le gambe?»

Ares scoppiò a ridere colmando l'interno del container già carico su una nave che sarebbe partita per la Colombia alle prime luci dell'alba. «Ci pensano gli uomini di Montoya ad appagarla. Ormai è risaputo!»

«Non si può biasimare.» Lo assecondò il mio migliore amico mentre come al solito mi intromisi e dovetti prendere in mano la situazione. Gettai la sigaretta a terra ed afferrai la pistola. Una revolver Colt Python a canna corta.

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