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KENNEDY

Non mi stacca gli occhi di dosso. Lo so perché io sto facendo lo stesso da quando ho notato che è qui, Eve cerca di attirare ancora la mia attenzione, ma io sto pensando a quando mi ha baciato in biblioteca e a quello che ho sentito, alle sue parole e a quanto mi è difficile credergli ora che lo vedo con quella ragazza. 

Mi domando perché poi io gli presti così tanta attenzione, non dovrebbe importarmi di ciò che fa e nemmeno dovrei chiedermi se mi stia prendendo in giro o meno. Credo che Chandler non sia davvero gay, penso che sia solo uno a cui piace prendere in giro le persone e io dovrei smettere di lasciarglielo fare. 

Distolgo lo sguardo da lui e la biondina sulle sue gambe e lo riporto su Eve che mi sta parlando, non ho capito una parola ma annuisco. Sono venuto a questa festa del cavolo perché l'atmosfera in casa mia è così pesante che respirare sembra complicato, mio padre vuole venire a trovare me e Kayden e ha chiesto a mia madre di poter stare nella camera degli ospiti dato che mi fratello sta passando un momento difficile. 

Mia madre gli ha ricordato che Kayden è maggiorenne ormai e che non è più tenuto alle sue visite. Come se a un certo punto si smettesse di essere padri, come se io non avessi ancora diciassette anni e bisogno di vederlo. 

Odio mia madre quando si comporta come se io non fossi nemmeno suo figlio, mi fa pensare continuamente che non mi ami e dare importanza a questa cosa mi fa sentire debole. Mio padre mi ama, mio fratello mi adora e lei lo fa a modo suo, anche se spesso non lo vedo. Ormai lo dovrei sapere, ma ciò non rende più facile accettarlo. 

Vorrei essere semplicemente amato come riesce ad amare Kayden, ma so che non è qualcosa che posso pretendere. Me ne sono andato perché non riuscivo a sostenere il suo sguardo, quando si comporta così mi fa vergognare di vivere in quella casa. Come se occupassi un posto che lei pensa non possa essere mio. Mio fratello voleva che stessi a casa con lui a vedere un film, ma non ho la testa in questo momento per i suoi silenzi. Ho un gran casino dentro e desidero solo spegnerlo, in qualunque modo.

Eve ha cercato di parlarmi ancora, le ho permesso di scusarsi ancora e mi sono sentito un po' in colpa per essere sempre così duro con lei. Ha bevuto un po' stasera e ogni tanto mi tocca, si alza in punta di piedi e preme le labbra sulle mie. Io glielo faccio fare, perché mi piace e perché adesso ne ho bisogno. Perché forse, se penso alla mia famiglia e a come sono andate le cose tra me e lei, capisco che amarmi deve essere davvero difficile se nessuno è in grado di farlo davvero. Vorrei che Willa fosse qui, la solitudine mi sta schiacciando.

Scosto i capelli dietro all'orecchio di Eve e lei accenna un sorriso, le labbra lucide e rosse attirano il mio sguardo. Gli occhi azzurri sono un po' annebbiati per l'alcol e le guance paonazze. È bellissima, mi piace sempre come la prima volta che l'ho vista, quando sto vicino a lei mi sento come se finalmente avessi la fortuna di essere visto da qualcuno. Come se esistessi davvero. È questo che mi ha sempre fregato della nostra relazione.

«Sono felice di poter parlare di nuovo come prima».

Faccio un cenno d'assenso e lei mi circonda la vita con le braccia, è molto più bassa di me e per guardarmi deve sollevare la testa. Ha il corpo caldo e sembra creato apposta per me. La stringo con un braccio e piego le labbra in un sorriso.

«Non ti ho perdonata».

«Non ancora».

Sbuffo.

«Credi che lo farò?»

Alza le spalle e punta il mento sul mio petto. Mi si stringe lo stomaco.

«Forse. Vorrei tanto poter cancellare l'anno scorso e tenere solo noi due, Kennie. Sul serio, se potessi eliminare Gus e tutto lo schifo che ha portato nella mia vita, lo farei».

Love, KennedyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora