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CHANDLER

Mia madre non vuole divorziare. Ecco l'unica certezza che abbiamo io e Meredith dopo che le racconto quello che è successo durante la notte del Ringraziamento. 

Mia sorella è andata a farle visita diverse volte, ha cercato di aprirle gli occhi, ma lei dice che per ora non se la sente di lasciare mio padre. Ci sono troppe cose che la legano a lui, credo che la maggior parte siano illegali, ma non ho voluto indagare. 

Mia sorella gestisce gli affari di papà, sa benissimo che molti dei nostri soldi non sono puliti, e odio anche il fatto che lui l'abbia coinvolta. 

Non voglio che mio nipote debba crescere sapendo che un passo falso potrebbe porre fine alla sua vita, per quanto ne sappiamo tutti i Milestone hanno un segno rosso sulla fronte. Altrimenti perché diavolo avremmo delle guardie intorno a casa nostra?

Ho deciso che non parlerò più del divorzio con mia madre, non fino a quando non tornerò a casa di persona. Non sono sicuro che io e Meredith riusciremo ad aprire la porta della stanza di Amy, dovremmo essere soli per chiamare qualcuno e farla aprire. 

Partirò dalla ricerca delle chiavi, probabilmente mio padre la tiene in una delle sue casseforti. Sì, ne abbiamo più di una. Non mi arrenderò finché non sarò entrato lì dentro, sono disposto a farmi pestare ogni volta che mio padre mi beccherà. 

Non me ne frega niente, conta solo Amy. 

Meredith mi scrive tutti i giorni dopo quella notte, è come se si fosse resa conto di quello che ho passato in tutto questo tempo e ora stesse cercando di rimediare. 

Più mi si avvicina e più la faccio avvicinare, me ne rendo conto. Più mi cerca e meno fuggo, inizio anche a sentire il senso di colpa verso Amy allentare la morsa sul mio cuore. 

Amy e Meredith non potranno mai competere, ma forse il punto è proprio che non è necessario che lo facciano. Meredith mi vuole bene, vuole aiutarmi. Posso cercare di dimenticare il fatto che mi abbia mollato nel mio dolore per due anni dopo la morte di mia sorella.

Alla Weston High le cose sono un po' cambiate dopo la rissa in corridoio, Mitch ha perso il posto in squadra e mi odia a morte anche se in pubblico finge che non sia così. Il resto della squadra mi stima, lui non può rischiare di perdere anche loro quindi si limita a fingere di tollerarmi. Non so se parlerà agli altri di quello che sa, al momento non me ne preoccupo. 

Josh prende un tiro dalla sigaretta e mi aiuta a spostare una serie di mattoni che devo usare per sistemare una fontana del cazzo nel cortile del dormitorio. A chi diavolo importa di una fontana in un dormitorio scolastico in disuso? 

I capelli rossicci gli si arricciano dietro alle orecchie, le occhiaie scure lo fanno sembrare più grande della sua età. È passato di qui e non so nemmeno perché, ultimamente lo vedo spesso. 

Dice che esce a camminare perché i suoi stanno divorziando e non tollera le loro liti. Ironico, io pagherei per assistere al divorzio dei miei genitori. Lui, a ogni modo, viene qui e si siede da qualche parte mentre fuma e io lavoro. Parla dei suoi problemi o parliamo di football e concerti a cui vorremmo andare. Resta la cosa più simile a un amico che io abbia qui.

«Cazzo, non posso credere che Mitch abbia colpito Kennedy. Sta andando fuori di testa».

Gli lancio uno sguardo e mi passo le mani tra i capelli. Il clima sta impazzendo, siamo passati da un accenno di inverno a giornate miti. Sto sudando mentre cerco di portare a termine un po' di lavoro prima di dover partire tra qualche giorno.

«Quel tipo non è normale, spero che tu lo sappia».

«L'ho sempre saputo. L'anno scorso comprava la droga da Gus, sono sempre stato convinto che non vendesse roba buona».

Love, KennedyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora