KENNEDY
Chandler prende un martello e lo picchia contro una delle pareti esterne del portico che sono pericolanti ormai.
Stiamo andando avanti con i lavori di ristrutturazione, in contemporanea finiamo i ritratti e passiamo un sacco di tempo a baciarci.
Sono state tre settimane intense, le ho passate quasi tutte qui e non mi sono mai sentito così bene. Dormo di nuovo, mangio di nuovo e non sono più nervoso come prima.
Non me ne frega niente nemmeno delle voci che Eve ha messo in giro a scuola sul mio conto. Sono così sereno che non ho il tempo di pensarci.
Il mio chiodo fisso è Chandler, è come se si fosse infilato dentro di me e avesse messo radici nel mio corpo e nella mia mente e adesso non potessi più estirparlo da lì.
Perché diavolo ci ho messo così tanto ad accettare che mi piace? Come ho potuto anche solo pensare che ci fosse qualcosa di sbagliato in noi due?
Prendo una carriola e mi avvicino a lui per aiutarlo a raccoglier un po' di macerie. Non so di preciso a chi importerà di questo posto, ma credo che a Chandler piaccia molto prendersene cura. La settimana scorsa abbiamo pitturato le pareti del piano in cui vive e adesso è molto più accogliente.
«Hai una fissa per l'architettura?» borbotto.
Si pulisce la fronte sul braccio e io socchiudo le palpebre. È tutto sudato e ricoperto di polvere, i capelli neri sono appiccicati alla fronte e le guance arrossate.
«Non lo so, non ci ho mai fatto caso prima. Ero fissato con l'arte, forse perché era la passione di mia sorella» riflette.
Colpisce un altro pezzo di muro e io controllo che non gli cada qualche mattone addosso.
«Beh, sei bravissimo a disegnare».
«Me la cavo, ma progettare edifici mi piace molti di più. Ho ridisegnato questo posto».
Sono un po' sorpreso che me ne stia parlando.
«Voglio vederlo».
«Vuoi vedere la mia collezione di progetti edili?» mi prende in giro.
Sbuffo e alzo gli occhi al cielo.
«Idiota».
Scoppia a ridere e continua a demolire la parete. Quando finisce, fissa il buco di fronte a lui con aria soddisfatta. Da quello che ho visto nei progetti, questo compito non ci è stato assegnato dalla scuola ma è un'idea sua.
Vuole costruire una specie di veranda con delle grandi vetrate dove mettersi a disegnare. È un progetto bellissimo, ma non sono sicuro che sia a norma in un dormitorio scolastico.
Gli passo una bottiglia d'acqua e lo osservo portarsela alle labbra e tracannarne quasi tutto il contenuto. È una giornata stranamente calda per essere gennaio inoltrato, quindi siamo in maniche corte.
«Piantala di guardarmi così» sussurra.
Mi mordo il labbro e mi avvicino, i suoi occhi scivolano sul mio corpo con lentezza. Si siede sulla ringhiera alle sue spalle e divarica le cosce, mi ci infilo in mezzo e le sue gambe mi stringono. Punto i palmi sul ferro e mi chino su di lui, lo fisso dall'alto e sorrido.
«Così come?»
«Ti piace giocare, Kennedy?»
«Solo con te».
Ed è la verità, io sono così solo quando sto con lui. Chandler mi afferra il mento e preme le labbra sulle mie, mi chino un po' di più e le nostre lingue si toccano. Le mie mani sono ferme sulla ringhiera, ma voglio toccarlo e la mia pelle brama il suo di tocco.
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Love, Kennedy
Teen FictionKennedy Lancaster è stato cresciuto per essere l'ombra di suo fratello Kayden, ha passato tutta la vita cercando di proteggerlo dai pericoli che non poteva cogliere a causa della sua malattia e cercando di essere invisibile agli occhi degli altri. A...