KENNEDY
Mi sistemo le cuffie nelle orecchie e tengo lo sguardo fisso davanti a me, i miei piedi battono sull'asfalto a un ritmo regolare e il respiro mi si fa più pesante a ogni metro che percorro, ma non mi fermo.
Ho iniziato a correre dopo la partenza di Willa, non è qualcosa che ho mai fatto prima e non sono un amante degli sport, ma ho deciso di allenarmi con Kayden per tenergli compagnia. Avere un fratello agli arresti domiciliari è stressante, respiro così tanta negatività con lui accanto che ogni occasione per liberarmene è ben accetta.
Mi sono messo a correre perché non sapevo che altro fare, una sera ho indossato le scarpe da ginnastica e sono uscito di casa. All'inizio tenevo un passo regolare ma di marcia, poi ho iniziato a pensare a Eve, alla città che parla male di mio fratello ogni volta che io sono in pubblico e al fatto che lui è in questa situazione di merda, improvvisamente mi sono messo a correre.
Ho corso così tanto che i vestiti erano appiccicati alla mia pelle per il sudore, avevo i muscoli in fiamme e per due giorni ho fatto fatica a camminare. Però stavo meglio, mi sono reso conto che il peso sul mio petto era più leggero e che forse potevo correre tutti i giorni per stare bene.
Non vedo l'ora che Kayden possa uscire per correre con lui, nessuno riesce a motivarmi come mio fratello quando c'è lo sport di mezzo. Nessuno a parte Willa, ovviamente.
Mi sistemo l'auricolare sinistro e mi fermo per evitare lo scontro con una bicicletta. Sto attraversando tutta Weston e non ho intenzione di fermarmi, non sopravvivrei ad altri pettegolezzi.
«Non posso credere che tu stia correndo ancora».
La voce di Willa mi riporta alla realtà. Siamo al telefono da quaranta minuti e ancora non la smette di lagnarsi, io rispondo ogni tanto a monosillabi tanto per darle l'illusione di non parlare da sola. Non fa che ripetere quanto le manchi Kayden.
«Mi fa stare bene».
«Avremmo dovuto farlo l'anno scorso, mi avrebbe fatto bene».
«Sai che due giorni fa sono andato a correre con tua madre?»
Willa scoppia a ridere e un sorriso mi si dipinge sulle labbra. Sua madre l'ha partorita a quindici anni, accanto a noi sembra una sorella maggiore. Julia mi adora, ogni tanto passo a trovarla e mi prepara una crostata al cioccolato che è la fine del mondo.
Non assomiglia minimamente a mia madre, è il genere di mamma che ho sempre desiderato avere. Ma non possiamo scegliere i nostri genitori, giusto?
«Mamma mi ha detto che continui ad andare da lei».
«Certo, finché mi darà da mangiare continuerò a farlo».
Sbuffa e io viro a destra per imboccare il parco che delimita il confine con la strada che porta alla Weston High. Da bambino ci venivo spesso a giocare con Kayden, mia madre non era felice di vederci fare cose normali come andare in bicicletta o giocare a pallone, aveva sempre paura che mio fratello si facesse male.
Papà, invece, non ha mai voluto che Kayden si sentisse diverso per la sua malattia e ha sempre cercato di farci vivere delle vite normali. Ovviamente non ci è riuscito, ma io adoravo stare con lui.
«Come sta andando la scuola?» indaga, cambiando argomento.
Mi mordo il labbro e continuo a correre.
«Bene».
«Hai fatto amicizia con qualcuno?»
Non le dico niente di Chandler, mi tengo per me il modo in cui mi mette a disagio ogni volta che è nella mia stessa stanza.
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Love, Kennedy
Teen FictionKennedy Lancaster è stato cresciuto per essere l'ombra di suo fratello Kayden, ha passato tutta la vita cercando di proteggerlo dai pericoli che non poteva cogliere a causa della sua malattia e cercando di essere invisibile agli occhi degli altri. A...