CHANDLER
Quando mi sveglio è ancora buio, ma sono solo. Allungo un braccio per cercare Kennedy, ma lui non è nel mio letto.
Mi alzo a sedere e mi stropiccio gli occhi, soffoco uno sbadiglio e mi guardo intorno. La porta del bagno è aperta, ma la luce spenta mi dice che non è lì dentro. Mi alzo e provo a controllare sulla terrazza, ma anche qui nessuna traccia di lui.
Per un attimo temo che abbia dato di matto ripensando a quello che è successo e sia scappato, ma poi mi rendo conto che tutte le sue cose sono ancora qui, compreso il suo telefono. Ancora non riesco a credere a quello che è successo, pensavo che ci avrebbe messo molto tempo per lasciarsi andare e che fosse troppo spaventato per il sesso, invece Kennedy riesce sempre a sorprendermi.
Il modo in cui riesce a buttarsi quando desidera qualcosa, mi lascia sempre spiazzato. Sembra così trattenuto dall'esterno, come se non riuscisse mai a lasciarsi andare davvero, e invece da quando lo conosco l'ho visto cambiare così tanto che stento a riconoscerlo. Lo ammiro, io non so se riuscirei ad essere coraggioso come lui. Ho così paura di deluderlo e di vederlo andare via che la cosa mi inizia a spaventare.
Quando ho iniziato a provare questi sentimenti per lui? Non doveva finire così, non avrei più dovuto concedere a nessuno la possibilità di avvicinarsi a me in questo modo, adesso so che la possibilità che Kennedy mi faccia del male è diventata una certezza assoluta. Ne sono spaventato, ma sono più spaventato dall'idea di privarmi di tutto questo. Qualunque cosa sia, dopotutto.
Abbasso la maniglia e mi sporgo in corridoio per essere sicuro che non ci sia nessuno, sto per rientrare ma poi mi viene un dubbio. Non credo che Kennedy vagherebbe da solo in questa casa di notte, ho l'impressione che gli metta i brividi.
Attraverso il corridoio e raggiungo la stanza di Amy, abbasso la maniglia e la porta si apre. Mi intrufolo entro e aggrotto la fronte perplesso quando vedo Kennedy addormentato sul letto. C'è solo una lampada sul comodino accesa, qui dentro fa caldissimo e l'aria è irrespirabile.
Lo osservo e mi mordo il labbro. Indossa solo i pantaloni del pigiama, i capelli biondi sono scompigliati sulla fronte e ancora riesco a sentire il calore del suo corpo addosso al mio.
Starei ore a guardarlo, toccarlo, baciarlo... non mi sono mai sentito così con nessuno, non so che cazzo mi sta facendo. Kennedy ha una mano sotto la guancia e l'altra poggiata sul materasso, è sdraiato su un fianco.
Dovrei sentirmi infastidito dal fatto che stia dormendo sul letto di mia sorella, invece mi si disegna un sorriso sulle labbra. Mi guardo intorno e il vuoto che mi ritrovo davanti mi mette a disagio.
Questa stanza era piena di disegni, fotografie, libri e un sacco di altra roba che Amy accumulava continuamente. C'erano oggetti dappertutto, non si poteva camminare senza inciampare da qualche parte.
Non c'è più niente, le pareti sono completamente spoglie e gli scaffali vuoti. Ho aperto anche i suoi cassetti, ma non c'è altro che polvere. Non riesco a capire il senso di blindare una stanza dopo averla svuotata, sono rimasti solo i vestiti nella cabina armadio e alcuni libri di testo sulla scrivania.
Non sono nemmeno suoi, ora che ci faccio caso. C'è il mio nome sulla copertina. Me li aveva chiesti in prestito due giorni prima, mi sono sempre dimenticato che fossero qui. Non sono tornato a scuola per più di tre mesi dopo la sua morte e quando sono tornato ho dovuto seguire un programma semplificato redatto apposta per non farmi perdere l'anno.
Mi avvicino al letto e mi siedo sul materasso, allungo una mano verso il viso di Kennedy e sfioro le sue labbra son l'indice. Sono morbide e riesco a sentirle ancora su di me, riesco a sentire il modo in cui lui si infrange tra le mie mani quando mi permette di spegnere tutto quello che gli passa per la testa. Lui si sposta e strizza le palpebre, schiude gli occhi e mi fissa con lo sguardo annebbiato.
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Love, Kennedy
Teen FictionKennedy Lancaster è stato cresciuto per essere l'ombra di suo fratello Kayden, ha passato tutta la vita cercando di proteggerlo dai pericoli che non poteva cogliere a causa della sua malattia e cercando di essere invisibile agli occhi degli altri. A...