KENNEDY
È l'ultima festa prima del Ringraziamento e Eve mi ci ha trascinato di peso, non ho nessuna voglia di stare nello stesso posto in cui c'è Chandler e in cui c'è lei, ma non posso dirle che sto fuggendo da lui. Dopo che abbiamo fatto sesso, ci siamo visti solo a scuola e non ne abbiamo più parlato, non abbiamo parlato molto neanche di noi due e della nostra relazione.
Non voglio stare insieme a lei, ma mi sto rendendo conto che ne ho bisogno per fare chiarezza, il che mi rende un vero stronzo. È una cosa da Kayden, il vecchio me non avrebbe mai fatto una cosa del genere.
Mi sento un po' a disagio quando ci penso, ma ormai andrò fino in fondo a questa storia e cercherò di non farmi venire troppi sensi di colpa. Sono stato usato dalle persone per tutta la vita, non posso sentirmi in colpa adesso.
La squadra di football ha vinto l'ultima partita e sta festeggiando a casa di Mitch come se avessero vinto il campionato nazionale, sono tutti ubriachi e Chandler non si vede da nessuna parte. Sono arrivato da quasi un'ora, so che è qui perché la sua auto è parcheggiata nel viale d'accesso ma lui non è da nessuna parte.
Una voce mi sussurra che anche James non è accanto a Lisa, ma la zittisco subito. Non sono affari miei, sono stato io ad allontanarmi e lui ora non prova nemmeno a fare un passo verso di me. Non ho il diritto di cercarlo e di chiedermi cosa stia facendo, non sono affari miei. Però ci penso e mi saltano i nervi ogni volta che ripenso a quello che ha fatto con James.
Eve mi stringe la mano e mi trascina lungo il corridoio del piano superiore, Mitch vive in una casa su tre piani con una decina di camere da letto. L'abitazione ricorda molto quella di Gus allo stesso modo inquietante in cui lui ricorda quello stronzo, non mi sopporta e credo che voglia scoparsi Eve.
Non sono sicuro che lei non lo desideri, a dire il vero una parte di me spera che lo faccia per mitigare il senso di colpa che mi investe ogni volta che la guardo.
«Dove andiamo?» esclamo.
Lei si volta e sorride, le guance sono rosse e gli occhi lucidi. Ha bevuto un po', ma è ancora lucida. Passerà la notte da Maggie, quindi pensavo di svignarmela presto da qui.
Eve apre l'ultima porta in fondo al corridoio e la luce soffusa di una lampada da tavolo mi investe le iridi, chiude la porta a chiave e preme le labbra sulle mie. Si alza in punta di piedi e mi circonda il collo con le braccia, ha la bocca calda e sa di fragola.
Spingo la lingua tra le sue labbra e lei mi solleva il maglione, mi allontano giusto per farmelo sfilare e abbasso la zip del suo vestito nero.
«Ci penso da tutta la settimana» sussurra.
«Non è stato memorabile».
Mi spinge sul letto e io cado sul materasso di schiena. I suoi occhi azzurri sono fissi su di me mentre mi slaccia i pantaloni e me li abbassa insieme alla biancheria intima, la sua mano circonda la mia erezione e io gemo. Eve sale a cavalcioni su di me e si slaccia il reggiseno, lo getta per terra e si china per premere le labbra sulle mie.
«Voglio scopare, Kennedy».
Cazzo. Una scarica di piacere mi scuote e racchiudo i suoi capelli in un pugno. Non la fermerò perché ne ho bisogno, devo capire cosa diavolo sta succedendo al mio cervello malato.
«Non ti fermerò» la rassicuro.
Sorride e si porta la mia mano tra le gambe. Scosto le sue mutandine e ruoto il pollice intorno al centro del suo piacere, lei divarica di più le gambe e sospira.
È bellissima e il mio corpo sembra apprezzare la vista, soprattutto quando ansima piano e dondola i fianchi. Sono eccitato, non è qualcosa che vorrei che succedesse e basta. È così che stanno le cose. Ho un'erezione inequivocabile e mi si stringe lo stomaco ogli volta che lei geme.
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Love, Kennedy
Teen FictionKennedy Lancaster è stato cresciuto per essere l'ombra di suo fratello Kayden, ha passato tutta la vita cercando di proteggerlo dai pericoli che non poteva cogliere a causa della sua malattia e cercando di essere invisibile agli occhi degli altri. A...