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KENNEDY

«Qui dentro non c'è niente».

Stringo Chandler tra le mie gambe e lui si rilassa, ma gli occhi restano fissi sul diario che ha tra le mani. A una settimana da quando li ha trovati, siamo solo alla lettura del quarto diario. 

Per ora non abbiamo trovato niente di strano, Amy ha parlato di un ragazzino per cui aveva una cotta e di una sua compagna di classe che le ha confessato di essere innamorata di lei ma che ha dovuto respingere perché non provava le stesse cose. 

Sono confessioni normali di una ragazzina di dieci anni, non so cosa diavolo pensassero di trovare lì dentro ma è evidente che forse non ci siamo ancora arrivati. Non voglio che Chandler li legga da solo, nei giorni scorsi ha bevuto due volte e in tutte e due le occasioni stava leggendo i diari. Era così sbronzo che ha saltato la scuola il giorno dopo, con l'ennesima scusa dell'influenza. 

Josh mi ha chiesto se usciamo con lui ed Elizabeth e credo che ci farebbe bene, non possiamo stare sempre chiusi qui dentro a leggere queste pagine. Non mi piace il modo in cui gli occhi di Chandler si sono incupiti negli ultimi giorni. 

Ha ancora il volto tumefatto e si comporta in modo scostante. Beve, sparisce per giorni interi, poi mi bacia e mi spoglia. Facciamo sesso e mi stringe, mi ripete che si sta innamorando di me e non mi permette di rispondere in alcun modo. Poi sparisce, si chiude in se stesso e non mi fa avvicinare. Il suo comportamento mi sta facendo andare fuori di testa.

«Dobbiamo uscire da questo posto».

Ridacchia e volta una pagina.

«Senti qui...» risponde, ignorandomi. «Cara Amy, Channy è gay. Tu l'hai già capito, ma lui ci arriverà sicuramente tra qualche tempo. Non capisci come mai non ci sia ancora arrivato da solo, il fatto che fosse geloso di Lucas perché ti ha preso la mano durante la gita al museo cittadino avrebbe dovuto chiarire tutti i dubbi, ma lui è veramente cocciuto. Spero tanto che sia felice un giorno, con un principe azzurro che lo ami come merita e che gli ricordi che lui è speciale. Perché lo è, ma se non glielo dici tu sembra che nessuno si ricordi di farlo. A proposito, ricordati di dirglielo oggi quando ti infilerai nel suo letto per guardare la televisione prima di dormire. Di solito fa quel sorrisetto imbarazzato e si tocca i capelli, vuol dire che gli fa bene al cuore».

Il mio di cuore, invece, si spezza sentendo queste parole. Sua sorella aveva solo dieci anni quando le ha scritte, ma non avrebbe potuto descriverlo meglio.

«Aveva ragione» sussurro.

«Già, sono decisamente gay» borbotta, stringendomi una coscia.

«Non per quel motivo, ma per tutto il resto».

Rimane in silenzio e riprende a leggere. Non ha mai sollevato la testa, oggi non ha neanche mangiato. Non possiamo andare avanti così, questa cosa lo sta consumando. Poso le labbra sulla sua nuca e lo sento rabbrividire.

«Channy».

«Una pagina ancora».

«Dobbiamo fare una pausa».

Gli tolgo il diario dalle mani e lui impreca, si volta di scatto e so che sta per attaccarmi ma glielo impedisco premendo le labbra sulle sue. Chandler mi spinge sul pavimento e intreccia la lingua alla mia, stringo i pugni sulla sua maglietta e lui infila una mano sotto alla mia. Ci baciamo così tanto che mi fanno male le labbra, il suo respiro accelera e io gemo quando si allontana dalla mia bocca e abbassarsi sul mio collo. Porta una mano sulla mia gola e stringe appena, i miei fianchi scattano in avanti e lui mi morde.

«Chandler».

«Sei fottutamente mio, Kennedy» sussurra. «Spero che tu lo sappia».

«Lo so».

Love, KennedyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora