CHANDLER
Getto le vecchie assi che avevano inchiodato alle finestre per terra e impreco pensando a quanti viaggi dovrò fare per smaltire tutta questa roba.
Svegliarmi presto la domenica mattina per lavorare non è un problema dato che non dormo molto, il problema si pone quando la sera prima ho bevuto e ho i postumi di una sbornia.
Cosa che ultimamente succede sempre più spesso. Ieri sono andato a una festa con Josh, sono tornato a casa in auto con un tizio della squadra di basket con cui non ho mai parlato, mi sono annoiato da morire ma non avevo voglia di stare chiuso nella mia stanza a rimuginare su tutte le cose della mia vita che sono andate a puttane.
Sento l'ansia crescere a mano a mano che il Ringraziamento si avvicina, non so come ma cercherò di riprendere il discorso che ho lasciato in sospeso con Meredith e spero di scoprire qualcosa in più, anche se mi sto accorgendo di essere assurdamente geloso.
Lei e Amy avevano un rapporto più profondo di quello che credevo, a quanto pare, non ne sapevo niente o forse non l'ho mai voluto vedere dato che consideravo impossibile che lei potesse amare qualcuno come amava me.
Per me è così, non ho mai amato nessuno come amo lei e penso che mai succederà. Non posso provare quello che provavo per lei anche per le altre mie sorelle, non è una cosa che posso controllare. Sapere che per lei era diverso, mi fa sentire abbandonato. Che cavolo aveva da dirle quel giorno?
Tiro un calcio ad alcune assi e impreco quando una mi finisce sulla gamba, questo lavoro è una piaga e sono sicuro che non sia nemmeno stato richiesto dalla scuola.
Mio padre avrà pregato il preside di assegnarmi questo compito pur di tenermi lontano dai chiunque per la maggior parte del tempo. A dire la verità, forse sto un po' impazzendo proprio perché vivo in un dormitorio in disuso tutto solo.
Sollevo il viso e mi irrigidisco quando lo vedo venire verso di me. Kennedy mi fissa con gli occhi vede-azzurri e un'espressione seria, indossa una camicia spiegazzata e un paio di jeans.
I capelli sono un disastro, come se ci avesse passato le dita in mezzo. Lo ignoro come ho fatto nell'ultima settimana e continuo a rompere le assi di legno e gettarle nel mucchio.
«Non mi piace il modo in cui ci evitiamo» esordisce.
Lo ignoro e continuo a spaccare le assi.
«Non penso quelle cose, dico sul serio. La mia testa è incasinata e non so come gestire la cosa, ma non mi vergogno di te o di quello che è successo tra di noi, Chandler».
«No? È quello che sembra» gli faccio notare.
Kennedy si appoggia contro la ringhiera del patio e sospira.
«Non mi vergogno di averti baciato».
Inarco un sopracciglio e lui sospira, mi sembra sincero ma so benissimo che la cosa lo mette a disagio.
«Ma avermi baciato non ti piace» concludo per lui.
«Mi confonde».
Annuisco e continuo a rompere le assi. Non so cosa vuole sentirsi dire, non farò un passo indietro su questa storia perché non sono disposto a farmi del male.
«Non è un problema mio, Kennedy. Ma il modo in cui mi fai sentire, è orribile. Non lo accetto, puoi andare a farti fottere per quanto mi riguarda».
Si irrigidisce e stringe i pugni.
«Mi sto scusando».
«E io non accetto le tue scuse» replico.
Sbuffa e si passa le mani tra i capelli.

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Love, Kennedy
Novela JuvenilKennedy Lancaster è stato cresciuto per essere l'ombra di suo fratello Kayden, ha passato tutta la vita cercando di proteggerlo dai pericoli che non poteva cogliere a causa della sua malattia e cercando di essere invisibile agli occhi degli altri. A...