74

1.3K 94 75
                                    

KENNEDY

I giorni dopo il ballo passano in una calma insolita. Chandler non perde un giorno di scuola e riprende a fare alcune delle cose che ama come dipingere, riparare cose e allenarsi. Non è ancora quello di sempre, ma ci assomiglia. 

Ci baciamo un sacco, la notte stiamo al telefono finché lui non si addormenta e quando posso passo il tempo con lui nella sua stanza a casa di Meredith. Sembriamo due ragazzi normali della nostra età, all'esterno nessuno sa che abbiamo tra le mani quella che è una vera e propria bomba. 

Kurt ha il tempo contato, anche se continua a rilasciare dichiarazioni in cui offende Chandler e lo ripudia, lui non gli presta più attenzione e io faccio lo stesso. Sappiamo quello che succederà, niente può fermarci e non gli permetteremo di vincere niente se non un bel calcio nel culo che lo spedisca dritto dietro le sbarre. Chandler mi supera correndo verso la porta d'ingresso, sbuffo e lo seguo camminando. 

Oggi siamo andati a correre nell'area intorno a casa di Meredith, ci sono molte aree attrezzate per la corsa e una quantità assurda di tavoli da picnic. Non vedevo Chandler correre da settimane, un piccolo sorriso mi si disegna sulle labbra.

«Ti fermi a cena?»

Indico la mia maglietta chiazzata di sudore.

«Non ho un cambio e devo farmi una doccia».

«Ti presto i miei vestiti, possiamo fare la doccia insieme».

Mi squadra dalla testa ai piedi e inarca un sopracciglio. Rabbrividisco e mi mordo il labbro, sentendomi assurdamente in imbarazzo.

«Piantala» borbotto.

Torna verso di me e ridacchia, godendosi le mie guance arrossate. Mi circonda la vita con le braccia e mi spinge contro una colonna del patio. I suoi occhi scivolano sulle mie labbra e io me le inumidisco con la lingua.

«Ti metto ancora in imbarazzo, Kennedy?»

«Mi metti sempre in imbarazzo».

Sorride e preme le labbra sulle mie, le mani scivolano sulla mia schiena e si aggrappano all'elastico dei pantaloncini. Lo attiro a me e spingo la lingua nella sua bocca, Chandler mi stringe più forte e mi bacia fino a togliermi il respiro. Quando si allontana, si lecca le labbra lentamente e solleva le labbra in un ghigno.

«Quella doccia sarà molto, molto fredda» bisbiglia, spingendo i fianchi contro i miei.

Gemo in protesta e lui si allontana con uno slancio.

«Sei veramente un provocatore» protesto.

«Io non ho fatto niente».

Lo spingo e lui scoppia a ridere, poi apre la porta ed entriamo in casa. Stiamo ancora battibeccando quando troviamo Clay in fondo al corridoio dell'ingresso. 

Si schiarisce la voce e ci guarda con un'espressione seria. Ci fermiamo di colpo e l'allegria di poco fa scompare, Chandler si avvicina e lo guarda perplesso.

«Chandler...»

«Meredith sta bene?»

Clay annuisce e si scompiglia i capelli con le mani.

«Mi dispiace, se non vuoi vederla la mando via subito».

Lo fisso in preda alla confusione e lo stesso vale per Chandler. Quando lo superiamo e raggiungiamo il soggiorno principale, ecco che tutto diventa più chiaro. Seduta sul divano, di fronte a una Meredith che sembra piuttosto seccata, c'è Amelia. Chandler si irrigidisce e si ferma in mezzo alla stanza, il suo respiro si fa più pesante e io intreccio le mie dita alle sue.

Love, KennedyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora