KENNEDY
Fisso la foto davanti a me con una smorfia sulle labbra. Chandler è accanto a suo padre, sua madre e le sue sorelle sulla prima pagina di Atlanta Today. Indossa un completo elegante, le mani sono affondate nelle tasche mentre fissa in punto imprecisato sul palco dell'ennesimo comizio che suo padre tiene in giro per il paese.
Non so come diavolo faccia a stare vicino a lui mentre promette lotta alla comunità lgbt. È assurdo, quello che sto guardando non ha alcun senso. Sono due settimane che mi evita, dopo l'arresto di Kayden ha iniziato a comportarsi in modo strano fino a smettere di rispondermi.
A scuola non mi parla, finge di non conoscermi e non so nemmeno perché. Adesso mi sembra abbastanza chiaro, se ne sta lì fiero accanto a suo padre e io sono tutto ciò che gli ricorda quanto sbagliato sia. Kayden si siede accanto a me, morde una mela e indica il quotidiano tra le mie mani.
«Il tuo ragazzo deve farsi crescere le palle».
«Non credo che sia più il mio ragazzo» mormoro.
Dirlo mi fa venire la nausea. Chandler è stato il mio mondo per mesi, adesso che è sparito nel nulla non so come andare avanti.
«Non te l'aspettavi?»
Scuoto la testa e scorro le parole dell'articolo che parla della campagna elettorale di suo padre. Lo definisce uno degli uomini più influenti dello stato e parla di Chandler come l'erede dell'impero. È Meredith quella che ha le carte in regola per ricoprire quel ruolo, ma nessuno sembra capirlo solo perché è una donna.
«Cos'è successo tra di voi?»
Guardo mio fratello e sospiro. Ci siamo spaventati quando lo hanno arrestato di nuovo, grazie al cielo è stato solo un errore ma mamma è ancora piuttosto scossa.
«Non ne ho idea, si è allontanato quando ti hanno arrestato. Forse ho detto qualcosa di sbagliato, magari si è arrabbiato perché non l'ho fatto venire con me quando mi ha chiamato mamma».
È un'ipotesi, ma non ha senso. Kayden mastica lentamente e riflette.
«Gli hai parlato?»
«Mi evita».
«Mmh».
Inarco un sopracciglio e lui alza le spalle.
«Chandler non mi piace, ma mi ricorda un po' me stesso» borbotta.
«Questo cosa dovrebbe significare?»
«Significa che forse ti sta allontanando per proteggerti come io ho fatto con Willa. Insisti come lei ha fatto con me, ma preparati a soffrire» sussurra.
Ci penso su e mi mordo il labbro. Forse ha ragione, anche se non riesco a capire da cosa dovrebbe proteggermi. Dalla campagna elettorale di suo padre, forse. Mi alzo e sistemo la sedia sotto il tavolo, prendo le chiavi dell'auto e il telefono.
«Avvisa la mamma che torno subito».
Annuisce e continua a mangiare in silenzio.
«Kennedy?»
Mi volto e lui mi guarda negli occhi.
«Niente, sta' attento».
Annuisco e me ne vado. Guido fino al dormitorio e lascio l'auto dietro la sua, scendo e mi incammino verso la porta. Ho una copia delle chiavi, me l'ha data Chandler quando ci siamo messi insieme. La uso per entrare e vengo accolto dall'oscurità, accendo la luce e mi guardo intorno.
«Chandler?»
Sto per imboccare le scale quando vedo una luce fioca provenire dalla veranda. Mi incammino e mi irrigidisco quando lo trovo steso nel divano a pancia in giù, una bottiglia che pende dalla mano sinistra e le labbra schiuse.
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Love, Kennedy
Teen FictionKennedy Lancaster è stato cresciuto per essere l'ombra di suo fratello Kayden, ha passato tutta la vita cercando di proteggerlo dai pericoli che non poteva cogliere a causa della sua malattia e cercando di essere invisibile agli occhi degli altri. A...