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KENNEDY

La sorella di Chandler vive in una villa poco distante da casa sua. Devo rivalutare il concetto di ricchezza che ho avuto fino a oggi, a quanto pare. 

Chandler è cresciuto nel lusso, ha un padre che è uno stronzo che fa affari in modo discutibile e alza le mani su di lui. Non vedo l'ora di partire e tornare a casa, ho paura che torni a casa e faccia una scenata beccandoci insieme. 

Non ho paura di lui, non voglio che lui soffra per l'ennesima conferma su quell'uomo. Non ho paura di affrontare suo padre o chiunque altro, sono pronto a farlo. Vorrei solo poterlo proteggere dal dolore perché so che la maschera che indossa per ingannare tutti si sta rompendo e lui inizia a fare fatica a gestire tutto quanto.

Scendiamo dall'auto e Chandler indica una porta d'ingresso, mi sento un po' a disagio ma cerco di non darlo a vedere. Meredith ci accoglie con un sorriso sulle labbra, stritola suo fratello in un abbraccio stretto e poi mi stringe la mano. 

I capelli biondi sono raccolti in una coda liscia, mentre gli occhi azzurri mi fissano da dietro una montatura nera squadrata. È piuttosto minuta e la tuta che indossa la fa apparire una donna normale, ne sono rassicurato. Tutto questo lusso iniziava a farmi girare la testa.

«Sono così felice di vedervi! Kennedy, finalmente ci conosciamo».

Ci porta su un pergolato dove ci sono dei divanetti e un caminetto. Chi diavolo ha un camino all'aperto? I Milestone, a quanto pare. Ci sediamo e Meredith fa servire del tè da una domestica, mi porto la tazza alle labbra e cerco di concentrarmi su di lei. Chandler mi lancia un'occhiata incuriosita e mi posa una mano sulla coscia. Mi irrigidisco e lo guardo negli occhi.

«Va tutto bene?» bisbiglia.

«Troppo lusso».

Alza gli occhi al cielo e i suoi occhi scivolano sulla piscina dall'altro lato del giardino, sbianca così tanto che temo vomiti sul tavolino. Meredith si è distratta per rispondere a una telefonata di lavoro, quindi gli afferro il viso e lo ruoto verso il mio.

«Mmh» sussurra.

I suoi occhi scivolano di nuovo verso la piscina. Mi avvicino e il mio viso sfiora il suo adesso.

«Occhi su di me, Channy».

Sbatte le palpebre e mi guarda, il suo sguardo scivola sulle mie labbra.

«Scusami, odio le piscine».

Lo capisco. Premo le labbra sulle sue e mi alzo, mi guarda come se fossi strano ma io indico il mio posto.

«Facciamo cambio, mi siedo io lì».

Chandler si sposta con la confusione ancora dipinta sul volto, quando si sistema sui cuscini e punta lo sguardo di fronte a sé trattiene il fiato. Da lì, la piscina non si vede, ha davanti Meredith e un cespuglio di rose che copre quasi del tutto la visuale. Mi fissa così intensamente che rabbrividisco.

«Scusatemi, una telefonata dall'ufficio».

Meredith mi costringe a voltarmi verso di lei, ma sento la mano di Chandler sulla mia coscia.

«Va tutto bene?» domanda lui.

La disinvoltura con lui parla con lei e tocca la mia coscia mi lascia un po' spiazzato, lei non sembra per niente infastidita dalla cosa. Ci fissa con un sorrisetto disegnato sulle labbra.

«Sì, solo un problema con una piattaforma. Sto lavorando meno ultimamente e hanno sempre qualche problema che non riescono a risolvere».

«Non dovresti rispondere, devi riposare per il bambino» protesta Chandler.

Love, KennedyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora