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KENNEDY

Mi vibra il telefono in tasca mentre il professor Mone finisce di dettare i compiti per la settimana prossima, chiudo il libro di scienze e sblocco lo schermo del telefono. 

C'è un messaggio di mio fratello che mi chiede di tornare a casa subito dopo la scuola, aggrotto la fronte perplesso. 

Mi ributto il telefono in tasca e seguo Josh fuori dall'aula, Elizabeth ci aspetta in fondo al corridoio con i capelli lisci sulle spalle e gli occhi più truccati del solito. È così bassa che sembra una bambina in mezzo a noi.

«Cosa stai combinando con lei?» sussurro.

Josh si indica il petto come a chiedermi se ce l'ho con lui, lo urto con la spalla e lui alza gli occhi al cielo.

«Niente, siamo amici. Solo quando non scappa».

«Non prenderla in giro».

«Credimi, non lo faccio».

Socchiude gli occhi e percorre il suo corpo con lo sguardo, lei arrossisce e io inizio a sentirmi di troppo. Ci fermiamo davanti a lei che mi saluta agitando una mano.

«Chandler non c'è? Ora che state di nuovo insieme, possiamo reclamare un tavolo in mensa».

Siamo tornati insieme, ma evitiamo ancora le effusioni in pubblico. Le cose che mi ha raccontato sono troppo gravi e voglio che si senta libero di agire con i suoi tempi, quello che conta è affondare la nave su cui suo padre pensa di potersi riparare. Quindi, in pubblico vale sempre la regola del niente contatti.

«Non c'è, è uscito alla terza ora» rispondo. «Una visita medica».

Meredith lo ha accompagnato dal medico, ma non mi ha spiegato i dettagli. Mi ha detto che ci vedremo dopo la scuola, mi è sembrato più tranquillo stamattina dopo aver parlato di tutto questo casino che abbiamo tra le mani. Penso che dovremmo dire la verità a Meredith, ma lui teme che lei si faccia prendere dal senso di colpa e ci ostacoli, che prenda le parti del padre. 

Io ne dubito, è incinta e penso che l'idea che suo padre possa fare a sua figlia o figlio quello che ha fatto ad Amy, la ripugnerebbe. Ci dirigiamo in mesa e prendiamo il piatto del giorno, una sbobba che dovrebbe essere il piatto forte: spaghetti con le polpette. Ci sediamo a un tavolo e noto che Elizabeth ha preso solo un'insalata.

«Vuoi le mie polpette?» domando.

«Sono a posto così, Kennie».

Mangiamo in silenzio e Josh non distoglie gli occhi da lei, persino io ne sono intimidito. Gli do un calcio sotto il tavolo e lui mi guarda in preda alla confusione. Elizabeth si schiarisce la voce e attira la nostra attenzione.

«Andrete al ballo?»

La mia mente vola al ballo dello scorso anno, quando ho accompagnato Willa mentre mio fratello era in attesa del processo. Mi torna in mente anche il ballo organizzato per il progetto di corrispondenza, quello in cui ho visto Chandler per la prima volta.

«Certo, chi non ci va?» borbotta Josh.

Lei arrossisce di nuovo.

«Io non credo di andarci» intervengo.

«Tu e Chandler dovreste presentarvi al ballo insieme e baciarvi davanti a tutti» dice lei.

«E ballare Mirrorball di Taylor Swift mentre diventiamo un trend di Tik Tok?»

Josh scoppia a ridere, ma lei annuisce. Onestamente, venire al ballo con Chandler è l'unica opzione che ho. Senza di lui, non voglio neanche partecipare, ma me lo tengo per me. Loro non sanno che lui non è come noi, non ha una vita spensierata. I soldi nascondono molto dolore.

Love, KennedyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora