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KENNEDY

Quando Chandler sparisce per un giorno intero, mi faccio prendere dalla paura. La mia mente crea una decina di scenari diversi nei quali lui mi molla di nuovo, quindi sospiro di sollievo quando mi telefona per chiedermi di raggiungerlo al dormitorio. 

Non lo vedo da ieri, quando ci siamo salutati al termine delle lezioni e lui è andato a riposare. Spingo la porta del dormitorio e strizzo le palpebre per abituarmi al buio, intravedo la luce fioca al piano di sopra e decido di imboccare le scale. 

Raggiungo la sua stanza e mi schiarisco la voce per attirare la sua attenzione. Chandler ha una sigaretta tra le labbra e sta gettando dei vestiti in una valigia, ci sono alcuni scatoloni sul pavimento e sono pieni per metà delle sue cose. Sollevo lo sguardo sul suo viso e mi irrigidisco quando noto i punti di sutura e i lividi.

«Cos'è successo?»

Mi avvicino e gli tolgo la sigaretta dalle labbra, sfioro i lividi con il pollice e lui inspira profondamente, preme le labbra sulle mie e mi attira al suo petto. 

Il suo profumo mi fa rabbrividire, è come essere avvolti in una nuvola che sa solo di lui. Chandler preme la fronte sulla mia e mi guarda negli occhi, i suoi sono scuri e pieni di tormento e inizio a stancarmi di vedere sempre quel velo di dolore nel suo sguardo.

«Cosa ti ha fatto?» insisto

«Non ha preso bene il fatto che siamo tornati insieme» risponde. «Kayden sta bene?»

Annuisco e mi mordo il labbro. L'idea che suo padre lo faccia arrestare di nuovo mi fa schizzare il sangue al cervello. Ho avvisato mi padre di questo dettaglio e so che lui ha provveduto a parlarne con Baron, ma non ho idea di cosa si siano detti. 

Non siamo sprovveduti, ora sappiamo che se Kayden verrà arrestato di nuovo non sarà di certo per un errore giudiziario. Ovviamente, a mio fratello non ho detto niente di questa storia. Pensa ancora che i suoi ultimi test antidroga siano la causa di questo casino.

«Me ne vado, Kennedy. Vado a stare da Meredith e Clay. Stare qui per me è troppo pericoloso ormai, mio padre sta perdendo il controllo e non voglio più rischiare che un giorno non riesca a fermarsi e mi faccia del male sul serio».

Ne sono sollevato, ma una parte di me si irrigidisce perché teme che mi stia mettendo di nuovo da parte.

«Cosa ti ha fatto? Dove sei stato?»

«Mi aspettava fuori da scuola ieri, mi ha portato a casa nostra ad Altanta. Quando se n'è andato, ho preso una delle sue auto e sono andato da Meredith. Mi ha fatto visitare da un medico e sono rimasto lì tutta la notte, non riuscivo a stare al volante per il dolore e non volevo che lui mi trovasse nel caso in cui fosse tornato a cercarmi».

Si allontana e solleva la stoffa della felpa che indossa, si volta e i miei occhi scivolano sui lividi bluastri che ha sulla schiena e sul fianco. Sono rigonfi ed estesi. Chandler si ricopre e si volta di nuovo, allenta il colletto della felpa e mi mostra il collo. 

È ricoperto di lividi anche quello, di impronte di polpastrelli. Mi viene la nausea. Come può un uomo fare una cosa del genere a suo figlio? Come può abusare sessualmente di sua figlia? Kurt ha distrutto tutti e due e inizio a temere che Channy non sia così forte da riuscire a sopravvivere a tutto questo.

«Figlio di puttana» sussurro.

Riprende a riempire gli scatoloni, la sigaretta tra le mie dita quasi del tutto consumata. La spengo in un posacenere e lo aiuto a piegare alcuni vestiti, poi prendo i libri e li infilo in uno scatolone.

«Possiamo continuare a vederci qui dopo la scuola, ho le chiavi e abbiamo ancora dei lavori da ultimare prima della fine del semestre».

«Lo sai che puoi venire a casa mia, vero? Per stare insieme non ci dobbiamo per forza nascondere qui, a mia madre sta bene» mormoro.

Love, KennedyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora