KENNEDY
All'inizio di dicembre, la mia vita torna a somigliare vagamente a quella che era l'anno scorso. Prima che lui piombasse qui e mi facesse mettere in discussione me stesso, prima che io accettassi l'idea di pormi certe domande.
Un po' lo odio, me ne convinco quando mi passa accanto e non fa che salutarmi con un cenno del mento. Me ne convinco quando si siede vicino a me al corso di arte e si mette a disegnare senza dire una parola e me ne convinco quando lo vedo alle feste, sempre troppo concentrato a bere per accorgersi che lo sto guardando.
Troppo concentrato su James per rendersi conto che l'ho notato, ho visto come si guardano e li ho visti scomparire insieme a qualche festa. Un po' lo odio perché mi ha incasinato la testa e adesso mi ritrovo pieno di insicurezze, in una pelle che non sono più sicuro mi appartenga.
Mi ritrovo con Eve che vuole stare con me e io che so di esserne attratto, di volerle bene ma di non poterla più amare.
Lo odio e vorrei tornare a quando non sapevo nemmeno che volto avesse perché, anche se la mia vita ultimamente ricorda vagamente quella che conducevo l'anno scorso, io non sono più lo stesso.
Un'altra cosa che odio, per esempio, è che non si ricordi di avermi baciato alla festa prima del Ringraziamento. Io non riesco a smettere di pensarci.
Scosto lo sgabello dal bancone e mi ci lascio cadere sopra, la divisa della Weston High che indosso è fradicia dato che fuori sta diluviando.
Lancio uno sguardo a Kayden e studio la lavagna alle sue spalle per scegliere cosa ordinare, opto per una crostata al cioccolato e aspetto che mio fratello venga a servirmi. Lavora al Misty's da una settimana e non lo vedevo così attivo da mesi, è sempre depresso ma finalmente può uscire di casa e sono sicuro che questo lo aiuterà molto.
Ci vuole tempo per curare un cuore spezzato. Kayden mi raggiunge e si sistema i capelli, scostandoseli dalla fronte. Indossa un grembiule con il logo della tavola calda, un paio di jeans e una maglietta a maniche corte. Sotto i jeans è nascosta la cavigliera elettronica.
«Non avevi un ombrello?»
«Lascia perdere, me l'hanno rubato» mugugno.
L'ho dimenticato nell'atrio della scuola dove lo avevo poggiato per rispondere a un messaggio di Willa che si era trasformato in una raffica di messaggi d'emergenza per aver avuto voglia di scrivere a lui. Quando me ne sono ricordato dopo due ore e sono tornato a prenderlo, non c'era più.
«Andiamo a correre dopo?» mi chiede.
«Prima devo mangiare qualcosa, sto morendo di fame».
«Tanto stacco tra un'ora. Sarà divertente sotto la pioggia».
Da impazzire, vorrei dire. Mio fratello mi serve e torna dagli altri clienti, per essere la prima volta che svolge questo lavoro è molto veloce e credo che sia dovuto alla smania che ha dentro.
Sei mesi chiuso in casa possono essere molto difficili da superare, la gente impazzisce dopo una settimana di influenza. Rimango su quello sgabello per un'ora, quando Kayden stacca vado a cambiarmi in bagno e mi infilo i pantaloncini e una felpa.
Lo aspetto all'esterno dove l'acquazzone si è trasformato in una leggera pioggia pungente, ogni gocciolina è dolorosa come se fosse uno spillo. Il clima è impazzito esattamente come me.
Il percorso che facciamo è quello che faccio sempre io quando esco da solo, iniziamo a correre senza dirci una parola poi iniziamo a parlare del più e del meno.
Mamma pensa che lavorare in una tavola calda sia rischioso per lui visto che non può sentire il dolore, ne parliamo e la prendiamo in giro. Kayden sembra volermi chiedere qualcosa, ma non trova il coraggio di farlo fino a quando non ci fermiamo in un parco per riprendere fiato.

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Love, Kennedy
Teen FictionKennedy Lancaster è stato cresciuto per essere l'ombra di suo fratello Kayden, ha passato tutta la vita cercando di proteggerlo dai pericoli che non poteva cogliere a causa della sua malattia e cercando di essere invisibile agli occhi degli altri. A...