Capitolo Terzo

3K 177 8
                                    




POV BASH.

« .. Era ormai trascorso un anno ed egli pensava a suo fratello. Infine arrivò al luogo dell'incontro. Lo vide in lontananza e gli gridò: ho trovato la penna dell'uccello grifone! » mentre stavo raccontando la fiaba dell'uccello grifone mi voltai verso Elizabeth, e la trovai profondamente addormentata con la testa appoggiata sulla mia spalla e la mano che mi stringeva il braccio. Sorrisi. Mi sembrava di aver fatto davvero addormentare una bambina. Chiusi il libro e lo poggiai sul tavolino. Se l'avessi provata a spostare si sarebbe svegliata di sicuro. Ma si trovava in una posizione scomoda, ed io volevo portarla a letto. Era davvero stanca, aveva lavorato tutto il giorno e in più si era anche occupata di me. Provai a spostarmi un minimo, e lei mugugnò qualcosa senza svegliarsi. La adagiai leggermente sullo schienale, e mi inginocchiai. Mentre stavo per prenderla in braccio sentii un tonfo proveniente dall'esterno. Mi voltai verso la finestra, mi alzai e mi avvicinai ad essa. Fuori era tutto buio. Il cielo senza stelle era nero come la pece, gli alberi ondeggiavano sferzati dalla furia del vento, la neve scendeva e dolcemente andava a posarsi sullo strato già fitto sul terreno. Avvicinai la candela al vetro, per vedere qualcosa di più. All'improvviso una mano semi scheletrica batté violentemente sul vetro. Feci un balzo indietro e questa scomparve. Qualche secondo dopo sentii un pugno sulla porta.Poi un altro di nuovo sulla finestra. Posai la candela sul tavolino emi inginocchiai ai piedi di Elizabeth. Cercai di scrollarla, per svegliarla e prepararla al peggio.

POV BETH.

Non capii nulla. Aprii violentemente gli occhi, e un capogiro improvviso fece si che non riuscissi ad alzarmi in piedi. Bash si agitava, cercava di dirmi qualcosa. «Elizabeth, adesso voi scendete giù, nel seminterrato e rimanete li finché non sarà tutto finito. Capito?» «Cosa sarà finito, Bash?» Mentre stavo per alzarmi in piedi, sentii qualcuno sferrare un violento pugno nella porta scardinata. «Bash, che succede?» Lui si voltò, si guardò alle spalle, e poi si girò di nuovo verso di me. «Elizabeth, non ho tempo per spiegarvi. Dovete muovervi adesso, forza!» Mi alzai velocemente, Bash alzò la botola e mi fece scivolare giù. «Bash, voi cosa farete?» Chiesi in preda al panico. «Io so cosa fare, Elizabeth.» Detto questo chiuse la botola, ed io rimasi da sola, al buio tendendo l'orecchio ad ogni minimo rumore proveniente dal piano di sopra.

POV BASH.

Presi un mobile e lo spinsi verso la porta, poi spinsi anche il divano. Erano in tanti, lo sapevo. Poggiai una candela sul tavolo e lasciai che quella fosse l'unica luce ad illuminare la stanza. Afferrai la spada e iniziai a gridare a voce alta alcune preghiere in lingua pagana che mi erano state insegnate da piccolo. Continuavano a forzare la porta, e il mobile stava quasi per cedere. Nonostante non fossi al meglio delle mie condizioni corsi verso la porta e con la schiena iniziai a fare pressione verso di essa, spingendo verso l'esterno, continuando a pregare. La ferita era compressa in quello sforzo disumano che stavo compiendo. Dalla mia camicia bianca, scorsi una macchia di sangue che si espandeva. Mentre stavo per perdere i sensi vidi la botola che sia priva ed Elizabeth che correva verso di me. «Perché siete uscita?»Gridai verso di lei. «Non vi avrei lasciato da solo.» Detto questo iniziò a spingere verso la porta insieme a me, mentre io con le ultime forze che mi erano rimaste continuavo quelle preghiere in quella lingua strana, di cui anche io stesso ignoravo il significato.«Bash!» Sentivo la voce di Elizabeth provenire lontana, metallica,mentre le gambe iniziavano a tremarmi e senza che potessi rendermene conto, mi accasciai a terra.


POV BETH

Io stessa ignoravo il motivo di quell'aggressione da parte di chissà chi, ma comunque davo una mano a Bash a spingere verso la porta, finché mi girai verso di lui e lo vidi accasciato a terra. «Bash!»Urlai, mentre vedevo il sangue macchiargli la camicia bianca. Senza lottare più, mi precipitai sul pavimento accanto a Bash, che inerme giaceva senza forze. Lo presi tra le braccia, e mi accoccolai accanto a lui. Il terrore aveva invaso ogni mia singola terminazione nervosa. Fuori dalle finestre sentivo una cantilena mesta, come quando la morte sta per venirti a prendere e tu non senti altro che schiere di anime cantare filastrocche ipnotiche. Strinsi ancora più forte Bash a me, e come tutto era iniziato, così finì. In un secondo. Immediatamente lo trascinai in camera da letto e facendo appello a tutta la mia forzalo stesi sul letto. Gli tolsi la camicia e vidi che due punti erano saltati. Riuscii fortunatamente a suturarli prima che lui si svegliasse. Credevo che la ferita, dal sangue perso, fosse ridotta molto più male. Una volta che lo medicai, mi accoccolai ai piedi del letto, stringendomi convulsamente le ginocchia. Avevo il labbro inferiore che mi tremava, e dondolavo avanti e indietro. Mi sentivo terribilmente in pericolo e sola. Ad un certo punto sentii un urlo.Era Bash, in mezzo al letto, seduto con gli occhi vitrei e spalancati. Madido di sudore e con il cuore che gli batteva a mille.Mi alzai e mi sedetti accanto a lui. « Bash, non preoccupatevi. Shhhh, va tutto bene! Sono qui. Sono qui.» Dissi prendendogli il volto tra le mani. Mi fissava con uno sguardo assente, come quello di chi è perso in un'altra dimensione e fa fatica a tornare in quella reale. «Bash.. Calmatevi.» In realtà avevo bisogno di qualcuno che rivolgesse a me quelle stesse parole, ma cercavo di fare del mio meglio per mostrarmi forte. L'unica cosa che avrei voluto fare in quel momento era scoppiare a piangere. Mi alzai velocemente e presi qualcosa per asciugargli il sudore. «Elizabeth..»Disse come se si fosse risvegliato da quel trance. Io gli sorrisi, felice di non sentirmi più sola. «Elizabeth, perdonatemi.»«Bash, cosa dite? Di cosa mi chiedete perdono? Mi avete salvata..»«Cercavano me,Elizabeth. E vi ho messa in pericolo. Mi dispiace così tanto.»Gli presi una mano. «State tranquillo, Bash. Adesso è tutto finito. Non vi faranno del male finché sarete qui. E io non vi lascerò andare finché sarete in pericolo non vi preoccupate.. Bash.» Mentre pronunciavo quelle parole iniziai a singhiozzare, scossa da tremiti di paura. «Oh, venite qui.»Bash mi attirò a se, ed io poggiai la testa sulle sue gambe mentre piangevo, dando sfogo a tutta la tensione accumulata poco prima. «Elizabeth, mi dispiace così tanto che di avervi messa in questo casino. Non era mia intenzione. Andrò via il più presto possibile, così non mi vedrete più.»Mi asciugai le lacrime con il palmo della mano, e lo guardai fisso con gli occhi che bruciavano. «Bash, non dovete andare via per proteggermi. Dovete restare per guarire. Dovete promettermi che non andrete via finché non sarete interamente guarito.»Lui sorrise e mi accarezzò i capelli. «Ve lo prometto.»Sorrisi di rimando, poi aggiustatami i capelli, feci per alzarmi. «Bash, è molto tardi. Vado nella camera accanto. Buonanotte.» «Elizabeth, non preoccupatevi, vado io di la.La porta non è nemmeno chiusa.»Lo fermai con la mano, e scossi dolcemente la testa. Capì che non doveva insistere. Chiusi la porta alle mie spalle e presi una piccola coperta da uno dei cassetti del mio mobiletto. Mi avvolsi in quella come se mi stessi aggrappando aduna certezza, una protezione. Dentro di me mi dicevo di essere forte,ma speravo che da un momento all'altro dalla porta che divideva le nostre stanze uscisse Bash e venisse a farmi compagnia. Nelle attese vane, mi addormentai. Mi svegliai non so quanto dopo, in seguito a un rumore. Forse quasi impercettibile, ma bastò per svegliare i miei sensi già allertati. Mi guardai attorno. Ero nel mio letto, quello della camera dove avevo lasciato Bash. E lui era in piedi vicino alla finestra. Si voltò, giusto il tempo di accorgersi che ero sveglia.«Scusatemi, non volevo svegliarvi.» Mi stropicciai gli occhi e mi misi a sedere. «State tranquillo. Ho imparato a camminare nel sonno per caso? Sono già due notti che mi sveglio in stanze differenti.»Dissi con la voce ancora impastata di sonno. Lui sorrise, con le braccia conserte. «Vi chiedo scusa, ma vi ho sentita piangere nel sonno e non ce l'ho fatta a lasciarvi sola.» «Grazie». Lui annuì, poi si voltò di nuovo verso la finestra. «A cosa pensate?»Gli chiesi. «A niente.. A tutto.» «Siete innamorato?»Lui si voltò, fissandomi con lo stesso sguardo che caratterizza qualcuno messo a nudo davanti ad una folla. «Come fate a dirlo?»Mi scompigliai i miei capelli castani e feci per alzarmi. «Nel modo in cui fissate questo cielo senza luna.»Mi avvicinai a lui e puntai il dito verso la volta buia che sovrastava le nostre esistenze. «Il vostro sguardo, nonostante non ci sia alcun elemento osservabile stanotte, vaga sempre alla ricerca di un solo piccolo puntino luminoso. È una speranza che voi nutrite. E dai vostri occhi, si capisce che è una speranza riposta nei confronti di una donna.»Inarcò le sopracciglia, e sospirò malinconicamente. «Si, ma forse ho riposto le speranza nella donna sbagliata, Elizabeth.» «Perché?»Chiesi di rimando. «Perché lei non potrà mai essere mia.» Un brivido di freddo mi costrinse a stringere di più le braccia contro il mio corpo. «Perché dite così? Non potete sapere ciò che il destino ha in serbo per voi. Sapete che nulla è scritto finché non capita?» Lui scosse la testa. «I destini di alcune persone sono segnati e scritti dalla nascita, Elizabeth. Noi non possiamo farci niente. Siamo marionette nelle mani di un burattinaio senza sentimenti.» Non potei fare altro che starmene in silenzio. Non mi aveva detto nulla, eppure mi aveva detto così tanto. «Tornate a dormire, Elizabeth. Sarete stanca.»

POV BASH.


       

Si andò a mettere a letto, e si addormentò molto presto. Io rimasi ancora un po' alla finestra,guardando quel cielo così tetro. Ormai era quasi una settimana che avevo lasciato il castello. Non ne sentivo affatto la mancanza. Se avessi potuto, avrei voluto avere notizie di Mary. Ma qualcosa mi diceva che stava bene. Altrimenti tutto il regno sarebbe stato messo in allerta, e si sa che le brutte notizie sono sempre le più rapide ad arrivare. Quando vidi che il sonno stava prendendo il sopravvento anche su di me, mi sdraiai accanto ad Elizabeth con la schiena rivolta verso di lei, e rimasi a fissare ancora un po' la finestra.Poi, non so perché, uno strano istinto mi fece voltare dalla sua parte. Lei era di spalle, dormiva profondamente, i suoi respiri erano pacati. Mi avvicinai a lei e le posai un bacio sui capelli. Le poggiai una mano sulla pancia e aderii con la fronte alla sua schiena. Se si fosse svegliata probabilmente mi avrebbe preso a schiaffi, ma in quel momento, quello che volevo era rimanere così. E ci rimasi per tutta la notte.

Once Upon a Time, a Reign | Completa, in revisione |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora