Capitolo Settantottesimo

976 71 24
                                    

BETH

Avevo messo a punto gli ultimi dettagli del rinfresco, che si sarebbe tenuto nella dependance, ovvero la casa attuale di Jamie e Clare.
Avevo già deciso l'acconciatura, e Francis si era occupato di farmi riceverei gioielli da indossare.
Eleganti e delicati.
Un girocollo e un paio di orecchini di diamanti.
La giornata passò tranquilla.
Francis mi informò che tutto era stato fatto, aveva invitato i suoi parenti e i miei genitori.
Aveva già dato predisposizioni per la carrozza.
La sera andammo a letto, e ci addormentammo in poco tempo, esausti.
La mattina dopo, Francis mi informò che sarebbe stato via quasi per tutto il giorno, ed io non feci domande, anche se mi incuriosiva parecchio il motivo, che Francis evitò di dirmi.
La cerimonia religiosa si sarebbe svolta nel pomeriggio, mentre la sera ci sarebbe stato il rinfresco.
Avevo preferito farlo in Provenza, perché la campagna francese mi evocava solo bei ricordi.
Mi sedetti in riva al fiume, dopo che fu consegnato il vestito da sposa.
Philiph fu preciso come c'era da aspettarsi.
Mi stesi sul prato e mi portai le mani al volto, fissando il cielo azzurro, che si tingeva ora di arancione.
Gli uccelli volavano tranquilli, giocando tra di loro, e rincorrendosi in una danza che solo loro conoscevano.
Tra qualche ora, sarei diventata la moglie di Francis.
Una strana sensazione mi attanagliò lo stomaco.
Era ansia, mista a gioia e paura.
Ero pronta? Non lo sapevo.
Ma chi è veramente pronto per sposarsi?
Il matrimonio è un'avventura in compagnia della tua anima gemella.
Non bisognerebbe avere paura, perché da quel momento in poi non si sarà mai più soli.
E Bash?
Sarebbe venuto al matrimonio?
E se fosse venuto al matrimonio, come mi sarei sentita?
Cosa avrei provato vedendolo?
Non vedevo il suo viso da troppo tempo.
Anche se il suo sguardo lo incontravo ogni qual volta guardavo gli occhi del piccolo Francis Jr.
« Mo Nighean Donn »
La sua voce inconfondibile, mi costrinse a voltarmi.
« Ciao, scozzese » mormorai amichevole.
« E così... domani ti sposi? » mormorò, prendendo posto accanto a me.
« Già » dissi portandomi le mani al volto.
« Clare dov'è? » chiesi.
« In paese, sta prendendo delle cose da mangiare. Francis? »
Alzai le spalle.
« Ti sei già persa il tuo futuro marito? »
Io risi e gli diedi una spinta.
« Non mi ha detto dove andava. Forse sta organizzando le ultime cose ».
Jamie annuì.
« Il fiume è incantevole a quest'ora » osservai, alzandomi e lisciandomi le pieghe della gonna.
« Aye » disse lui.
Mi avvicinai ancora un po', proprio sulla riva.
Le increspature dell'acqua assumevano gli stessi colori del cielo, andavano dal rosso all'arancione, dall'azzurro al rosa tenue.
Poi, all'improvviso, mi sentii sollevare da dietro da un paio di braccia muscolose, e in pochi secondi mi ritrovai in acqua, completamente zuppa.
« Jamie! » urlai, tra le risate.
Mi voltai, e anche lui era fradicio.
La camicia bianca gli si era appiccicata addosso, rivelando i suoi addominali, i bicipiti, la schiena.
I suoi riccioli rossi gli ricadevano pesanti sul viso.
Mi bloccò ancora, e mi fece fare un altro tuffo.
« Almeno così ti porterà fortuna! » mormorò, facendomi fare le piroette tra le sue braccia.
« Tu sei un highlander svitato! » gridai ridendo.
Finalmente lasciò la presa, ma soltanto per togliersi la camicia e gettarla ariva.
Arrossii terribilmente alla vista del suo torace scoperto, e dei suoi occhi verdi e maliziosi che si posavano su di me.
« Devo andare ad asciugarmi » mormorai, rossa in volta « per colpa di un pazzo, ora ho tutti i vestiti bagnati » dissi, prima di avviarmi verso la riva.
Ma prima che potessi mettere piede sul terreno, Jamie mi afferrò per un polso, mi voltò e azzerò la distanza tra di noi.
Mi ritrovai faccia a faccia con lui, i nostri petti l'uno contro l'altro.
Le sue braccia che mi tenevano saldamente contro il suo petto scoperto.
Piantai gli occhi nei suoi, sentivo il suo torace che si alzava e si abbassava.
La sua presa era salda, mi era impossibile muovere un solo muscolo.
Guardai le sue labbra, inumidite e schiuse, poi tornai sui suoi occhi.
Il suo sguardo era strano.
Mi osservava, e nessuno dei due aveva detto unasola parola.
A un certo punto, sentii che la sua presa si allentava, e riuscii di nuovo a prendere possesso del mio corpo.
Socchiuse gli occhi per qualche secondo, si passò la lingua sulle labbra, e finalmente si staccò da me.
Lo guardai ancora per qualche secondo, stordita, e senza dire una parola gli diedi le spalle, e mi allontanai.
Se avesse provato a baciarmi, lo avrei fermato ancora.
Non doveva essere l'ennesimo errore della mia vita.
Ero stanca di commettere errori.
Volevo qualcosa di giusto.
E Francis era la cosa più giusta che mi fosse mai accaduta.
Feci un bagno, poi mi sedetti sul sofà ad aspettare il ritorno del principe.
« Oh, ben tornato » dissi, con una falsa nota di arrabbiatura nella voce.
Francis sospirò, sorridendo.
« Sì lo so, ho fatto più tardi perché ho preso delle piccole cose ».
Io aggrottai le sopracciglia.
« Cosa? »
Lui sorrise, venne verso di me e dopo avermi afferrato entrambe le mani disse: « Vieni con me ».
« Chiudi gli occhi, e prometti di non sbirciare».
« Va bene! » dissi ridendo.
Francis si assicurò che i miei occhi fossero chiusi, e mi prese dolcemente la mano, conducendomi attraverso l'androne del casale fino in giardino.
« Francis, io cado » mormorai.
Lui rise e non rispose.
« Francis » continuai.
« Sssh, piccola lamentosa. Siamo quasi arrivati»disse.
All'improvviso, mi fece fermare.
« Francis, posso aprire? » mormorai.
« Non ancora... aspetta »
A un certo punto, proprio davanti a me, sentii una dolce melodia, fatta di violini, clarinetti, e altri strumenti musicali.
« Apri » disse, finalmente.
Davanti a me c'era un gruppo di cinque persone, che armonizzavano una melodia dolce.
C'erano dei petali di rosa proprio nel punto in cui mi ero fermata.
« Francis, che significa? »
All'improvviso il principe si inginocchiò, al mio cospetto, e dalla tasca della giacca rossa, estrasse un cofanetto.
« Queste sono le fedi che ho fatto forgiare per domani » mormorò, mostrandomi due bellissime fedi di oro bianco.
All'interno, erano incastonati i nostri nomi.
Dall'altra tasca invece, estrasse un altro cofanetto.
« Non ti ho mai regalato un vero anello di fidanzamento, uno di quegli anelli che come dicono gli inglesi, fanno capire che siamo "engaged", promessi sposi. L'unico motivo per cui non te l'avevo ancora dato, era perché non volevo metterti pressione. Volevo lasciarti libera di decidere di tua spontanea volontà quando unirti a me per sempre. Ce l'avevo conservato da tempo, perché ho sempre nutrito la speranza che un giorno saresti stata mia, e ora te ne faccio dono. Quindi permettimi di dirtelo ancora: ElizabethAudrey Duval, voulez-vous me marier? »
"Vuoi sposarmi?"
Il suo discorso mi aveva commosso profondamente, ed ero una maschera di lacrime.
« Oui, mon amour. Oui! » risposi, mentre mi portavo una mano al volto per l'emozione.
Francis mi prese dolcemente la mano, e mi infilò al dito il meraviglioso anello di oro bianco, con un diamante incastonato che prendeva la forma di una rosa.
Poi si alzò, e mi portò il viso accanto al suo, baciandomi con passione.
« Non ho ancora finito ». disse lui.
« Cosa? » dissi, tra le lacrime.
Si avvicinò a un olmo, e raccolse un sacchettino di camoscio blu, da cui estrasse una meravigliosa tiara.
« Che significa? » mormorai.
« Quello che hai detto ieri mi ha fatto riflettere molto. Hai detto di non essere alla mia altezza, cosa che mi ha ferito moltissimo. Questa tiara dovrai indossarla al nostro matrimonio, perché tutti dovranno sapere tu chi realmente sei. Vous êtes la reine de mon monde , mon cœur , et bientôtvous allez devenir la reine de ma vie».
"Tu sei la regina del mio mondo, del mio cuore, e molto presto diventerai regina della mia vita."
Mi aveva regalato una tiara, perché simbolicamente, io ero la sua regina.
Chinai la testa, e lui la poggiò delicatamente sui miei capelli, poi poi mi osservò.
« Vedi? Sei nata per essere una regina » disse,  orgoglioso.
« Ti amo » mormorai, affondando il viso nella sua camicia.
« Mi concede questo ballo, vostra maestà? » disse, inchinandosi eporgendomi la mano.
« Certo, vostra maestà! » dissi, afferrando la sua mano.
Mi portò al centro del prato, e iniziò a volteggiare insieme a me, con una grazia che solo lui possedeva.
Danzammo nel crepuscolo, col vento fresco che ci sfiorava la pelle, la dolce melodia che si espandeva nell'aria e le nostre risate che si univano alle note dell'orchestra.
Fu una serata perfetta.

IL GIORNO DEL MATRIMONIO.

Quasi non riuscii a dormire.
L'ansia e l'eccitazione erano troppe, e inoltre quella notte Francis Jr aveva deciso di fare i capricci.
Con tanta pazienza, anche il principe si alzò per calmarlo e cullarlo.
Amavo vederlo con il mio bambino tra le braccia, lo amava quasi quanto lo amavo io.
Gli sfiorava la guancia morbida con l'indice, e sorrideva di rimando.
Poteva una sola persona avere dentro di sé così tanta dolcezza?
« Sono orribile » mormorai allo specchio.
« Sei bellissima » disse Francis, dandomi un bacio sui capelli.
« Devi proprio andare? » dissi, sconfortata.
« Sì. Non posso vederti fin quando non varcherai l'entrata della cattedrale. Quindi, fino ad allora, dobbiamo rimanere separati. Ci vediamo all'altare amore mio » disse Francis, prima di andare via.
Quella frase mi scatenò dentro un uragano di emozioni, che non avrei neppure saputo descrivere.
Delle donne che Philiph mi aveva mandato, iniziarono a prepararmi.
Partirono dall'acconciatura.
Mi raccolsero i capelli in uno chignon che ricadeva morbido sul collo, lasciando solo due ciocche a farmi da contorno al viso.
Mi infilarono la tiara tra i capelli, e la sistemarono in modo da non farla sfilare.
Poi, mi truccarono.
Scelsi un trucco molto leggero, che semplicemente mettesse in risalto i miei lineamenti, e osai soltanto un po' di più sulle labbra, utilizzando un rosa opaco.
Ci fermammo qualche volta più del previsto, perché Francis Jr era molto nervoso quel giorno.
Sebbene Clare fosse lì per aiutarmi, il piccolo si calmava soltanto tra le mie braccia, o in quelle del principe.
Ma in sua assenza, dovevo cavarmela io.
« Amore della mamma, perché sei così agitato oggi? Cosa ti prende? » dicevo, mentre lo cullavo tra le mie braccia.
Un'ora prima dell'ora del matrimonio, le donne mi aiutarono ad infilarmi scarpe e vestito bianco.
Clare mi diede la mano, e mi accompagnò davanti allo specchio.
« Sei bellissima, Beth » commentò.
Jamie era in piedi dietro di lei, e osservava il mio riflesso dallo specchio.
Clare andò nell'altra stanza, per sistemare il piccolo, e Jamie si avvicinò.
« E' vero, Mo Nighean Donn. Sei bellissima » commentò l'highlander.
« Grazie Jamie. Mi tremano le gambe » dissi.
« E' normale. Ma sei forte, puoi fare tutto ».
« Sì, hai ragione. Bene... allora, avviamoci all'altare ».

* * *

Once Upon a Time, a Reign | Completa, in revisione |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora