L'aria era fresca, ed era un buon calmante per i nervi e per il mio cuore. Pensai che dal momento in cui Bash era entrato in casa mia, la mia vita aveva subito un ribaltone. Adesso mi trovavo a vedermi scivolare tra le dite le mie ultime settimane, prima di trovarmi faccia a faccia con la morte. Bash diceva che non avrebbe permesso di farmi morire, ma io gli avrei permesso di salvarmi la vita in cambio della sua anima? Mentre camminavo mi ritrovai in un'ala del castello che non avevo mai visto. Era una specie di cinta muraria, dove al centro c'era una porta sbarrata in ferro. Era aperta, e dentro c'era un passaggio, buio, illuminato solo da alcune torce appese sui muri. Entrai lentamente, affascinata da quel posto oscuro e misterioso. Feci pochi passi, poi una voce. « Devi andartene! » Mi fermai di scatto. Cercai di puntare gli occhi sul luogo in cui avevo sentito provenire quella voce. Non vidi nessuno. Un'aria gelida mi trapassò da parte a parte, come se fossi stata appena attraversata da qualcosa. Dei brividi di paura comparvero lungo tutto il mio corpo. « Chi c'è? » mi azzardai a dire flebilmente. « Lascia in pace Mary. » L'aria intorno a me si stava facendo rarefatta, come se ci fosse stato un improvviso calo di temperatura. Iniziavo ad indietreggiare, spinta dalla paura. « Non sto facendo niente alla Regina. » dissi cercando di giustificarmi verso una voce e nient'altro. « Il leone appartiene a lei, non a te. » Rimasi zitta, non sapevo come replicare a quella affermazione insensata. Corsi fuori, felice di sentire l'aria diventare di nuovo normale e sentire la paura che pian piano lasciava il mio corpo. Ritornai verso la mia stanza, continuando a chiedermi perché il mondo intero ce l'avesse con me in quel dannato periodo. Da quando ero arrivata a corte ero stata vittima di cattiveria, ma avevo ricevuto anche dolcezza, dovevo ammetterlo. Il cielo si era scurito, il giorno aveva lasciato il posto alla notte. Migliaia di stelle brillavano nel cielo notturno, come piccoli fuochi accesi in un bosco in una fredda notte invernale. Lo spicchio di luna brillava maestoso e si tuffava nello specchio d'acqua che occupava il centro del giardino. Mi cambiai e andai in cucina, dove tutti mi stavano aspettando per poter iniziare a preparare la cena di quella sera. Penelope mi disse che anche quella sera dovevamo portare personalmente i piatti nell'enorme sala da pranzo. Io ovviamente, non potei rifiutarmi, e come era consuetudine, portai i vassoi col dolce. La sala era esattamente come le altre volte, con le stesse disposizioni intorno al tavolo. Quando Bash mi vide si lasciò sfuggire un sorriso, che non passò inosservato a Penelope. Mary mi rivolse un sorriso educato, molto diverso da quelli sinceri che mi rivolgeva di solito. Non ci feci troppo caso. « Mary, cosa indosserete per la festa in maschera di questa sera? » Mary alzò distrattamente la testa, pensava ad altro. « Oh, non lo so ancora, Catherine. Più tardi mi farò dare una mano dalle mie dame. » Francis si voltò verso di me e sorrise, di nuovo. Il dipinto era il nostro segreto, almeno fino a quando non lo avessimo ultimato. Stavano parlando della festa che ci sarebbe stata quella sera, festa di cui non sapevo nulla, e a cui sicuramente a noi cuoche non era permesso partecipare. Tornammo giù, in cucina, e una volta aver portato tutti i piatti vuoti, mi ritirai nella mia stanza. Chiusi la porta e mi voltai verso il letto. « Dio Misericordioso! » urlai, vedendo Bash seduto sul bordo del mio letto. Lui rise della mia espressione spaventata. Io gli lanciai le chiavi addosso. « Bash, come diamine hai fatto ad entrare?! » « Hai dimenticato che qui sono il re, piccola infermiera! » « Mi hai spaventata! » urlai. Lui si alzò dal letto e mi venne incontro, stringendomi la vita. « Se ti invito ad un ballo in maschera, mi perdoni? » lo guardai, spalancando gli occhi. « Cosa? » « Avrai sentito che stasera ci sarà un ballo no? Ci saranno tutti i nobili delle casate vicine, anche quelli scozzesi. Sarà una bella festa altolocata, di quelle che detesto. Ma tu potresti salvarmi, se vieni. » « Sei impazzito?! Io? Una cuoca in mezzo a tutti i reali? Mi scopriranno, ti comprometterai. E poi avrai Mary con cui stare.. » « È troppo tardi per rifiutarti, guarda nel tuo armadio. » storsi la bocca, mi voltai verso il mio armadio e lo aprii. Appeso c'era un bellissimo vestito nero, con spalline cadenti a maniche lunghe. Dietro era ricamato con dei pizzi color oro. Poi c'era una maschera nera, che si legava dietro alla testa tramite due laccetti. Mi voltai verso Bash. « Non posso Bash. Come faccio? Se dovessero scoprirmi? L'accesso a noi non è consentito. Tu poi starai con Mary. » « Alle dieci in punto, Beth. Vai nei giardini, la festa si svolgerà li. Ti invito io, prima che lo faccia il mio fratellino. » Bash mi guardò con un sorrisetto malizioso, e gli occhi infuriati. Io arrossii. « Ma che dici, Bash? » « Ho visto come ti guarda Francis. Non gli permetterò di avvicinarsi ulteriormente a te. Ha un potere sulle donne, non so come faccia. Posso lasciarlo fare su Mary, era sua fin da piccolo, ma non su te. Ti ho vista prima io, e sei mia. » Spalancai gli occhi, stupita e istupidita dalle parole che avevo appena sentito. « Stai delirando, Bash. » « No, sono serio. Vieni, questa sera. » « Ma come farò a trovarti? » « Tu sta li ed aspettami. Io corro via, ci vediamo dopo. » mi diede un rapido bacio sui capelli e scappò via. Mi sedetti davanti allo specchio e mi massaggiai le guance smorte. Era arrivato il momento di darmi colore. Andai a lavarmi, poi presi da un baule alcuni cosmetici che provenivano dall'Italia, che mi aveva regalato mia zia. Li poggiai tutti sulla toeletta insieme a del profumo che proveniva sempre dal medesimo luogo. Mi colorai le labbra con un colore rosato, e diedi lo stesso colore anche alle guance. Sugli occhi tracciai una linea di polvere nera. Indossai l'abito che Bash mi aveva dato e indossai anche la maschera. Avevo il cuore che mi pulsava in petto, e sentivo il sangue ribollirmi nelle vene. Come al solito, ero in ansia. Ma questa volte non per me, ma per Sebastian. Se ci avessero scoperti si sarebbe compromesso. Aprii la porta cautamente e corsi verso il giardino. Con la maschera e i capelli sciolti ero irriconoscibile. Quando vidi lo spettacolo che mi si propinò davanti rimasi a bocca aperta. Gente nobile, vestita con abiti eleganti, sfoggiavano con noncuranza le loro maschere perfettamente lavorate. Tra un riso e l'altro cercavano di mostrare la loro ricchezza agli occhi degli altri. Io camminavo tra di loro, con il cuore in gola. Candele che galleggiavano sull'acqua, che decoravano tutto il passaggio. Sedie, tavoli. Un'orchestra intonava una dolce melodia. Il cielo era limpido,chiaro. La luna sembrava sorridermi. Camminavo, assaporandomi ogni momento, illudendomi che anche io facessi parte di quella élite. Mi guardavo intorno, ma di Sebastian nemmeno l'ombra. Da lontano, scorsi dei capelli biondi. Francis, che ancora non indossava la sua maschera, aveva una giacca rossa lunga fino alle ginocchia, degli stivali marroni. Salutava tutti, in modo cordiale, stingeva mani, ma era spento. Quasi presa dal panico, accelerai il passo nella direzione opposta a quella del principe. Sebbene fosse sera, avevo paura di essere riconosciuta. Proprio quando iniziavo a pensare che tutto quello era stata una follia mi sentii tirare per un braccio. Qualcuno mi spinse a voltarmi e fui schiacciata contro un petto. Labbra morbide, calde premevano sulle mie, fredde e tremanti. Sentivo il suo respiro sul mio viso, riuscivo a sentire le pulsazioni del suo cuore accelerato. Poggiai una mano sulla sua guancia, sfiorando l'accenno di barba che ricopriva il suo bellissimo viso. Bash mi baciò li per la prima volta. In mezzo a tutte quelle persone. Con gli occhi chiusi, continuava a spingermi verso di lui, come se avesse avuto paura di perdermi. Io gli passai una mano fra i morbidi capelli castani. Il Re che baciava la cuoca. Eravamo così in pericolo da essere al sicuro. Quando le sue labbra si staccarono dalle mie, mi guardai attorno, cercando di capire se qualcuno ci avesse visto. I suoi occhi erano lucidi, riusciva ad aprirli a malapena. « Bash.. tu sei pazzo. » dissi spingendo il volto nel suo petto. « Ti avevo già detto che avevo voglia di baciarti da quando sei arrivata a corte. Ho solo cercato il momento giusto. » Mi allungai verso il suo viso, rubandogli un altro bacio. La cosa che amavo delle sue labbra è che ti avvolgevano. Erano soffici, ed estremamente calde. « Mi piace il sapore delle tue labbra. Sanno di vita. » sussurrò Bash, ed io sorrisi. « Bash, sta arrivando Mary. » mi voltai allarmata e feci per allontanarmi. Lui mi trattenne per la mano e mi baciò di nuovo, prima di lasciarmi andare. Ecco. Mi resi conto di poter sognare solo per qualche minuto. Io potevo accontentarmi solo delle briciole. Piano piano rallentai, cercando di destare meno sospetti. Mi appartai accanto ad un albero, abbastanza vicino da vedere gli altri che vivevano, ma abbastanza lontano da estraniarmi da loro. Vivevo le scene come dall'alto, sicura nel mio rifugio oscuro. Mary che abbracciava Sebastian, che lo baciava, che lo accarezzava. Vedere i suoi occhi che osservavano rapiti i movimenti della regina era come ricevere una secchiata d'acqua gelida. « Non ti diverti? » una voce alle mie spalle mi fece sobbalzare. Mi voltai e vidi un cucciolo d'uomo che mi guardava con i suoi grandi occhioni nocciola e capelli castani. Sorrisi. « Per niente. » risposi. « Nemmeno io. Mia mamma e il mio papà stanno parlando con tutte quelle persone noiose, e così anche mio fratello. » « Ti hanno lasciato solo, piccolo? » dissi inginocchiandomi accanto a lui. Fece cenno di si, stropicciandosi gli occhi. « Come ti chiami? » « Charles, principe Charles. » « Oh mio Dio, vostra maestà. » Lui scosse la testa. « Vostra maestà è mio fratello. Io sono Charles. » disse sorridendo, in un modo così ingenuo da farmi stringere il cuore. « Tu come ti chiami? » « Mi chiamo Beth, tesoro. » « Come quella di cui parla mio fratello! » « Cosa hai detto, piccolo? » « Ecco, sta arrivando mio fratello. Francis! » « Oh, no! Devo andare piccolo. » « Non vuoi conoscere mio fratello? Lui è forte. » « Vorrei tanto ma.. » « Charles con chi parli? » disse Francis, che pian piano si stava avvicinando. « .. Devo andare! » « Hei, aspettate! » la voce di Francis mi inchiodò al suolo. « Grazie per aver tenuto compagnia a mio fratello, voi siete? » « Si chiama Beth! » disse Charles, anticipando una mia ipotetica bugia. « Beth? » la voce di Francis era statica, e in quel momento l'unica cosa che vedeva di me era la mia schiena. « Beth? » io mi voltai. Francis mi guardava, cercando di capire se fossi realmente io oppure no. « si, vostra maestà? » Francis mi guardava ancora. « Posso esservi utile? » « Ahm, io credevo che.. » sbatté le palpebre due volte, prima di parlare di nuovo. « Chiedo scusa, credo di aver sbagliato persona. Buon proseguimento di serata. » feci un piccolo inchino. « Anche a voi, principe Francis. » non potevo crederci, non mi aveva riconosciuta. Francis si allontanò, dopo essersi voltato ancora una volta, giusto il tempo di vedere un sorriso educato. Mi poggiai una mano sulla pancia e buttai fuori l'aria che avevo tenuto soffocata in gola. Cercai di fare qualche passo e tornare al centro del giardino. Se Francis non mi aveva riconosciuto, gli altri come avrebbero potuto? Da dove mi trovavo io potevo vedere Bash e Mary, seduti sui troni all'aperto che sorridevano agli invitati. Ad un certo punto si sollevò un grido entusiasta. « Lunga vita ai prossimi re e regina di Francia! » Mary e Bash alzarono i calici, e il mio sguardo vagò verso Francis. Era appoggiato a un tavolino. Guardava la scena da spettatore indesiderato. Non poté sopportarlo oltre, e si allontanò. Avrei voluto corrergli incontro ed abbracciarlo, ma non mi era permesso. Partì una dolce base musicale, ed il re e la regina furono invitati al centro del giardino, per danzare insieme. Bash si alzò per primo e chiese la mano a Mary, che accettò con un sorriso. Entrambi si posizionarono al centro, con l'atmosfera soffusa delle candele, ed iniziarono un lento. Quella scena, così bella per chiunque, si mostrò atroce per me. E immaginavo lo fosse anche per Francis. Vedere il modo in cui le loro mani si sfioravano, il modo in cui i loro corpi si muovevano simultaneamente facevano si che in me si scatenasse un odioso senso di inferiorità. Il senso di qualcosa che non sarebbe mai stato mio. Nemmeno tra un milione di anni. Pensai alla lettera di Bash e alle sue parole "Avrei voluto incontrarti in un'altra vita." Diamine, Sebastian, anche io. Quei pensieri mi fecero venire le lacrime agli occhi, e mi voltai, guardando dritto verso il lago. La luce della luna danzava lenta nelle dolci increspature dell'acqua, e giocava con loro. Sapevo di essere una stupida, perché ero consapevole della nostra differenza sociale. Ma quando ti innamori a certe cose non ci pensi. L'unica cosa su cui riesci a concentrarti è il tuo cuore spezzato, che reclama parte di quella persona che è in grado di cullarti e lasciarti morire con un semplice sguardo. Mi guardai intorno, per distogliere i miei pensieri da quella scena che mi aveva fatto tornare con i piedi per terra. Francis era tornato, e guardava con uno sguardo triste il continuo volteggiare di Mary e Bash, e la sua anima in pena si rispecchiava perfettamente con la mia. All'improvviso si voltò verso di me. Io sussultai, e feci per guardare altrove. I miei tentativi di ignorarlo non servirono, perché Francis iniziò ad avvicinarsi veemente verso di me. « Stanno danzando tutti, perché voi non ballate? » Lo fissai, con uno sguardo spaventato, con una paura che iniziava ad impedirmi le normali attività, come respirare, ad esempio. « Beh, ecco, n-non ne avevo.. nessuno mi ha invitata. Inoltre, non danzate neppure voi, vostra maestà. » Francis sfoderò un sorriso brillante, che gli dava l'aria di un ragazzino. « Nessuno ha invitato nemmeno me. Balliamo? Mi ricordate una persona.. ma forse sono i miei pensieri che per quanto cerchino di divagare, si posano sempre di lei. » « Sulla regina Stuart? » pronunciai appena. « No, è più complicato di così. » Arrossii senza un motivo, come se improvvisamente una scintilla fosse scoccata nei miei pensieri. Mi sentii come se all'improvviso si stesse parlando di me. Francis mi porse la sua mano e mi spinse con lo sguardo ad accettarla. « Ho le mani fredde, vi chiedo scusa a prescindere. » mormorai. « Non è un problema, seguitemi. » Mentre camminavamo, Francis prese la mia mano e la chiuse tra le sue, iniziando a sfregare dolcemente i palmi su di esse. Mi stava riscaldando. Mi balenò l'idea che mi avesse riconosciuta, ed il cuore iniziò ad accelerare i battiti. Bash intanto continuava a ballare con Mary, beandosi dei sorrisi luminosi che la regina gli rivolgeva. « Non so ballare. » gli dissi timidamente quando giungemmo al centro dei convitati. « Seguite i miei passi, non è complicato. » Annuii, poco convinta. La mia goffaggine mi impediva di essere disinvolta, e in una situazione del genere, mi pesava ancora di più. Bash e Mary erano a poca distanza da noi. Il mio sguardo tornò sul bel principe che mi stava guidando, e al suo sorriso accennato sul volto. I suoi occhi risplendevano sotto la luce della luna. Era un ragazzo così dolce. Quasi provai una fitta di dispiacere per ciò che aveva passato con Mary, e per la situazione attuale, ma non so ben dire dove finisse il mio dispiacere verso di lui e dove iniziasse la commiserazione verso me stessa. « Siete brava. » disse distogliendomi dalla piega che avevano preso i miei pensieri. « Merito vostro. » dissi sinceramente. « La vostra dolcezza mi ricorda quella di una persona che ho conosciuto da poco, e pensate, si chiama proprio come voi. » deglutii. « Ah, che strana coincidenza.. » « Già, non credevo che potesse succedermi di nuovo.. » disse soprappensiero. « Succedervi cosa? » lo indussi a proseguire. « Ops, cambio. » disse il principe ridendo, e lasciandomi andare ad un altro cavaliere. Mi fece fare una giravolta, con un sorprendente turbinio dei veli del mio vestito. Altre braccia mi afferrarono, e finii negli occhi arroventati di Bash. « Dio Misericordioso! » esclamai non senza veemenza. « Che cosa ha intenzione di fare? » disse quasi più a lui che a me. « Ma chi? » « Francis! » Vedevo che era furioso. Non staccava gli occhi dai miei. Il suo smeraldo si era mutato in un tumultuoso verde scuro. « Non sa nemmeno che sono io! » provai a calmarlo. « Oh, il mio fratellino lo ha capito e come. Ma non ti lascerò a lui. Te l'ho già detto, tu sei mia, e se servirà lo dirò anche a lui. » « Bash per favore calmati. » Lui mi teneva per la vita, con la mano sinistra, mentre volteggiavamo e con l'altra mano mi teneva quella destra. Io con il pollice gli sfiorai il dorso, per cercare di tranquillizzarlo. Inoltre, era l'unica carezza pubblica che potessi fargli affinché potesse passare inosservata. Il suo sguardo si addolcì. « Vorrei baciarti adesso. » « Non sembravi così dispiaciuto quando ballavi con Mary. » « Beth, che stai dicendo? » un lampo preoccupato attraversò il volto di Bash. « Lo sai qual'è la mia posizione attuale. » « Bash, so anche che ne sei innamorato.. e non so che dire al momento. » Stava per mormorare qualcosa, quando ci fu un altro cambio e finii di nuovo tra le braccia di Francis. « Sembrate preoccupata.. » disse scrutando la mia espressione. Io mi sforzai di sorridere. « Non è nulla, non ve ne preoccupate vostra maestà. » Mi alzò il mento e tentò di guardarmi negli occhi. « Sento che ci rivedremo presto » Sorrise. Poi mi fece un leggero inchino, che ricambiai immediatamente, anche se quel gesto così semplice mi aveva bloccata sul posto. Bash aveva ragione, mi aveva riconosciuta. E perché non me lo aveva detto? Guardai di nuovo in direzione dei sovrani, e Bash era sparito. Iniziai a camminare verso la folla, guardandomi attorno. Mary era seduta sul trono, ed era tranquilla. Mi voltai ancora una volta e Bash era dietro di me. Mi mise un dito sulle labbra per impedirmi di parlare. Mi guardò con i suoi occhi da felino, poi sorrise. « Sssh, seguimi. » indossava la sua maschera. Mi prese per la mano e si fece spazio tra la folla. Man mano che camminavamo, mi rendevo conto che ci stavamo allontanando sempre di più dalla festa. « Bash, dove andiamo? » lui rideva, ma non accennava a parlarmene. Entrammo nel grande castello, e Bash mi trascinò lungo le scale che portavano alle stanze dei reali. Poi, invece di fermarci li, ci avvicinammo ad una porta. Bash la spinse e mi mostrò una terza rampa di scale. Salimmo anche quella e una volta in cima, mi ritrovai sulla grande terrazza del castello. Mi avvicinai alla balaustra e guardai giù. Potevo vedere i nobili, e per la prima volta, ero io che guardavo dall'alto loro. Com'erano buffi nei loro atteggiamenti falsamente gentili. Mi voltai verso Bash. « Perché mi hai portata qui? » lui sorrise. « Guardami negli occhi. » io acconsentii. « Non distogliere lo sguardo dal mio. » feci come mi disse lui. Mi prese le mani, e rimanemmo in silenzio. Poi posò i suoi occhi verso il cielo, in attesa di qualcosa. « Sebastian.. » lo chiamai. « Sei pronta? » « Per cosa? » « Non aver paura.. » Non riuscii a riflettere sull'ultima affermazione, perché dopo qualche istante avvertii un fischio acuto che si faceva strada nell'aria e si disperdeva con uno scoppio sordo che mi fece sobbalzare. Bash mi sorrise e mi voltò. Guardavo il cielo che si tingeva di mille colori, grazie ai fuochi d'artificio che partivano dall'acqua. « Bash! » dissi cercando di sovrastare il rumore degli spari. Lui mi strinse verso il suo petto, e appoggiò una guancia sui miei capelli. « Non avresti dovuto condividere questo momento con Mary? » « Ne ho già condivisi abbastanza con lei, non credi? Adesso voglio dedicare il mio tempo, e il mio cuore, a te. » « Sai che non potrai farlo, Sebastian. » « Possiamo sperarlo. » mi sussurrò all'orecchio. Scoppiai in un pianto liberatorio. Averlo li, che mi stringeva con le sue braccia, mi ricordava che un sogno poteva essere fatto anche ad occhi aperti. Non potevo chiedergli di dedicarmi il suo tempo, potevo solo rubarglielo. Come stavo facendo allora. « Balliamo. » mi disse, ed era un'affermazione. « Senza musica? » « Ne abbiamo bisogno, piccola infermiera? » io scossi la testa. Bash mi prese la mano, io appoggiai la sinistra sulla sua spalla ed iniziammo a danzare. Nel pallore di una luna che osservava sconvolta quella scena. Forse quella notte le stelle si chiesero come potesse avvenire una cosa simile, come potesse essere che un re chiedesse di ballare a una cuoca? Forse nemmeno io avevo una spiegazione credibile, ma noi umani siamo così strani. Ci innamoriamo dell'anima di una persona, non del loro stato sociale. E se per noi fosse importante, per le stelle forse non lo era. Danzammo alla luce di colorati fiocchi che si estendevano nel cielo, rimbombando nel silenzio dei boschi poco lontani. « Bash, non esigerò mai tanto. Mi accontento di una piccola parte del tuo cuore. Non ho pretese. » pronunciai, guardandolo dritto negli occhi, quando a voler leggere la risposta nelle profondità del suo animo. « possiedi molto più di una parte del mio cuore, Beth. » Mi prese il volto tra le mani e mi baciò. « Devo andare, adesso. » « Devi. » assentii. « già. » risi, perché era ancora li. « Vai. » « Baciami. » « Non prendo ordini da nessuno. » « Te lo ordino, come tuo Re. » risi, non riuscivo a far finta di tenergli il muso. Lo baciai, e poi, andò via sul serio. Rimasi ancora per qualche minuto sopra la terrazza, osservando il cielo tetro che era stato spettatore di un amore impossibile. Quando i fuochi imperversavano ancora nel cielo notturno, decisi di discendere e rintanarmi nella mia camera prima che qualcuno potesse accorgersi della mia presenza.
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Once Upon a Time, a Reign | Completa, in revisione |
FanfictionLa dolce e innocente Elizabeth, figlia di contadini è cresciuta lontana dalla città e dagli sfarzi della corte francese, e il suo unico diletto nella vita è quello di fermarsi ad osservare i paesaggi dalla collinetta della campagna, e delinearne i p...