Capitolo Sessantanovesimo

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BETH

« Mon tresor? » mormorò Francis.
Aprii gli occhi, e lo guardai ancora insonnolita.« Sì? » dissi, stropicciandomi gli occhi. « Siamo arrivati » disse lui, sorridente. «Ho dormito per così tanto? » chiesi, stupita. «Già. Vieni, ti aiuto a scendere ».
Francis mi porse la mano, ed io la strinsi nella mia.
Era buio, ma c'erano delle bellissime lanterne appese ai lati del grande portone, ed il sentiero, era illuminato da torce da giardino.
Già l'esterno era qualcosa di meraviglioso.
Mi fermai per qualche secondo ad osservare, e ne rimasi incantata.
Ai lati c'erano i girasoli, e una lunga distesa di tulipani.
All'interno, le candele erano già accese, se ne scorgeva il riflesso dalle finestre illuminate.
Francis mi osservava, con l'ombra di un sorriso sul volto.
La servitù era tutta schierata fuori dalle mura, ci stava aspettando.
Potei contare quattro domestiche, e cinque paggi.« Francis, credi davvero che avremo bisogno di tutto personale? » Lui annuì. « Sì, tu dovrai essere la padrona di casa, e non dovrai stancarti. Soprattutto ora che sei in dolce attesa» Sorrisi.« Buonasera, vostra grazia. Madamoiselle » un uomo, sulla quarantina, vestito molto bene, ci venne ad accogliere e dopo averci riservato un lungo inchino, ci scortò all'interno.« Io sono Henry James, il capo del personale. Potrete rivolgervi a me per qualsiasi rimostranza, il principe Francis mi conosce molto bene » disse, rivolto solo a me.«E' vero, Henry ha seguito me e i miei fratelli sin da piccoli, ed ora ha deciso di continuare a stare con me, portando anche una parte della sua servitù » concluse Francis, a mo' di spiegazione.« E' perfetto » mormorai. «Sono felice di avere accanto a me qualcuno che voglia cosi bene a Francis » mormorai, rivolgendomi ad Henry.
Lo osservai, per bene.
Era alto, aveva i capelli castani e dei ridenti occhi azzurri.
Un viso pulito e un bel sorriso.
Si poteva dire che fosse un bell'uomo davvero.«Vi scorto in casa » mormorò.
Francis ed io entrammo, seguendo Henry, e notammo con grande gioia che più della metà del casale era bello e fatto.
C'erano quattro camere da letto, tre sale da bagno, un enorme salone, una sala da ballo, una sala della cucina, le cantine, le scuderie, una piccola dependance poco lontano per la servitù sporadicamente, uno studio grande per Francis, e un'altra camera spoglia.« Credo sia un po' troppo grande » mormorai, camminando spaventata tra le mura silenziose. I passi rimbombavano nella quiete, e le candele ci illuminavano il cammino.« Dovrete solo scegliere una delle camere da letto, per dormire questa notte » disse Henry, fermandosi sulla porta.« Ora, se volete scusarmi, vado a dare ordini alla servitù per la cena e per sistemare i primi bagagli. Con permesso » mormorò, facendo un lungo inchino, prima di sparire dietro una porta padronale.« Uhm, bene. Allora... guardiamo le camere? »
Francis annuì, e mi porse il braccio.
Erano una più grande di un'altra, ma ce ne fu una che mi colpì particolarmente.
Aveva dei parati rossi, una portafinestra enorme.
Un letto a baldacchino,che aveva due scalini per arrivare al materasso.« Mi piace questa » mormorai, soprappensiero. « Anche a me » assenti Francis. « Ci stabiliamo qui? » io sorrisi. « Sì » concludemmo.
Fissai il letto, con delle belle lenzuola ricamate, e poi fissai Francis.
Per qualche strano motivo, avvampai.
Francis se ne accorse, e come un perfetto gentiluomo, distolse lo sguardo.
La mia mente non aveva pensato a nulla in particolare, ma qualcosa aveva immaginato.
Avevo fissato quel letto, e avevo pensato alla nostra prima notte insieme.
Il cuore aveva iniziato a battermi, nonostante Francis fosse lontano da me.
Non eravamo ancora sposati, ma eravamo andati a vivere insieme.
Uscii dalla stanza, archiviando il pensiero sconveniente, e mi recai nella sala da pranzo.
La tavola era già riccamente imbandita, e due servitori erano in piedi accanto ad essa.
Uno di loro mi si avvicinò, per spostarmi la sedia e permettermi disedermi, ma Francis lo fermò con una mano, e se ne occupò lui.
Mi spostò la sedia, e mi permise di accomodarmi.
L'etichetta voleva che ci sedessimo uno di fronte all'altra, ma la tavola era davvero lunga, ed eravamo molto distanti.
Per un tratto di cena fu così, poi Francis si stancò di tutto quel distacco, e si alzò spostandosi accanto a me.
Uno dei servitori prese le vivande del principe, e le riportò al suo nuovo posto.
Francis mi scoccò un'occhiata, e sorrise.« Mi mancavi » disse in un sussurro. « Mi mancavi anche tu ».
Potemmo così parlare per il resto della cena, e tutto fu tranquillo.
Quando terminammo di cenare, mi recai nella camera da letto per svestirmi.
Era stata una lunga giornata, sotto tutti i punti di vista.
Francis disse di avviarmi perché avrebbe dovuto riferire alcune cose a Henry, che riguardavano delle faccende del casale.
Così feci, e chiusi la porta.
Mi guardai attorno, spaesata dall'immensità di una sola stanza.
Poi tolsi il vestito, e rimasi in biancheria.
Andai a lavarmi, e dopo indossai la mia camicia da notte di lino bianco a maniche lunghe.
Mi sedetti sul letto in attesa.
Di cosa... non lo sapevo.
Francis entrò nella camera, con fare distratto, e i suoi occhi si posarono su di me.
Il suo sguardo, mi fece arrossire.

Once Upon a Time, a Reign | Completa, in revisione |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora