Capitolo Cinquantunesimo

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«  Lo avete trovato? » chiese Narcisse, mentre io stavo salendo le scale per tornare alla mia camera. «  Sfortunatamente sì! Ah, credo ce l'abbia con voi. » dissi, senza voltarmi e lui iniziò a salire insieme a me.
Mentre salivo le scale, un crampo fortissimo mi costrinse a piegarmi in due. «  Oh, Dio! » urlai. Narcisse venne verso di me, afferrandomi per un braccio prima che ruzzolassi per tutte i gradini, avendo perso l'equilibrio.
Non appena poggiò le mani su di me, mi ritrassi, schiacciandomi contro il muro.
Lui mi guardò con un'espressione stupita, alzando le mani. «  Volevo solo aiutarvi. » disse semplicemente.
Io, che intanto respiravo in maniera affannosa, voltai lo sguardo verso di lui «  Mi dispiace, non è colpa vostra. Vi chiedo scusa. »
Narcisse si portò a distanza da me, appoggiandosi sui talloni.
Non si avvicinò ulteriormente. «   Avete bisogno di aiuto? » mi chiese.
Io continuavo a fissare la scale, e a mantenermi la pancia.
Respiravo ritmicamente, il dolore stava quasi per passarmi. «  Beth, che succede? »
Lady Greer si trovava a passare di lì, e si inginocchiò accanto a me, prendendomi una mano.
Narcisse mi guardò in modo inquisitorio, aggrottando le sopracciglia.
Aveva notato che con Greer non avevo mostrato titubanza nell'afferrarle la mano, con lui invece sì.
Si mise in piedi, aggiustandosi la giacca, per poi incrociare le mani dietro alla schiena. «  Lady Beth, avete bisogno di qualcosa? » chiese ancora. «  No, ci sono io adesso lord Narcisse. » rispose Greer. «  Grazie ancora. » aggiunsi io. Narcisse fece un piccolo inchino con la testa, e molto poco convinto si allontanò da noi. «  Grazie Greer, davvero. » «  Oh, non preoccuparti. » disse, aiutandomi ad alzarmi.

Mi accompagnò fino alla mia camera

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Mi accompagnò fino alla mia camera. «  Mi hanno detto di quella bestia che ti ha aggredita, fortuna che Re Henry era lì. Ora come stai? » chiese con un'espressione realmente contrita.
"Greer, il re era la bestia".
Era evidente che credeva alla versione ufficiale, e in fondo, perché non avrebbe dovuto? «  Meglio, meglio. Sono ancora un po' indolenzita ma tutto sommato tiro avanti. » dissi, abbozzando un sorriso. «  Beth, se posso darti un consiglio.. sta lontana da Narcisse. Ha la fama di essere uno che ci prova con tutte, e fidati è così. Da quando è arrivato al castello l'ho visto civettare con almeno una decina di ragazze. » «  Oh, Greer vuoi entrare? »
Lei annuì, ed entrambe entrammo in camera. « Comunque, non ho intenzione di dargli alcuna corda, e inoltre non credo sia neppure interessato a me. » «  Attacca con chiunque, Beth e non credo che lasci scampo a una bella ragazza come te. » «  Non credo sia disposta a sottostare ai suoi giochetti. Oggi comunque mi è sembrato abbastanza gentile. » «  E' questa la sua tattica. E' un gentiluomo, conosce i modi che piacciono a noi ragazze e li usa. Conosce tattiche che nemmeno immagini, Beth. » «  Grazie, Greer. Ma perchè mi metti in guardia? » « Perché ho visto che era ti era accanto, e quindi ho pensato che avesse cominciato a girare intorno anche a te. »  « No, no. Non credo sia il suo tipo. »  « Verrai domani sera al ballo? » mi chiese, cambiando argomento. «  Non so, Greer. Tu andrai? » «  Si, devo. La mia famiglia fa arrivare un uomo disposto a sposarmi, e domani sera dovremmo conoscerci. » «  No, davvero? » mormorai, incredula. «  Si, e ho paura. E se non dovesse piacermi? » «  Sono sicura che sarà fantastico. Beh, forse non come Leith.. » dissi sorridendo. Greer spalancò gli occhi, verso di me. «  Che cosa?! » disse stupita. «  Greer, Leith parla sempre di te. Siete innamorati l'uno dell'altra. Qual è il motivo per cui non potete farvi vedere in pubblico? La sua posizione? »
Greer sospirò gravemente, e iniziò a fissarsi le mani. «  Sì. Sono molto ricca, e i miei vogliono che trovi un uomo di famiglia nobile che possa farmi salire di livello sociale. Tutta la mia famiglia, le mie sorelle, dipendono da me. Non posso pensare ai sentimenti. »
In quegli occhi ambrati rividi tutta la sofferenza che stavo provando anche io. Pensavo che la nostra posizione fosse al contrario, lei era innamorata di un domestico, io di un Re. E se fossimo stati soltanto noi? Lontano dalla corte, dai doveri, dalle maschere e dalle imposizioni avremmo potuto amarci senza limiti?
Le posai una mano sulla sua, e le accarezzai il dorso. «  Ti capisco benissimo, Greer. » «  Davvero? » disse con una voce flebile, e io annuii. «  Sei stata innamorata di qualcuno che non potevi avere? » per un momento ebbi la tentazione di dire a Greer tutta la verità, ma poi qualcosa mi fermò.
Di sicuro i pettegolezzi intorno a Bash e me non scarseggiavano, e se io avessi confermato i sospetti sarebbe potuto accadere di tutto.
Sapevo anche che probabilmente di Greer potevo fidarmi, ma era comunque una delle migliori amiche di Mary, oltre ad essere la sua lady, così preferii tacere e mi limitai soltanto a dire «  Sì, lo sono stata. » «  Ora non lo sei più? » «  Sarò sempre innamorata di lui. » ammisi. «  E come fai a non pensarlo costantemente? » disse, mentre la voce le iniziava a diventare spezzata e gli occhi cominciavano ad arrossarsi di pianto.
Mi avvicinai a lei, abbracciandola, e le accarezzai i suoi bellissimi capelli biondi. «  Semplicemente non lo faccio. E' dentro i miei pensieri ogni momento della giornata, e anche quando chiudo gli occhi.. lui infesta i miei sogni. Credo ci voglia solo del tempo, e molta, molta forza. »
Lei non diceva nulla, si limitava a piangere, e forse quello era il linguaggio più eloquente di tutti. «  Allora, dimmi un po'... come si chiama quest'uomo misterioso? » «  Lord Julien. » mormorò lei, asciugandosi le lacrime con un fazzoletto che le porsi. «  Uhm, più o meno non ti hanno descritto com'è? » Lei scosse la testa. «  So solo il suo nome. » «  Beh, è già un inizio. » dissi sorridendo. «  Voglio che ritrovi il sorriso, perchè ne possiedi uno dei più belli e genuini che abbia mai visto. » mormorai, accarezzandole una guancia. «  Grazie, Beth. Sei una ragazza meravigliosa. » disse Greer, abbracciandomi. «  Quando vuoi sai dove trovarmi. »
Lei annuì, si alzò e dopo avermi salutata uscì. Io rimasi di nuovo da sola, nel mio letto a fissare il soffitto.
Ero arrabbiata con Bash, e Francis molto probabilmente in quel momento era insieme a Natalia.
Frustrata, decisi di mettermi a letto a leggere qualcosa.
Passai circa un'oretta a sfogliare e risfogliare quelle pagine, leggendo mille volte le stesse parole senza capirne il significato.
La mia mente vagava per altre sponde.
Gettai il libro sul letto, e cautamente aprii la porta.
Da una fessura fissavo la porta di Francis, in attesa di scorgere qualcosa.
A un certo punto, dalle scale, vidi salire Natalia con una borsa a tracolla.
Rientrai immediatamente dentro, per paura di essere vista, ma poi la curiosità ebbe la meglio e mi affacciai nuovamente.
Lei era ferma sulla soglia della porta del principe, e si stava accingendo a bussare. Rimase così per qualche secondo, finchè Francis non andò ad aprirla.
Il principe indossava una camicia leggera, bianca e dei pantaloni di pelle nera.
Quella era la sua tenuta informale, quella che di solito indossava quando era in camera sua o non doveva incontrare nessuno di importante a livello internazionale.
Con un gesto rapido la fece entrare, poi si guardò intorno per vedere se qualcuno li avesse visti.
Io a quel punto richiusi la porta, e contemporaneamente chiusi anche gli occhi. Un moto di bile cominciò a montarmi dentro, e mi accorsi che ero gelosa anche di Francis. "Adesso smettila" dicevo tra me e me, ma mi era impossibile rimanere indifferente davanti alla scena che avevo appena visto.
Mi ero fatta del male da sola, perché ero stata io a voler vedere a tutti i costi, ed ora ne pagavo le conseguenze.
Mentre indugiavo ancora dietro alla porta, sentii un rumore di tacchi provenire da fuori. Aprii la porta, e vidi una ragazza molto giovane, con i capelli rossi che si apprestava a fare la stessa cosa di Natalia.
Bussò alla porta del principe, e anche questa volta Francis la fece entrare dentro.
Notai che anche lei indossava una borsa, come quella di Natalia.
Mi portai una mano alla bocca, non potevo credere ai miei occhi.
Francis non mi sembrava essere un ragazzo con fantasie così.. strane.
Arrossii al pensiero, e la delusione si fece strada in me.
Non ci vedevo chiaro, dovevo sapere che cosa stava succendendo, anche se ero perfettamente conscia che la vita privata di Francis non era una cosa che mi riguardava.
Mi aggiustai il vestito, aprii la porta ed uscii in corridoio.
Mi fermai davanti alla porta del principe, e mentre stavo per picchiettare, qualcosa mi bloccò.
Dovevo farlo davvero? Volevo davvero vedere quello che probabilmente mi avrebbe fatto soffrire? Abbassai il pugno, e feci per allontanarmi.
No, dovevo sapere.
Forse quello sarebbe stato il momento in cui non avrei provato più nulla per Francis.
Senza che potessi accorgermene, avevo bussato.
Iniziai a torturarmi le mani, sentendomi sciocca per quello che avevo appena fatto. Francis venne ad aprirmi dopo un po', e la sua espressione si fece preoccupata.
« Beth. » disse semplicemente.
Io iniziai a balbettare, senza sapere esattamente cosa dire.
Lui uscì dalla camera, socchiudendo la porta alle sue spalle, evidentemente non desiderava farmi vedere cosa stava succedendo all'interno della sua camera. « Volevi dirmi qualcosa? » mi chiese. « No, io.. ecco, ehm, volevo.. Volevo semplicemente scusarmi con te per l'atteggiamento che ho assunto prima. Sono stata scostante.. mi dispiace. »

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