Capitolo Ventiquattresimo

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« Stasera dobbiamo preparare qualcosa di speciale per Sebastian. Qualcuno ha delle idee? » disse Penelope. Oh, si. Io avevo eccome delle idee. « Lasciate fare a me. »
Bash quella sera sarebbe partito, e da quanto mi aveva detto, sarebbe rimasto via circa tre giorni.
Così, gli preparai ciò che lui mangiò la prima volta che venne a stare da me. Pollo, con spezie e aromi. Soltanto per lui, però, per il resto dei reali avrei preparato qualcosa di più artificioso. Quando finimmo di preparare tutto, ci avviammo verso la sala reale.
Salimmo lo scalone come di consuetudine e poi entrammo come sempre in fila per due nella grande stanza. « Vostre maestà, la cena. » disse un paggio, poggiando il primo vassoio. La portata di Bash ce l'avevo io. Così, lentamente mi avvicinai a lui e gliela posi davanti. Bash a quella vista, sorrise scioccamente, e dopo aver sospirato mi guardò con i suoi occhi da felino, pieni di parole inespresse e di sentimenti. Chinò la testa, per ringraziarmi, ed io mi inchinai. Se ne era ricordato, quindi.
Rimanemmo lì per tutta la durata della cena, come di consuetudine. « Speriamo che il tuo viaggio a Roma porti buone nuove, e che l'Inghilterra si avvicini sempre di più a noi. Al futuro Re di Francia! » disse Henry, alzandosi e prendendo la parola. Alzò in aria un calice, e tutti gli altri reali mimarono il suo gesto.
Tre giorni lontano da me. Tre giorni rubati al mio tempo già limitato insieme a lui. Ridiscesi in cucina, portando i piatti vuoti, e insieme alle mie collaboratrici iniziammo a sciacquare ogni singola vettovaglia. « Ragazzi, venite, Sebastian sta partendo. » disse Leith. « Cosa? Di già? » pronunciai. Si, di già. Quei due giorni di proroga che si era preso erano passati troppo velocemente, e noi li avevamo sprecati litigando. Lui non aveva fatto altro che girare intorno a Mary, ed io avevo spezzato il cuore al povero Francis. Tolsi il grembiule e seguii tutti gli altri fuori, nel grande giardino. Mi feci un po' di spazio tra la folla, fino ad arrivare nelle prime tre file. Sebastian era vestito con il suo mantello verde, e tutto l'armamentario che avevo visto il giorno stesso in cui aveva messo piede in casa mia. Notai che la sua spada era forgiata con un simbolo: un leone. La carrozza lo stava aspettando. Vedevo che, seppure Mary fosse proprio accanto a lui, con gli occhi stava cercando qualcuno, e inconsciamente sapevo che cercava me. Mi feci leggermente avanti, quel tanto che bastava per permettergli di vedermi. Come mi aspettavo, i suoi occhi si posarono su di me. Mi faceva male lo stomaco. Erano tre giorni che non lo baciavo, e ne sentivo la necessità. Sorrise debolmente verso di me. Io invece, non ce la facevo. "Sta attento" mimai con le labbra. Lui annuì, quel tanto che bastava per farmi capire che mi aveva inteso. Buttò fuori aria dalle narici. « Ho freddo. » disse a Mary. Lo guardai, in attesa che si voltasse verso di me. « Ti sei coperto come si deve? » disse la regina, aggiustandogli il mantello. Ma Bash non intendeva davvero dire quello che aveva appena detto. Intendeva dirmi "Ti amo". Quando finalmente girò gli occhi verso di me mimai con le labbra un "Ti amo anche io." Lui sorrise, e fu quella l'ultima tacita promessa che ci rivolgemmo da lontano. Dopo aver baciato Mary, salì il primo scalino della carrozza, e dopo avermi lanciato un ultimo sguardo, sparì al suo interno. Mi sfregai le braccia, soltanto adesso mi rendevo conto che stava nevicando. Rientrai nel castello e fuggii in cucina, per finire di lavare il resto dei piatti. Finii molto tardi, e poi rientrai in camera mia. Quando varcai la soglia della porta trovai una busta sul pavimento. Chiunque l'avesse recapitata, l'aveva infilata dalla fessura del sottostante. La raccolsi e mi andai a sedere sul letto. C'era scritto "Per la mia piccola infermiera."

Oddio. Cominciai a leggere.

"Ciao Beth.
Se stai leggendo questa lettera significa che per la seconda volta da quando ci conosciamo, mi vedi partire.
Ma questa volta parto con una predisposizione d'animo diversa, perché so che quando tornerò ci sarai tu ad aspettarmi. Sono partito per delle questioni importanti, si, anche per quella della legittimazione. Però ho una proposta da fare al papa. Ti spiegherò tutto quando torno.
Ti chiedo scusa se in questi giorni ho deciso di mantenere le distanze, ma da una parte è stato meglio così. Ho capito che senza di te, ormai, non ci posso più vivere. Sono andato via senza abbracciarti neppure, ma come si dice.. l'attesa aumenta il desiderio, no? In ogni caso, mi dispiace averti fatto soffrire.
Stasera, con quella portata che mi hai preparato, hai scatenato in me mille emozioni diverse. Avrei voluto correrti incontro e baciarti, ma non potevo farlo. Non dovremmo nasconderci ancora per molto, piccola infermiera. Durante questo mio breve periodo di assenza, ti chiedo anche di capire quello che provi per Francis. Qualsiasi cosa tu capisca scavando a fondo dentro di te, voglio che tu la condivida con me. Sappi soltanto che questo mio viaggio è anche per noi, in un certo senso. Sei sempre nei miei pensieri, Beth. Ti amo così tanto. Ci vediamo presto,

Once Upon a Time, a Reign | Completa, in revisione |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora