Capitolo Cinquatasettesimo

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Appena i crampi scomparirono, ebbi un forte senso di nausea, e dovetti correre a rimettere. « Questo bambino non vuole darmi tregua. » dissi appoggiandomi al muro. « Bash... » mormorai, mentre la vista stava iniziando ad annebbiarsi. « Non mi sento bene. » dissi, e nel momento stesso in cui le parole mi uscirono di bocca, crollai al suolo svenuta.
Mi risvegliai dopo poco, sul letto, circondata da Bash, Nostradamus e Francis. « Si sta riprendendo. » mormorò Nostradamus. Sbattei più volte le palpebre, assonnata. «Che succede? » chiesi, non ricordando nulla. « Sei svenuta. » rispose Bash. « E hai fatto prendere una dannata paura a tutti noi. » aggiunse Francis. « Non ricordo... » commentai.

 « Il bambino

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« Il bambino. Ha bisogno di mangiare, e voi state mangiando poco quanto niente. Se mangiate soltanto una volta al giorno, il bambino assorbe tutto e a voi non rimane nulla. Per questo vi ritrovate senza forze e soggetta a mancamenti. »
Bash mi guardò in modo molto severo. « Devo controllarti anche quando mangi, allora? » « Sarò pur libera di mangiare quando ho fame? » mormorai. « No, perché non devi pensare solo a te, ora. Hai una responsabilità. » disse Bash, serio.
Abbassai gli occhi sulle mani, perché sapevo che aveva ragione.
Ma mi aveva rimproverata davanti a tutti, facendomi sentire una stupida. « Beth, non te la prendere ma... ha ragione. » disse Francis. « Nostradamus, per caso volete aggiungervi al coro anche voi? » mormorai, sarcastica. « In effetti sono d'accordo con loro. » disse, sorridendo. « Avete una vita da portare avanti, vi toglie molte energie e dovete mangiare, altrimenti inizierete a sanguinare di nuovo. Questo lo sapevate? » « Non me ne intendo di gravidanze. » dissi, ancora leggermente offesa. « Per questo vi conviene seguire i miei consigli. »
Disse Nostradamus, alzandosi. « Se doveste avere ancora bisogno di me, sapete dove trovarmi. Vostre Maestà. » disse, facendo un inchino. « Grazie Nostradamus. » disse Bash dandogli una pacca sulla spalla. « Il tuo viaggio è rimandato. Partirai domani sera, invece che domani mattina. Hai bisogno ancora di qualche ora per riposare. » « Bash, ora sto bene. Non ho bisogno di... » « Ti ho detto di sì. » disse, risoluto.
Non ebbi la forza di replicare, perché il suo tono non ne accettava. « Bash, ma che ti prende? » « Beth, è nostro figlio. Non puoi essere così irresponsabile da non mangiare. » mormorò, e sembrava davvero esasperato. « So quello che faccio Bash. E' stato un errore, un errore che non commetterò più, te lo prometto. Ma fino a prova contraria è anche figlio mio, e ci tengo almeno quanto te. Quindi smettila di trattarmi come una bambina! » « Quando mi darai la prova di non esserlo. »
Ci guardammo, con aria risentita.
Francis era ancora lì, che guardava fuori dalla finestra.
Ovviamente si sentiva molto imbarazzato da quella situazione che si era creata.
Mi alzai, chiudendo gli occhi per qualche secondo.
Bash cercò di venirmi incontro, ma io lo fermai con una mano. « Lasciami stare. Me ne vado da qui. Sono una bambina? Perfetto, ho un quadro chiaro del tuo pensiero adesso. Non ti scomodare a venirmi a trovare. » « Dove stai andando? » chiese Bash. « Francis, posso venire a stare nella tua camera? »
Francis avvampò, sotto lo sguardo infuocato di Bash.
Sapevo di aver detto una cosa sconveniente, ma in quel momento non me ne importava nulla.
Ero conscia di aver sbagliato, per non aver mangiato e tutto il resto.
Gli avevo promesso che non avrei mai più sbagliato, ma lui aveva continuato a rimproverarmi.
Di me avrebbero dire tutto, ma non che fossi una bambina.
Quello non lo accettavo.
Bash fissò Francis, e solo con gli occhi lo obbligò a dirgli di no. « Ma certo che puoi stare da me. » mormorò Francis. « Ma non è meglio che... » « No, grazie Francis. » dissi, avviandomi verso la porta.
Mi voltai, per guardare Bash, simile a una statua di marmo. « Da te pretendo delle scuse. Non permetterti mai più di rivolgerti a me in questo modo, Bash. Da te accetto tutto, meno che l'appellativo di bambina. Se devo portarti rispetto come tua suddita, lo farò. Ma dal mio Re pretendo lo stesso rispetto che io riservo a lui. »
Uscii dalla stanza, accompagnata da Francis. « No, Francis, non volevo davvero venire in camera tua. Era soltanto una scusa per allontanarmi. » mormorai. « Ma hai bisogno di riposo. » osservò lui. « Sì, ma credo che mi riposerò più tardi. » « Beth, è quasi sera. Lo sai bene che Bash tornerà a cercarti, non riesce a stare per molto tempo lontano da te. » « Sì, Francis, ma questa volta ha davvero esagerato. » osservai. « Lo so, hai ragione... ma si è preoccupato, pensa a questo. Ha due persone di cui prendersi cura adesso. » « Francis, non difenderlo sempre. » « Non lo difendo, cerco solo di vederla come la vede lui. »
Sbuffai. « Io non ho mai detto che lui abbia sbagliato. Io gli ho anche detto di aver commesso un errore, ma lui è andato avanti a rimproverarmi. Questo non lo tollero. »
A un certo punto, da dietro, qualcuno. Due calde braccia che mi avvolgevano, e qualcuno che tuffava il naso nei miei capelli.
Francis sorrise, forse con un po' di amarezza dentro di sé, e si allontanò. « Bash... » sussurrai. « Perdonami. Ti prego, perdonami. » chiusi gli occhi per qualche secondo, mentre il suo soffio sul collo mi faceva venire i brividi. Non mi voltai, rimanemmo così per un po'.
« E' stato così semplice? » dissi, alla fine. « Non voglio litigare con te. » « Davvero? O ti sei solo sentito in pericolo quando mi hai vista andare via con Francis? » osservai. « Beth, sono stato un'idiota, lo so. Ma mi sono spaventato, non voglio perdere nessuno dei due. Io vi amo con tutto me stesso. » mi voltai, guardando il mare dei suoi occhi. « Ti amo anche io, Bash. Pensavo ormai lo sapessi, ma ho odiato il modo in cui mi hai parlato prima. » « Lo so, sono stato uno sciocco e ti chiedo scusa. » Sospirai. « E' tutto a posto, Bash. » « Mi perdoni? » chiese, con i suoi occhi da felino ferito.
Per tutta risposta lo abbracciai e gli diedi un bacio sulla guancia. « Non potrei mai rimanere in astio con te. » « Però ti prego, Beth. Non farmi preoccupare. Devi mangiare, non posso permettermi di lasciarti avere questi mancamenti. » « Te lo prometto, non accadrà più. » « Va bene, andiamo in camera ora. » disse, accompagnandomi con una mano sulla schiena. « Aspetta, devo andare da Francis. E' andato via così... senza dire una parola. »

Once Upon a Time, a Reign | Completa, in revisione |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora