Capitolo Sessantaseiesimo

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BASH

Se avessi potuto fare qualcosa per mettere fine a tutta quella sofferenza, l'avrei fatto.
Ormai era finita, lo sapevo.
Alle nozze mancavano cinque giorni... e il giorno dopo sarebbe stato Natale.
Era la Vigilia di Natale, ed io me ne ero completamente dimenticato.
Nessuno di noi aveva mai avuto un anno più difficile di quello, ogni normale tradizione sembrava essere oscurata da qualcosa di più importante.
Non riuscivo a fare a meno di pensare alla mia Beth.
Mia.
Non più mia. Ma che colpa ne avevo?
Credevo che la lettera che stavo aspettando sarebbe arrivata in tempi brevi, e invece, mi avvicinavo sempre di più al giorno della celebrazione.
Non potevo andare di nuovo in Vaticano, era un viaggio troppo lungo da affrontare, e mio padre non mi avrebbe mai lasciato partire.
Mi buttai sul letto.
Tra poche ore ci sarebbe stata la maledetta cena della Vigilia, ed io non avevo alcuna voglia di andarci.
Ormai non pensavo nemmeno più al fatto di ritardare il matrimonio, pensavo solo a come fare per non renderlo valido al cento per cento.
Non avrebbe potuto tardare ancora per molto quella maledetta lettera, ed io dovevo temporeggiare.
E intanto pensavo che mi stavo perdendo la gravidanza di Beth, mi stavo perdendo il tempo in cui il mio piccolo diventava sempre più grande nel suo grembo.
Mi perdevo i momenti in cui potevo giocare con lei, accarezzarle la pancia, abbracciarla.
Diedi un calcio alla sedia che si trovava vicino al letto, e mi portai le mani al volto.
No, non poteva davvero essere finita.
Mi alzai, e aprii la porta, fiondandomi in corridoio.
Aprii la camera di Beth, e rimasi impietrito.
Beth dormiva tranquilla tra le braccia di Francis.

Lui le teneva il capo, e stava dormendo a sua volta

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Lui le teneva il capo, e stava dormendo a sua volta.
Sembrava così serena insieme a lui.
Iniziai a domandarmi oziosamente se lei avesse mai provato la stessa serenità anche con me.
Ebbi l'irrefrenabile impulso di alzarmi, scaraventarlo giù dal letto e ribadire a voce alta che lei era mia, ma non lo feci.
Perché causarle altro dolore?
Sapevo di avere le mani legate in quel momento.
Ormai tutto vacillava, non sapevo neppure se lei mi avesse accettato di nuovo una volta arrivata la lettera che aspettavo.
Non sapevo più nulla.
La cosa migliore, per il momento, era farmi da parte e lasciare che lei vivesse la sua vita, sperando che una parte di lei rimanesse sempre fedele solo a me.
Sapevo che aveva un interesse particolare per mio fratello, ma sapevo anche che non lo amava come amava me.
Egoistico da parte mia, ma era l'unica speranza che ancora si aggrappava forte a tutto quel disastro.
Richiusi la porta alle mie spalle, e lasciai la mia Beth tra le braccia in un uomo che non ero io.
« Bash, c'è la cena. Perché non scendi? Sai dov'è Francis? »
Mary stava camminando con la sua solita innata eleganza.
Portava i capelli sciolti sulla schiena, con due treccine che si incrociavano dietro di essi.
Una tiara d'oro era poggiata sulla tua testa, e un vestito blu le scendeva morbidamente addosso.

Una tiara d'oro era poggiata sulla tua testa, e un vestito blu le scendeva morbidamente addosso

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