Capitolo Venticinquesimo

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Quella era ormai la mia vita a corte. Le ore senza Bash passarono monotone.
Chiacchierai con qualche mia collaboratrice ma i pettegolezzi che si scambiavano alcune di loro non mi interessavano più di tanto.
Avevo trovato in Miranda una buona amica. Ogni tanto parlavamo, passeggiavamo. Seppure fossi un tipo solitario, a volte sentivo il bisogno di parlare con qualcuno.
Avrei amato passare del tempo insieme a Francis, ma sapevo che in questo modo non avrei fatto altro che alimentare i suoi sentimenti.. e anche i miei.
« Allora, è vero che tra te e Bash c'è qualcosa? »
Spalancai gli occhi verso Miranda. Buon Dio, quante volte avrò sentito quella domanda da qualche settimana a quella parte? « Miranda, ma che dici! Il futuro Re è il promesso sposo della regina Mary, come ti salta in mente? » « Perchè qui non fanno altro che parlare di voi due. In cucina non hai idea di quante ragazze ti invidino per questa cosa. Il Re è uno degli uomini più belli che io abbia mai visto! » Miranda era una sempliciotta.
Buona, di famiglia povera, proprio come la mia. Robusta di corporatura, aveva un viso bellissimo. Splendenti occhi verde prato, capelli rossi tendenti al mogano, e lentiggini spruzzate per tutto il viso. « Non devono invidiarmi, perchè tra me e Sebastian non c'è nulla. » « Sai che di me puoi fidarti vero? » « Lo so, ed è per questo che ti dico la verità. Sebastian è bellissimo, questo è innegabile, ma la regina è altrettanto bella. Non ha da ricercare niente in nessun'altra. » « Sarà. » Miranda non sembrava ancora molto convinta, ma alla fine, non ci feci troppo caso. L'importante era che io continuassi a negare.
Non potevo permettere che Bash si compromettesse a causa mia.
Finita la nostra passeggiata, me ne andai in camera per sistemarmi i capelli e a preparare la cena. Mentre stavo camminando verso la toletta, sentii la testa girarmi vorticosamente, e dovetti appoggiarmi allo schienale della sedia per non cadere. Feci qualche passo verso il letto e mi misi a sedere. Mia madre mi diceva che tutte le volte che avvertivo un capogiro avrei dovuto guardare un punto fisso. Seguii i consigli di mia madre, e dopo qualche minuto sembrò attenuarsi. Mi alzai a mi sistemai i capelli in un delicato chignon. Corsi in cucina, e procedemmo con i soliti preparativi per la cena.
Salimmo lo scalone con le portate, e rimanemmo lì come ogni singola sera.
Mentre ero in piedi, iniziai ad avvertire una forte nausea.
Pensai di non aver mangiato nulla.. a cosa poteva essere dovuta? Cercai di non dare peso alla cosa, ma la vista di tutte quelle pietanze, non faceva altro che accentuare il mio voltastomaco.
Chiesi scusa a tutti i presenti, e scesi rapidamente le scale. Entrai in camera mia e vomitai.
Ma rimisi praticamente il nulla assoluto.
Solo acqua.
Non avevo mangiato nulla. Conclusi che doveva trattarsi di una qualche forma virale.
Se mi ero presa un virus sarebbe stato meglio prendere qualche medicina, per evitare di rimanere a letto. Se mi fossi coricata credo che non avrei ricevuto aiuto da nessuno, soprattutto ora che Bash non c'era. Mi lavai il viso e mi sciaquai la bocca, per togliermi quel saporaccio acido dalla lingua. Chiesi a Miranda se quella sera mi avesse potuto sostituire, nel turno per lavare i piatti perché mi sentivo poco bene e lei acconsentì di buon grado. Così, presto per i miei canoni, rientrai in camera e mi misi a letto. Toccai la fronte e constatai che non scottavo.
Meno male, niente febbre.
Il primo giorno senza Bash era quasi passato, ed iniziava il conto alla rovescia.
Tra due giorni avrei potuto riabbracciarlo. Mi addormentai, e diversamente dalle altre volte, lo feci senza problemi.
All'improvviso, però, sentii tirare i capelli. All'inizio credetti di star sognando, e mentre avevo gli occhi chiusi, sentivo che il dolore farsi sempre più acuto. Aprii subito gli occhi, e mi girai dall'altro lato.
Non c'era nessuno, e nel castello regnava un silenzio tombale.
Avevo dormito per molte ore.
Mi alzai, e mi avvicinai alla finestra.
Tutto era tranquillo. Avallando l'idea che fosse solo il frutto della mia immaginazione, mi rimisi a letto, seppure non tranquilla fino in fondo.
Mentre stavo per riprendere sonno, ecco una risata.
Mi alzai di soprassalto, sedendomi in mezzo al letto.
Mi guardai intorno e non scorsi anima viva. Iniziai ad agitarmi.
Eccola, un'altra risata.
Con orrore, mi resi conto che proveniva ancora una volta alle spalle di quell'enorme arazzo di Catherine e Henry.
Mi alzai lentamente e mi infilai la camicia da notte. Bash aveva detto di aver predisposto delle guardie a presidiare il corridoio.
Se fosse successo qualsiasi cosa, sarei corsa a chiamarle. « Qui non sei la benvenuta! »
Una voce gutturale, sforzata, quasi artificiale provenne da dietro l'arazzo.
Era una voce femminile.
Provai la tattica del parlare.
Volevo capire cosa volesse da me. « Clarissa.. ti chiami Clarissa giusto? »
Nessuna risposta. « Clarissa, perchè vuoi che vada via? » « Perchè sei una minaccia per Mary! » disse la voce, stizzita. « No, non lo sono. Sono una semplice cuoca. »
Nessuno replicò. Passarono pochi secondi, e arrivò una risposta. « I fratelli di quello castello non sono per te! » « Che cosa? » « Vattene! Mary non può soffrire per colpa tua! » « Io e Sebastian non siamo nulla! » Provai a difendermi. « Ti ho sentita parlare con Francis... Mary è ancora innamorata di Francis, tu non puoi averlo. »
Chiunque parlasse, era soltanto una persona con manie di eroismo.
Si sentiva in dovere di proteggere Mary, ma in quel momento, mi stava facendo perdere sul serio le staffe. « Lei ha già Sebastian.. non che voglia tenermi Francis, ma lui è libero di fare ciò che vuole. Non può soffrire in eterno, deve rifarsi una vita. » « Deve essere Mary a deciderlo tu non sei nessuno! »
Detto questo, da dietro l'arazzo venne fuori una ragazzina.
Indossava un sudicio vestito chiaro, con delle scarpe logore.
Aveva i capelli rossi sul biondo, che si riducevano ad un disordinato ammasso.
Portava una mezza maschera, il cui motivo mi era ignoto e in mano reggeva un candelabro. « Clarissa.. cosa vuoi fare? » « Non ti sentirà nessuno.. » « Ci sono delle guardie a presidiare il corridoio. » « Sono ubriache, non ti sentiranno. » Pian piano, la bambina si avvicinava, ed io facevo qualche passo indietro verso la porta. « Per favore Clarissa. » « Mary non deve soffrire per colpa tua. » Mi trovai con la schiena schiacciata contro la porta. Con la mano destra cercai di trovare il pomello. Una volta afferrato, aspettai il momento giusto per aprirla e scappare via. Se lo avessi fatto in quel momento, probabilmente Clarissa mi avrebbe fracassato il cranio con quel maledetto candelabro rinforzato. « Mettilo giù.. » « Tu non mi dici quello che devo fare, chiaro?! » Scagliò il candelabro contro di me, e prima che potesse colpirmi sul serio, aprii la porta e corsi lungo il corridoio. Era vero, le guardie giacevano addormentate al pavimento, stordite dall'alcool. La prima persona che mi venne in mente fu Francis. Salii velocemente la rampa di scale, scalza, e mi avvicinai alla porta di Francis. « Cosa desiderate? » disse la sentinella che presidiava la porta del principe. « Per favore è urgente, devo vederlo. » « Non si può, il principe sta dormendo. » Sospirai. Ero spaventata e tremavo come una foglia. « Francis! » urlai, in preda al panico. « Per favore, chiedo soltanto cinque minut.. » in quel momento la porta si aprì. Francis era in tenuta da notte, e si guardò intorno con aria preoccupata. « Beth, che succede? » « Vostra maestà io.. » « State zitto! Venite, Beth, entrate.. »

Once Upon a Time, a Reign | Completa, in revisione |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora