Capitolo Ottantesimo

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BETH.

Mentre Bash ed io ci godevamo il piccolo insieme, per la prima volta dopo tempo, sentii una presenza alle mie spalle.
Mi voltai, e vidi Francis sulla porta, zitto ad osservare la scena.
« Francis, perché rimani lì? » mormorai.
Lui scosse la testa, sorridendo.
«Voglio che vi godiate questo momento col vostro bambino » disse, tristemente.
Mi allontanai da Bash, ed andai verso di lui prendendogli lemani.
« Stai crescendo questo bambino con me. Tu, mi stai aiutando ad andare avanti. Hai il diritto di esserci... » dissi, accarezzandogli una guancia.
Lui si girò, e mi diede un bacio sul palmo.
« Grazie – mormorò – ma voglio davvero che questo momento sia solo vostro. Io sono di là, stanno andando tutti via. Ci vediamo appena finisco » disse il principe, prima di lasciarci.
Sospirai, sperando che non si fosse sentito in colpa o qualcosa del genere.
Avevo conosciuto bene Francis, sapevo quanto fosse dolce, e quanto il suo animo fosse puro.
« E' fantastico » dissi, mentre tornavo da Bash, ma lui non rispose.
« Cosa dovevi dirmi? » approfittai del suo silenzio, per fargli la domanda che mi aveva tormentata per tutta la fine della serata.
Bash alzò gli occhi verso di me, e mi scrutò a fondo.
Aprì la bocca per dire qualcosa, poi la richiuse. « Volevo dirti che... » iniziò, ed io rimasi col fiato sospeso « che... Potresti venire a trovarmi a corte, qualche volta quando non posso venire io. Stiamo un po' insieme, tu io e il piccolo».
Non sapevo per quale motivo, provai una fitta di delusione.
Era davvero quello, ciò che voleva dirmi?
« Oh, sì sì ma certo... » dissi, riprendendomi dallo sbigottimento.
Lui sorrise, e tornò con gli occhi al piccolo.

* * *

« Quando partiamo per il viaggio di nozze? » mormorai.
« Tra qualche settimana, ti porto in Italia » disse, mentre mi baciava dolcemente la curva del collo, provocandomi dei brividi.
« Ch-che bello... » dissi, cercando di pensare a qualcosa che non fossero le labbra di Francis sul mio collo.
« Voglio toglierti da questo vestito » disse, soffiandomi le parole tra i capelli.
Con delicatezza, mi sciolse la pettinatura, facendomi cadere i capelli castani sulle spalle.
Sciolse la cintura, e le sue dita affusolate si infilarono tra i nastrini del corpetto, sciogliendoli con maestria.
Mi voltai, e lo svestii a mia volta.
Francis mi condusse verso il letto, e mi fece stendere dolcemente sul materasso.
Le nostre bocche erano intrecciate, e non riuscivano a staccarsi.
I nostri fiati erano un tutt'uno.
I nostri cuori battevano all'unisono.
« Sono così fortunato » mormorò tra un bacio e l'altro.
Fece scorrere delicatamente la mano lungo la mia gamba, accarezzandola.
Facemmo l'amore con un lentezza estenuante. Quello era Francis.
Mi regalava emozioni che mai nessuno era riuscito a darmi.
A lui piaceva godere di ogni attimo, di ogni bacio, di ogni sussurro.
E quella era una delle parti di lui che non avrei mai cambiato.

BASH.

Lasciai il casale, e nella carrozza insieme a Mary, mi sentivo svuotato.
Quando Beth mi aveva chiesto cosa volessi dirle, non ce l'ho fatta.
Avrei voluto dirle: "Ho ottenuto l'annullamento. Potevamo sposarci ed essere felici, ma tu hai scelto una strada diversa".
Non volevo rovinarle la serata, così sono stato zitto.
Ho preferito mentirle, piuttosto che dirle una verità che potesse ferirla.
Non ero neppure più sicuro che le avesse messo dei dubbi.
Sembrava così felice insieme a Francis.
Sorrideva, e si sentiva al sicuro, e alla fine era quello ciò che m'importava più.
La mia felicità, in confronto alla sua, era relativa.
« Bash » la voce distante di Mary mi risvegliò dal torpore.
« Bash, di sopra ci aspettano due funzionari scozzesi. Hanno bisogno di rinforzi, e vogliono discutere con te ».
Nei due giorni successivi al matrimonio di Beth, ero stato completamente assente.
Alla fine non m'importava più di nulla.
Non avevo neppure messo ancora Mary al corrente dell'annullamento.
Ma dovevo farlo, non potevo continuare a recitare una parte che non mi spettava più. Doveva sapere che io non ero più suo marito, che non sarei stato più il futuro re di Francia.
« Sì, sì. Adesso andiamo » mormorai distrattamente.
« Ma che cos'hai? Sei così... strano » disse, fissando i suoi occhi castani nei miei.
Sospirai, forse era il momento.
« Mary, devo parlarti. Vieni, andiamo di sopra».
« Bash sembri preoccupato. Qualcosa non va?» disse Mary, una volta chiusa la porta alle sue spalle.
Feci un lungo sospiro, e appoggiai la lettera sulla scrivania di legno.
« Leggila » dissi semplicemente.
Mary aggrottò le sopracciglia, ma non disse una parola.
Si avvicinò e prese la busta tra le mani.
« Ha il sigillo papale » disse, ancora più confusa, ed io annuii.
Ne estrasse delicatamente il contenuto, e iniziò a leggere.
Il suo viso impallidiva di riga in riga.
« Che cosa hai fatto... » disse, mentre si apprestava a leggere l'ultima parte.
« Mary... »
« Tu. Cosa hai fatto? » disse, con una calma glaciale.
« Sai che è una cosa irreversibile, vero? Sai che non possiamo tornare indietro... vero? »
Io annuii.
« Lo so ».
« E allora dimmi perché diamine hai fatto una cosa del genere, Sebastian!» disse urlando.
« Perché non sono fatto per essere Re! » dissi, urlando a mia volta.
« Non voglio tutto questo, non è la mia vita! Non voglio il regno, non voglio la corona, non voglio il potere, non voglio niente! Niente! » dissi, fuori di me.
Mary abbozzò un sorriso amareggiato
.« Lo hai fatto perché speravi di sposare Beth».
Io non risposi.
Entrambi sapevamo che era quella la ragione principale.
« Sei uno sciocco, Bash. Hai rinunciato a tutto... per una donna. Io non posso crederci » disse, scioccata.
Era così difficile da credere?
Che avessi rinunciato a tutto per amore?
Forse in un mondo dove quello che conta sono solo il potere e i soldi, sì lo era.
« Credici. Non sono più tuo marito e non sono più il futuro re di Francia. E' tutto. Ho chiuso » dissi, e feci per uscire.
« Perché non lo hai detto al suo matrimonio, allora? » mi domandò.
« Non volevo rovinare il suo giorno. Voglio che sia felice. Voglio che lo sia anche mio fratello».
« Mi sembra assurdo che tu la ami così tanto».
« Non ho detto nulla, perché come ti ho già detto, tengo anche a Francis. Lui può renderla felice... questo mi basta ».
« E ora chi sarà il prossimo re di Francia? Hai sconvolto tutta la linea di successione » mormorò la regina.
Io risi, sarcastico.
« No, mia cara. Tu e mio padre avete sconvolto l'intera linea di successione, non io. Francis era il Delfino, lui era destinato a diventare Re. Quindi ora, sono problemi vostri ».
« Non tirartene fuori, ci sei dentro anche tu! » mi fermò Mary.
« Non puoi lasciarmi in questa situazione, una volta tu mi amavi » disse, con le sopracciglia aggrottate verso l'alto.
Colpito e affondato.
Aveva scatenato in me il tanto temuto senso di colpa.
Sbuffai, alzando gli occhi al cielo.
« E' irreversibile, come hai già detto tu. Anche se volessi, non potrei fare nulla ».
Il viso della regina si illuminò immediatamente.
« Qualcosa che possiamo fare c'è ancora ».

Once Upon a Time, a Reign | Completa, in revisione |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora