Capitolo Ventottesimo

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Aprii la porta e trovai Francis che mi stava aspettando, in piedi. « Allora? » chiese impaziente.
Ebbi come una fitta nella parte alta dell'addome.
Era il dolore di mentire proprio a lui.
« Niente, una forma virale. Mi ha dato dello sciroppo. » Mi sforzai di sorridere, e vidi Francis che tirava un sospiro di sollievo. Se solo avesse saputo..
Mi riaccompagnò in camera mia, e per tutto il tratto di strada parlammo di sciocchezze. « Francis, vi sono debitrice. Di tante cose. Grazie per oggi, grazie per tutto. »
Francis mi sorrise, mostrandomi la sua espressione più dolce. « E' un piacere, mia dolce Beth. » mi fece un baciamano, ed uscì lasciandomi sola.
Ma ormai sola non lo sarei stata più.
Ci sarebbe stato il mio bambino a farmi compagnia.
Mi sedetti sul letto, poggiando le mani sulla pancia, accarezzando quella creaturina che non conoscevo ma che sentivo già di amare.
Un pensierò fulmineo mi balenò in testa.
Come lo avrei detto a Bash? Sicuramente avrei dovuto trovare un modo dolce per dirglielo. E come l'avrebbe presa? Oh Dio, e se non l'avesse presa bene?
Ancor prima del suo matrimonio con Mary, aveva un figlio bastardo.
No!
Scacciai via quel dannato pensiero, e cominciai a camminare avanti e indietro, per distrarmi dai pensieri infelici di poco prima.
Il pomeriggio passò velocemente.
La sera mi recai in cucina e come sempre, preparai la cena.
Poi corsi velocemente in camera mia, e mi feci un bagno, lavandomi anche i capelli.
Mi strinsi un'asciugamani attorno al corpo e tamponai l'acqua che gocciolava sul pavimento. Mentre compivo quei gesti di routine, sentii bussare alla porta.
Mi coprii con una vestaglia e mi nascosi dietro alla porta, aprendo. « Sì? »
Una donna, con una borsa in mano, mi sorrideva calorosa.
Inoltre, sulla borsa era stesa una grossa tela bianca, con dei laccettini. « Sono stata mandata qui, per voi. Mi hanno incaricata di prepararvi per l'evento di stasera? » « Quale evento? » chiesi smarrita e spaventata. « La vostra ufficializzazione come artista di corte, naturalmente. » « Oh, cielo! Il principe Francis ha indetto un evento? Credevo volesse semplicemente dirlo a voce.. ci sono delle procedure anche per questo? »
L'anziana donna rise. « Certo, cara. Anche per questo. » La feci accomodare in camera mia, e lei poggiò tutto sul letto. Io ero spaventata all'idea che Francis avesse indetto addirittura una cerimonia! Se lo avessi saputo, avrei rifiutato di sicuro.
Senza Bash, poi come lo avrei affrontato? Lui non ne era al corrente, e il pensiero mi faceva stare ancora più male.
« Siete pronta, cara? »
Io annuii. La dolce signora iniziò a prendere dalla borsa dei pennelli, dei cosmetici, e delle forcine. Spazzole e pettini. Mi sistemò davanti allo specchio e sorrise nel suo riflesso. « Siete così pallida! Su, su un po' di colore non è una tragedia. » Sbuffai.
La donna mi asciugò i capelli, ancora umidi, poi li spazzolò e li divise in due bande. Mi lasciò i delle ciocche sul viso che pendevano dal lato destro, e li arricciò con uno strano strumento rotondo che non avevo mai visto. Li raccolse, e mi fece una treccia sopra di essi a mò di corona, lasciando libera giusto qualche ciocca. Il trucco fu molto semplice. Tracciò una linea di polvere nera, molto sottile sia sulla palpebra superiore che sulla parte interna dell'occhio. Diede alle mie labbra un bel colore rosso non molto acceso, e alle mie guance smorte un po' di rosa.
« Siete pronta per la parte più bella? »
Io annuii. C'era ancora un pezzo forte? A quanto pareva, si.
Dalla grande tela lunga e bianca, una volta sfilati i laccetti, la donna ne estrasse l'abito più bello che avessi mai visto.
Era rosso, drappeggiato, con la gonna larga, lunga fino ai piedi. Il corpetto era a V, con dei nastrini neri che si intrecciavano tra loro, ed era chiuso sulle spalle, in un raffinatissimo pizzo nero. « Ma.. è meraviglioso! »
Dissi estasiata. « Francis? » chiesi.
Lei scosse la testa. « No, il principe Sebastian. »
La guardai, con gli occhi spalancati. « Come? » Lei rise della mia espressione. « Bash sa? Voglio dire, il principe sa? » «  Oh, si. Si, lo sa. Per questo vi ha mandato il vestito.. » « Io credevo che .. fosse stato Francis ad organizzare tutto. » « Oh si, sua grazia lo ha fatto, ma il principe Sebastian si è occupato di voi. Personalmente. Questo, è tutto organizzato da lui. Ecco, vi spiegherà tutto in questa lettera. » « Un'altra? »
Presi la lettera dalle mani della donna e la poggiai sulla scrivania. L'avrei letta una volta rimasta sola. Almeno quella era integra, senza segni di effrazione. Poi, dalla borsa estrasse una sacca, al cui interno c'era un contenitore in pelle. « Apritelo, è per voi. » Lo afferrai, titubante.
Mi sedetti sul letto e lo aprii. All'interno c'era una piccola tiara, in oro bianco, intrecciata con deliziose perle e perline sistemate fino a creare un fiore centrale, con due fiorellini ai lati. « Sollevate lo strato di camoscio. » mi disse la donna, con un sorriso radioso.
Io feci come mi disse, e proprio sotto, adagiato su un piccolo cuscino di camoscio rosso.. un anello. Era in oro bianco, con delle foglioline che richiamavano il motivo della tiara, e incastonate in queste foglioline, dei diamanti. Accanto, un piccolo fogliettino ripiegato. Lo estrassi e ne lessi il contenuto "Alla donna della mia vita. Bash." Alzai velocemente lo sguardo verso la donna, che sorrideva ancora. « Ma voi sapete? » lei annuì. « Servo Sebastian e Francis da ventidue anni, so ogni cosa.. »
Lo indossai, rimirandomi la mano.
« Che significa? » dissi, senza capirne il vero significato. « Aspettate domani.. e lo saprete. » No..
Nella mente balenò un pensiero, troppo dolce, troppo felice per essere vero.
Il lieto fine non esisteva, ed era inutile illudersi per poi vedere i sogni infranti ai propri piedi. Perchè tutti erano così misteriosi con me? Provai a non pensarci, e mi alzai dal letto, barcollante per la felicità.
La donna mi aiutò a vestirmi, mi fece indossare la tiara e chiuse i laccetti del corpetto e del vestito. « Come vi chiamate? » « Lucrezia. »
Io annuii. « Se non vi serve altro, io andrei via. » « Ma certo, ma certo. Grazie di tutto Lucrezia, davvero. » « Dovere. » Mi fece un piccolo inchino con la testa, e chiusa la porta alle sue spalle, andò via.
Per la prima volta nella mia vita, avevo ricevuto un inchino. Ma perchè mai?          
In quel vestito non riuscivo a muovermi liberamente.
Mi guardai allo specchio, e non mi riconobbi. Non credevo di essere mai stata così elegante.
Avrei voluto che Bash fosse stato lì per vedermi così.
Sicuramente sarebbe scoppiato a ridere a causa della mia goffaggine nel camminare e muovermi in quella meravigliosa trappola.
Mi sedetti sul letto ed aprii la lettera.

"Mia cara Beth,
sì, lo sapevo. Francis ha avuto l'accortezza di avvisarmi qualche giorno prima che ti facesse questa proposta. Ed io, in questo modo, ho avuto il tempo di organizzare le cose come meglio potevo.
Mi dispiace solo di non essere lì, insieme a te, per godere della tua bellezza, e del tuo trionfo. Meriti tutto questo e anche di più. Ora avrai un posto fisso a corte! Non so questo quanto possa essere spaventoso.. perchè è spaventoso! No, a parte tutto, ci sarò io al tuo fianco.
A sostenerti, a consolarti, a proteggerti.. ad amarti.
Spero che sia tutto di tuo gusto. E davvero, mi sto maledicendo per non essere accanto a te per vedere quanto tu sia bella. Beh, vuol dire che quando tornerò chiederò al mio fratellino. Di sicuro sarà giusto nelle considerazioni su di te.
In attesa di riabbracciarti, ti mando i miei pensieri. E i miei baci.

Bash."

Richiusi la lettera, e gli diedi un bacio sopra. Mi mancava così tanto.
Desideravo con tutta me stessa rivederlo al più presto, e tutto era accentuato dalla distanza che c'era stata tra noi due prima che partisse.
Mi dissi che era ora.
Presi tutto il coraggio che tenevo da parte per occasioni del genere, e lo sfoderai, cercando almeno di mantenere quel tanto di decoro formale che mi sarebbe servito per non apparire un'imbranata.
Mi avviai verso la sala degli eventi, che era sita nel primo corridoio, verso l'entrata.
Quando fui quasi fuori alla porta, mi fermai, per prendere fiato.
Avevo la sensazione che da un momento all'altro, Bash fosse comparso alle mie spalle e mi avrebbe stretto a lui, come era solito fare. Scioccamente mi guardai alle spalle, e realizzai che ovviamente, non c'era nessuno.
Buttai fuori aria, cercando di calmare i battiti del mio cuore, feci qualche passo e mi fermai davanti alla porta.
I reali, i nobili, e molte altre persone erano immersi nelle loro vite dorate, si scambiavano chiacchiere, risate e qualche bicchiere di troppo.
Si crogiolavano nella loro sfarzosità e nelle loro false buone maniere.
Una musica dolce e melodiosa si espandeva per tutta la sala, suonata da quattro uomini con liuti, arpe e altri strumenti.
Sul trono c'erano Henry e Catherine.
Mary invece era in piedi accanto a Francis. Non avevo la forza di avanzare di un solo passo, mi sentito totalmente inchiodata al suolo.
Ad un certo punto, Francis girò la testa verso la mia direzione, e il suo sguardo mi fece letteralmente sciogliere.
Non appena i suoi occhi si furono posati su di me, le sue labbra si piegarono in un sorriso. Sospirò, poi con una mano si scusò con Mary, e con passo lento iniziò ad incedere verso di me. « Voi.. ehm - disse, ridendo e balbettando - siete radiosa. » « Francis, non vi ho mai visto balbettare. » « Siete voi. » « Io? » Lui annuì. Mary ci stava guardando, e adesso sia Kenna che Lola l'avevano raggiunta. « La regina Mary ci guarda. » « Credo che nessuno possa fare a meno di guardarvi stasera. » « Davvero? Qui nessuno si è accorto di me, a parte voi. » « Non vi basta la mia attenzione? »
Quella domanda mi fece balzare il cuore in gola. Non volli rispondere, perchè in entrambi i monosillabi, si o no, la risposta sarebbe stata sconveniente. « Sono terrorizzata. » « E ancora una volta evitate di rispondermi. Ma stasera ve lo concedo. Sono.. ammutolito dalla vostra bellezza. Permettetemi. » Lo guardai, spaventata. « Francis, non avrete davvero intenzione di.. » Lui annuì. « Assolutamente. » Mi stava porgendo il braccio.
Sarei entrata in quella sala gremita di reali, davanti a due Regine, Mary e Catherine, e con un Re, Henry, poggiata al braccio del Delfino reale. « Ne siete sicuro? » « Non esitate oltre, Beth. O potrei trascinarvici a forza. » Sorrise. Era decisamente troppo.
Feci appello a tutta la grazia che risiedeva in me, e pregai Dio Onnipotente che non mi facesse inciampare, altrimenti sarei caduta al suolo trascinando con me il Delfino di Francia. « Ho paura di inciampare. » confessai sottovoce a Francis. Lui, poggiò la mano sinistra sulla mia, che tenevo appoggiata sul suo braccio e strinse le dita alle mie.
Non osavo guardarlo.
Avevo il volto in fiamme, e sentivo gli sguardi di tutti su di me, così mi limitavo a guardare il pavimento. « Mia cara! »
Quando arrivammo a pochi passi dai troni, Re Henry esordì così. « Questa sera siete incantevole. »
Si accostò a me, e mi aprii le braccia molto impudicamente, per ammirarmi dalla testa ai piedi.
Francis alzò gli occhi al cielo, ed il Re ne approfittò per farmi un lascivo baciamano.
La tela campeggiava in mezzo alla sala, ancora su un cavalletto ma era coperta da un drappo rosso.
Mary si avvicinò a me, ed io mi inchinai rigorosamente. « Siete deliziosa, stasera. » Sebbene avrei dovuto odiare quella donna per essere così dannatamente bella, e amabile e intelligente, non ci riuscivo, perchè in cuor mio sapevo di stimarla moltissimo. « Nessuno potrà mai eguagliare la vostra bellezza, vostra grazia. » « Non siate così sottomessa. Più o meno abbiamo la stessa età, Beth, avanti. »
Mi guardò, sorridendomi dolcemente. Io annuii, e mi allontanai un po' dalla folla.

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