Capitolo Ventiseiesimo

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« Prego.. » disse indicandomi il letto.
Era enorme.
Per sedermici dovevo salire anche due gradini. Mi stesi, rannicchiandomi dal lato opposto alla finestra.
Francis era ancora in piedi. Si avvicinò alla grande vetrata e dopo avermi lanciato una fugace occhiata, chiuse le tende. « Grazie. » mormorai.
Aveva capito che la vista di quel cielo mi spaventava.
Poi, si avvicinò al mio letto, e mi coprì meglio. Si inginocchiò e mi accarezzò i capelli, dandomi un bacio sulla fronte.
Mi faceva sentire come una bambina. « Buonanotte, Beth. »  « Buonanotte, Francis. E grazie. » Il principe si alzò, e dopo aver fatto qualche passo, si sdraiò sul divano che giaceva proprio di fronte al letto.
Non volevo che fosse costretto a sacrificarsi in quel modo.  « Francis.. »  « Sì? » disse guardandomi appena. Ci riflettei su. Avrei voluto invitarlo a dormire insieme a me, ma non era una buona idea.

Non era per niente una buona idea.

Così, destitetti. « Niente, buonanotte. »
Il resto della notte trascorse tranquillo.
All'alba, il mio orologio biologico mi svegliò.
Mi sedetti in mezzo al letto, e mi stiracchiai. Notai che il principe era ancora perfettamente addormentato. Scesi dal letto senza fare rumore, e mi accostai a lui. Dormiva placidamente, e sembrava disteso, rilassato. Lo coprì. Poi, gli passai una mano tra i morbidi capelli, e sgattaiolai fuori senza che nessuno potesse vedermi. Rientrai in camera mia.
La porta era spalancata. Del candelabro, però, nemmeno l'ombra. Visitai cautamente la stanza, e sembrava non esserci nessuno.
Mi cambiai rapidamente e corsi in cucina. Preparai la colazione, come sempre, e portammo i piatti su.
Quando arrivammo nella stanza, al cospetto dei reali, il mio sguardo cadde su Francis.
Lui mi guardò appena, e sorrise, imbarazzato. Era così diverso da Bash.
Sebastian non aveva alcun timore, o alcun imbarazzo quando io mi presentavo in sala. Francis si, invece.
Ma non imbarazzo verso di me, imbarazzo per ciò che c'era stato, ed era difficile incrociare i nostri sguardi davanti alle persone, perchè entrambi ci sentivamo messi a nudo, come se tutti potessero leggere la nostra anima.
Io feci lo stesso, una fugace occhiata, e poi iniziai a fissare il pavimento. « Stanotte non avete dormito nella vostra stanza, mia cara, giusto? » Henry prese la parola, mentre addentava un pezzo della sua brioche. Io alzai gli occhi su di lui, e mi accorsi che stava parlando proprio con me. « Prego, Vostra Grazia? » dissi mezza intontita. « Non avete dormito nella vostra camera. » « E voi come lo sapete, padre? » intervenne Francis.
Henry sorrise, e non prestò al principe la minima attenzione.
Alzò le sopracciglia esortandomi a rispondere. « Beh, ecco io, n- non.. - mi torturavo le mani, in cerca di una scusa plausibile - riuscivo a dormire così sono scesa in giardino e sono stata lì per un po'. » « Non gli dovete alcuna spiegazione, Beth. » disse Francis.
Mary si voltò verso di lui, stupita da come Francis stesse prendendo le mie difese.
Poi si lasciò scappare una piccola risata frustrata, e mi guardò.
Io mi sentii colpevole sotto il suo sguardo. Quando finalmente il supplizio terminò, potei tornare in camera mia. La cosa che proprio non riuscivo a concepire era il fatto che tutti ce l'avessero con me. Sia Clarissa che Mary mi avevano detto di star lontana da Bash. Ma Francis? Non capivo il motivo per il quale Mary doveva additarmi anche per la mia amicizia con il Delfino. Mi portai le mani al viso, sfregandomi gli occhi. Questa mania di avere tutti gli uomini per se.
Ero esausta, di tutto e tutti. Mentre pensavo a queste cose, un conato mi salì alla gola, e mi costrinse ad andare a rimettere. Toccai la fronte, poi mi sciaquai la bocca e il viso.
Sentii bussare alla porta. Mi avvicinai, seppur barcollante, ed aprii. « Salve, Miss Elizabeth, siete richiesta nelle stanze reali. » Impallidii. « Re Henry? » « No, il principe Francis. »
Mi lasciai andare a un sospiro di sollievo. « Grazie mille. » Altra differenza con Bash. Francis rispettava il protocollo reale, mi mandava a chiamare e mai si presentava da me di persona. Bash invece piombava nella mia stanza, come un uragano, sconvolgendo i miei pensieri e la mia vita.
Dopo un po', mi avviai verso la stanza del Delfino.
Nessuna sentinella, quella volta, così bussai. « Avanti. » Spinsi la porta, ed entrai. « Salve, Francis. » « Ciao Beth. Vieni, devo dirti una cosa. »
Feci qualche passo verso di lui e mi fermai a poca distanza. « Ditemi. Qualcosa non va? » « No, non vi allarmate, va tutto bene. Volevo soltanto dirvi una cosa importante. Farvi una proposta, più che altro. »  Riuscii con poche parole ad attirare la mia attenzione, e ad incuriosirmi. « Ditemi pure. » « Bene. Allora.. - si passò una mano fra i bei capelli - Sono davvero entusiasta del ritratto che mi avete fatto, in questi giorni. Sebbene io non l'abbia mostrato ancora a nessuno, ho deciso di farlo questa sera, pubblicamente.  »  « Davvero?! » dissi incredula, lui annuì. « Ma non è tutto. Siete un talento, devo ammetterlo, e vorrei che oltre a me anche altre persone potessero apprezzarvi come meritate. Quindi, ascoltatemi bene. Se siete d'accordo, questa sera vi nominerò pubblicamente artista ufficiale di corte. » Spalancai la bocca, e dovevo essere proprio buffa, visto che Francis scoppiò a ridere senza il minimo ritegno. « Non guardatemi così, dite qualcosa! » disse, continuando a ridere.
Io lo colpì su un braccio, per la prima volta in assoluto.
Avevo colpito il Delfino di Francia, accidenti. « Sono senza parole! » dissi incredula. Ero sbalordita, frastornata, emozionata e felice. « Ma non sarà un compito troppo arduo per me? » « Non c'è niente che non possiate fare, Beth. Finalmente potrete lasciare le cucine. Avrete un'altra stanza, sullo stesso piano mio e di Bash. Ovviamente, sarete anche sullo stesso piano di mio padre .. Però avrete molto tempo libero, più privilegi, più abiti, un sostentamento.. che ne dite? » Disse speranzoso.
Senza esitare mi fiondai contro di lui, buttandogli le braccia al collo. « Si! Francis, si! Grazie è meraviglioso! Grazie! » Lui mi sollevò, e per guardarmi dovette alzare la testa. « Ne sono felice. Stasera allora daremo l'annuncio ufficiale. »
Mentre ero in preda ad un'euforia fuori dal comune, vidi la stanza ruotare. Un capogiro improvviso mi colse, e di nuovo un conato mi arrivò dritto alla gola. « Francis, mettetemi giù, non mi sento bene.. » Francis mi portò immediatamente a terra, allarmato. Io mi portai una mano alla bocca. « Devo .. Oh, Dio, ancora.. »
Francis mi accompagnò dietro al paravento, ed io mi inginocchiai. « Andate via, per favore, non voglio che vediate questo.. » « Rilassatevi Beth, non me ne vado da qui. » lui si inginocchiò accanto a me, tenendomi i capelli e mantenendomi la fronte, mentre io mi piegavo in due. Non avevo mangiato nulla, non avevo bevuto nulla, eppure mi stavo sentendo male da due giorni. « Beth.. » disse quando ebbi finito. Si alzò, prese uno straccio, lo bagnò e me lo diede, per permettermi di ripulirmi. « Come state? » « Non molto bene.. » Mi alzai, e mi sedetti sul letto. « Dobbiamo andare da Nostradamus, magari lui saprà come curarvi. » « Non preoccupatevi, Francis, sarà una forma virale. » « Proprio per questo.. Adesso non c'è, è andato fuori per conto di mia madre, ma appena torna vi accompagnerò io stesso. » « Grazie, Francis. » « Ce la farete questa sera? » Io annuii, sorridendo. « Ovviamente. » « Bene. Volete riposare un po'? » « Sì, grazie. Però preferisco tornare nella mia camera. » « Siete sicura? » « Sì, fin quando non cala la notte, sono al sicuro. » Mi sforzai di sorridere, ma avevo lo stomaco sottosopra. Francis mi accompagnò fino alle soglie della mia camera, e si congedò da me.

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