Capitolo Trentaquattresimo

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Francis era fermo in giardino, di spalle. « Francis, ditemi. » « Beth, tu non puoi - si corresse, immediatamente - voi non potete farlo. » « No, no, Francis andava bene il "tu". Mi piace. » Lui sospirò. « Beth, ti prego, non farlo. Non mi fido di mio padre. Non più da un pò di tempo. » « In effetti, Francis, stamattina ho visto che vostro padre.. » mi lanciò un'occhiataccia. « Trattami come tuo pari. » « Non potrei farlo. » « Invece si! » disse prendendomi le mani.
Presi un bel respiro, e continuai. « Tuo padre.. stamattina mi è sembrato troppo frenetico. Quasi irrequieto. Ho paura che possa avere qualcosa che non vada. » « Sì, mi hai solo anticipato. Credo che mio padre sia malato. Per questo non voglio che tu vada, a maggior ragione. » « Francis, non posso rifiutarmi! E' il Re, non posso. E poi so badare a me stessa, cosa potrebbe mai succedermi? » « No, Beth, tu non capisci. Mio padre è.. imprevedibile, per usare un eufemismo. E so che se fosse qui, Bash ti direbbe la stessa cosa. »
"Oh, il mio Bash."
Una stretta allo stomaco si palesò nel momento esatto in cui udii quel nome. « Francis - dissi poggiandogli una mano sulla guancia - starò bene, non devi preoccuparti per me.
E poi, siamo sullo stesso piano, basta un grido no? » dissi ridendo, cercando di smorzare la tensione.
Francis sembrava ancora molto preoccupato, ma nonostante tutto, annuì. « Beth, promettimi che per qualsiasi cosa, qualsiasi.. tu mi chiami. Io sarò sempre lì quando saprò che sarai nella stanza insieme a lui.
Sempre, non mi muoverò da quel piano. » « Francis, non ce n'è bisogno. Davvero. »
Sbuffò, ma sembrò tranquillizzarsi. « Inizio questo pomeriggio. Cioè, tra pochi minuti, in realtà. » « Bene, allora andiamo. » « Come? » « Andiamo insieme. Mio padre deve sapere che anche se in camera con lui sei da sola, totalmente sola non lo sarai mai. Va avanti tu. » Io annuii, e iniziai a camminare verso il castello.
Francis mi seguiva a distanza.
Cercava in tutti i modi di proteggermi, e da quando ero arrivata, Bash e Francis non avevano fatto altro.
Salii lungo le scale, con l'onnipresente figura di Francis alle mie spalle, e mi fermai sulla soglia dell'imponente porta di Re Henry. « Ho un appuntamento con il Re. » mormorai alla sentinella.
Lui annuì, professionalmente, e dopo aver bussato accennò la mia presenza.
Entrai, e Francis fece un gesto alla sentinella che stava per richiudere la porta, intimandolo a non farlo.
Mi seguì, rimanendo sulla soglia, mentre io ero già entrata. « Mia cara, che piacere. » disse Henry venendomi incontro.
Mi baciò la mano, alitandomi sopra.
Un gesto che mi disgustò non poco. « Padre.. » disse Francis, fermandosi a pochi passi da me. « Vi siete portata la scorta? » disse ironicamente, diretto a me. « Vostra Maestà.. » « Sono venuto di mia spontanea volontà, padre. » « Oh, figliolo, potevi risparmiarti la fatica.. non ho intenzione di fare nulla a questa dolcissima donzella. »
Disse facendo un giro intorno a me, e abbassandosi all'altezza del mio sedere per osservarlo.
Fece un gesto d'approvazione, che fece montare Francis su tutte le furie. « Padre, per una volta nella vita, assumete l'atteggiamento di un sovrano e abbandonate tutte queste scempiaggini! » « Morde? » disse rivolto a me, indicando Francis.
Il principe sospirò, era chiaro che stava cercando di provocarlo. « Potrei farlo, padre. Beth, sono qui fuori. » disse avvicinandosi a me, prendendomi le mani. « Oh, bontà divina per quanto dovrò subirmi queste ridicole effusioni? »
Lo guardai, confusa.
Ma quali effusioni?!
Francis si distaccò da me, lanciando un'ultima, truce occhiata a suo padre, e uscì dalla stanza. « Oh, finalmente ce ne siamo liberati! » disse Henry, tirando un sospiro di sollievo. « Ho mandato il vostro nuovo assistente a prendere l'occorrente, sarà qui a momenti. »
Io annuii. « Vogliamo sistermarvi? » dissi rivolta al re. « Oh, ma certo. Mi tolgo i pantaloni? » « Per l'amor del cielo, no! » lo fermai. « Vostra Maestà, è un ritratto ufficiale.. » provai a ragguagliarlo. « N-non potete posare senza i pantaloni! » « Si, uhm, avete ragione. Allora, volete spogliarvi voi? Sapete, per allietarmi il tempo che passo immobile. Tanto non potrò sfiorarvi nemmeno con un dito.. » disse Henry, avvicinandosi famelico come una tigre, mentre io indietreggiavo ad ogni suo passo. « Se posso vostra maestà, i vestiti preferirei tenermeli. Fa freddo. » « C'è il camino. » « Sono ancora dedita a una cosa chiamata pudicizia.. prego. » dissi indicandogli la parete rossa dove avrebbe dovuto posare. « Siete noiosa. » disse Henry, avviandosi verso la parete.
Alzai un sopracciglio, e mi scappò un risolino infastidito.
Il Re era totalmente fuori di sè.
Presi lo scettro, la corona e il mantello e mi avviai verso di lui.
Posai corona e mantello sul letto e diedi lo scettro in mano a Henry.
Gli aggiustai per bene mani, braccia e testa per poi curare gli abiti. « Il vostro tocco mi manda a fuoco. » mi disse, concupiscente, ad un orecchio.
Rabbrividii al suono di quelle parole così dannatamente disgustose, almeno per me.
Feci finta di non aver sentito, e gli posizionai lo scettro a mò di bastone, sotto la mano destra, affinchè si appoggiasse su di esso.
Gli posai la corona sulla testa, e gli aggiustai il mantello sulle spalle.
La mano sinistra si posò su un fianco, e feci sporgere il ginocchio destro in avanti.
Mi allontanai, osservando se andasse bene. Dopo qualche secondo bussarono alla porta. « Non muovetevi, vostra maestà .. vado io. » Aprii la porta, e un ragazzino dai capelli biondo cenere e gli occhi grigi teneva in mano tele, tavolozze, pennelli e strofinacci. « Oh, povero piccolo, dai a me. » « Si, signora. »
Diedi uno sguardo lungo il corridoio, e notai che Francis era fuori dalla sua camera, appoggiato allo stipite della porta. « Francis, ma che fai ancora qui?! Non preoccuparti per me, va dentro! » « No, Beth, non mi fido di lui. Sono più tranquillo qui. Più ti sono vicino e più la mia mente trova pace. »
Annuii, e mi allontanai.
Entrai nella camera del Re, e vidi che il mio piccolo assistente aveva già sistemato la tela sul cavalletto, aveva sistemato i colori e aveva già pulito tutti i pennelli. « Grazie mille.. come ti chiami? » « Romeo. » « Bel nome! » dissi sorridendo. « Quanti anni hai? » « Quindici, signora. » « Chiamami Beth, non sono molto più vecchia di te. » gli chiesi.
Lui annuì, silenziosamente, e si pose in piedi accanto a me, immobile. « Puoi sederti, se il Re lo consente. » Il ragazzo guardò Henry, che profferì un flebile sì, e Romeo andò a sedersi. Mi sedetti davanti alla tela, e dopo aver squadrato la figura del Re iniziai a disegnare.
Il Re era smanioso, muoveva le braccia, le mani, sbatteva gli occhi. « Vostra maestà, per favore, rimanete fermo, altrimenti non riesco a tracciare la vostra figura. » « Oh, tesoro, è il sangue che sta affluendo troppo velocemente. Avrei bisogno di farlo sbollire. »
Lo guardai, inorridita.
Il Re aveva completamente perso il senso del pudore.
Dopo circa mezz'ora, udii nel corridoio delle voci che si facevano sempre più vicine accompagnate da un rumore di passi frenetici. « Romeo, per favore, va a vedere cosa sta succedendo lì fuori. » chiesi.
Il ragazzo scattò in piedi, e una volta fuori, si sporse per cercare di vedere. « Non lo so, signora. Non c'è più nessuno. »
Scrollai le spalle, e invitai il ragazzo a rientrare. Non passarono neanche due minuti, che la porta si spalancò ed entrò Francis tutto trafelato, con la faccia smunta e l'espressione preoccupata. « Vostra grazia, che succede? » chiesi, ma il mio cuore già mi diceva che era accaduto qualcosa a Bash. « Sebastian. » « .. Cosa? » mormorai.
Intanto Henry aveva posato la corona il mantello e lo scettro e si era avvicinato a suo figlio. « Francis, parla. » lo intimò. « Le truppe inglesi.. un'imboscata, hanno preso prigioniero Bash. » « No! » urlai.
Il Re si voltò verso di me, con lo sguardo di chi non capisce il motivo di un certo comportamento.
Lasciai cadere il pennello, e Romeo si affrettò a prenderlo. « Dobbiamo agire - disse Francis - e anche il fretta. Le truppe inglesi sono famose per i loro trattamenti non proprio delicati con i prigionieri. » « Cosa vorranno? » chiese il Re, iniziando a camminare avanti e indietro. « Sicuramente avranno saputo della legittimazione e vorranno attirare la nostra attenzione. Sanno che la regina Elizabeth è minacciata da Mary, diretta erede al trono inglese. » « Cosa vorranno allora? Per liberarlo intendo. » Francis scosse la testa. « Non lo so. » « Il tempo intanto passa e Bash è loro prigioniero! » dissi, attirando la loro attenzione. « State al vostro posto, Beth. » disse Henry. « Padre, lasciate in pace Beth. Pensiamo a come liberare Bash, invece. » « Sicuramente - intervenni, interrompendo i loro pensieri - hanno catturato Bash perchè hanno sentito voci riguardanti la legittimazione. » Francis mi intimò a continuare. « Ma sono solo voci, per il momento .. no? Bash non ha ancora nessuna carta firmata dal papa. » « Si spera. » mormorò Francis. « Ebbene? » disse il Re. « Ecco, vostra grazia, sapete dove hanno catturato il principe? » « Sì, questa notte a Calais. » « Bene, allora, vostra grazia, hanno commesso un errore. Spinti dall'entusiasmo, hanno creduto di aver fatto cosa gradita alla regina Elizabeth prendendo Sebastian come prigioniero, ma hanno solo firmato la loro condanna. Calais è una città francese, giusto? » annuirono entrambi. « Bene, allora è sotto la vostra giurisdizione. Nonostante lo tengano sottochiave in qualche tenuta, hanno il dovere di rispondere a voi in quanto sovrano francese - dissi rivolgendomi a Henry - e a voi in quanto Delfino reale. Non potranno rifiutarsi, perché sono in terra straniera. » « E se non dovessero cedere ai nostri ordini? I soldati inglesi sono orgogliosi e sprezzanti, odiano sottomettersi, soprattutto a noi. » « E voi ditegli che hanno sbagliato persona. » « Cosa? » « Se Bash non ha ancora alcuna carta, o dichiarazione firmata dal papa è ancora il bastardo del Re, nient'altro. Quindi servirebbe a poco o niente. Invece, il Delfino in carica, quindi futuro Re siete ancora voi. » « Ma quando mi presenterò lì, ci saranno truppe francesi che presidieranno la tenuta, che non gli permetteranno di trattenermi. Siete un genio, Beth. » disse, correndo a stringermi il viso tra le mani per l'entusiasmo. « Ma dobbiamo fare in fretta. » disse Francis « Raduno quanti più uomini possibili e partiamo. » « Io resto qui, a proteggere il castello da eventuali attacchi. E con me ci sarà Beth, giusto? » « Vostra Maestà, preferirei unirmi al principe Francis. » « No, no, Beth è pericoloso. Saremo in mezzo agli inglesi, non posso esporti a un rischio simile. » « Vostra grazia, sono esposta a rischi maggiori qui al castello.. » con gli occhi mi rivolsi a Re Henry, e Francis cambiò subito espressione. « In effetti.. » mormorò. « Beth, sarà pericoloso. » « Non ho paura. » Francis sospirò, passandosi una mano tra i capelli. « Andate a cambiarvi, indossate qualcosa di pesante, fuori fa molto freddo e non so le trattative per quanto si protrarranno. Siete proprio sicura di voler venire? » Io annuii, e corsi via, per andarmi a cambiare in fretta e furia. « Beth! » urlò Francis. « Vado ad avvisare Mary, tu aspettami nel cortile, radunerò lì le truppe e poi partiremo, va bene? » « Sì! » urlai, e ci dividemmo.

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