Capitolo Sedicesimo

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Impallidii, da quanto tempo era lì? « Vostra Maestà.. » dissi. « Come sta? » « Può chiederlo a lui, è cosciente. » sorrisi. « Ciao fratello. » disse Francis. Bash prese uno sgabello e si sedette a fianco a me. Continuai a suturare, consapevole del gelo che stava scendendo nella stanza. « Ho freddo. » disse Bash, all'improvviso. Lo guardai, non capivo. « H-ho detto che.. - deglutì - ho freddo. » Mi stava dicendo "ti amo." Guardai la ferita di Francis, e gli diedi l'ultimo punto. Poi mi alzai, presi delle erbe e delle garze e gli medicai la ferita. Guardai Bash. « Anche io ho freddo.. così tanto. » mormorai. « Andate nella vostra camera, così potrete scaldarvi un po'. » lui sorrise e annuì. « Ci vediamo più tardi fratello. Beth. » Mi inchinai, e lasciai che Bash andasse via. Mi avvicinai a Francis, che intanto si era fermato a guardarmi. Passai le dita tra i suoi riccioli biondi, e gli sorrisi. Gli diedi da bere un infuso, perché lo aiutasse a calmare il dolore e a riposare un po'. « Noi ci vediamo più tardi. Nel giro di un'oretta, starete benissimo. » « Quindi possiamo vederci questo pomeriggio per il ritratto? » Mi girai verso di lui, con uno sguardo interrogativo. « Vostra Maestà, siete reduce da una brutta caduta da cavallo, e vi preoccupate del ritratto? » dissi con un sincero moto di ilarità. « Venite qui, Beth, per favore.. » mi supplicò. Non riuscii a resistere al tono della sua richiesta, e mi avvicinai. Mi inginocchiai accanto al letto. « Ditemi, principe. » « Da quando siete arrivata a corte, sento che il mio cuore sta cominciando a sciogliersi dal gelo in cui era finito. Beth, vi chiedo di perdonarmi ma.. » sospirò, forse non era pronto per finire ciò che stava dicendo. « .. Vi chiedo solo di venire questo pomeriggio, ve lo chiedo come un amico. » Sorrisi, e annuii. « Se vostra Maestà se la sente, questo pomeriggio ci sarò, non temete. » « Certo, al solito orario. » disse sforzandosi di sorridere. « Non vi affaticate, adesso, riposatevi. Ci vediamo più tardi. » Mi alzai e richiusi la porta alle mie spalle. Camminai nel lungo corridoio, tenendomi la veste. Mentre avanzavo a passo veloce, da lontano scorsi Bash, che era in piedi di fronte a me. Deglutii, alla vista della sua espressione non proprio distesa. Continuai a camminare, e lo guardavo di sottecchi, rendendomi conto che lui stava facendo lo stesso. Gli passai accanto. Non uno sguardo, non un gesto. Lui cambiò strada, ed io mi avviai verso la mia stanza. Aprii la porta ed entrai, frastornata da mille emozioni. Non passò neanche un minuto, che sentii bussare alla porta. Non chiesi nemmeno chi fosse, lo sapevo. Aprii, e mi ritrovai nel turbinio della furia di Bash. Chiuse la porta con un calcione, mentre avvinghiato a me, continuava a baciarmi quasi in preda ad una possessione demoniaca. Mi baciava e mi reclamava, reclamava il suo possesso su di me. Mi mordeva le labbra, e mi baciava il collo, e con le mani faceva su e giù sul mio petto. « Bash.. » dicevo, in preda alla lasciva eccitazione che in quel momento, aveva preso tutti e due. Completamente il balia di quel bellissimo uomo, rispondevo ad ogni suo gesto, ad ogni suo passo, che mi condusse fino al letto. Finii schiacciata dal suo corpo, che continuava a muoversi su e giù su di me.
« Non sopporto che gli altri ti guardino così.. » diceva tra sospiri spezzati, mentre mi baciava il collo, mi torturava le labbra, e mi teneva completamente sotto il suo dominio. « Non sopporto che tu possa essere nei desideri di qualcun altro. Tu devi essere solo nei miei, di desideri.. » Alzò per un attimo lo sguardo su di me, mettendosi a cavalcioni, ma senza gravare con il suo peso addosso a me. Il petto si alzava e si abbassava, allo stesso ritmo del mio. Il suo sguardo si posò sul mio seno, che era tirato su e lasciato scoperto dal vestito che avevo deciso di indossare. Chiuse gli occhi e poi li riaprì. Era esasperato, potevo vederlo. Si fiondò di nuovo sulle mie labbra, e continuò a baciarmi. « Non sai quante volte, quando ero ospite da te, avrei voluto strapparti di dosso quei maledetti vestiti come sto per fare.. » e detto questo, mi aprì il vestito, ed io assecondai rapita i suoi movimenti. Ero completamente assuefatta da lui, era innegabile. Mi tolse il bustino, ed io gli sfilai la camicia. Lui si tolse i pantaloni e gli stivali.
« .. e non sai - continuò - quanto era frustante averti accanto, in quel letto, e non poter fare l'amore con te, come sto per fare adesso. » Mentre stava per prendermi, però, sembrò che una calma fosse arrivata a mettere ordine nei suoi pensieri. Come se fosse stato consapevole, che fosse entrato dentro di me con la furia sorda che si era impossessata di lui, mi avrebbe sicuramente fatto male. Così, mi posò un dolce bacio sulle labbra ed entrò cautamente. Chiuse gli occhi, e lasciò la bocca semi aperta. Io strinsi i denti, perché sentivo ancora dolore. Bash cacciò aria dalle labbra, e riaprì quei bellissimi occhi verdi tendenti all'azzurro, che sembravano un vortice di fiamme. « Ti amo così tanto.. » mi sussurrò all'orecchio mentre iniziò a muoversi dolcemente. Io intanto cercavo di assecondare le sue mosse, ma mi sentivo goffa e inesperta. « Lasciati.. andare.. » disse tra un sospiro e l'altro. « Abbandonati a me, ti guiderò io. » mi disse sorridendomi e baciandomi, ancora una volta. Rilassai completamente il mio corpo, e lasciai che Bash diventasse il capitano di quel mare in tempesta. 
Quando finimmo, Bash mi stinse forte a se, e tuffò in naso nei miei capelli. Io mi stiracchiai accanto a lui, e lo abbracciai. « Mi piace il tuo odore.. » disse sorridendo. « Io ti amo, Bash, e mi fa paura. » poggiai la fronte sulla sua gola, e aderii al suo corpo, che immediatamente si contrasse. Eravamo ancora entrambi senza vestiti. Lo sentii ridere. « Perché stai ridendo? » chiesi, guardando i suoi occhi tornati puri e cristallini. « Perché, non riesco a capire come sia possibile il fatto che seppure sia sfinito.. farei di nuovo l'amore con te, adesso. » Arrossii, e schiacciai la faccia sul cuscino. Rise di nuovo, e fece scivolare la sua mano dietro la mia schiena. Rabbrividii, era pelle contro pelle. « Hai paura? » mi chiese. Io annuii. « Ho paura anch'io. » ammise. Aggrottai le sopracciglia, chiedendo una spiegazione inespressa. « Nella mia vita mi sono innamorato solo due volte, la prima, con Mary. E' stato un turbinio di emozioni. Sapevo che non avrebbe funzionato, essendo lei promessa al futuro re di Francia, mio fratello, ma continuavo a farmi del male amandola di nascosto. Poi, per un fortuito caso del destino, ho incontrato una donna che mi ha fatto perdere la testa, completamente. Sebbene all'inizio i miei sentimenti fossero combattuti, sentivo che il mio cuore era diviso tra Mary e lei. Ma erano due amori diversi. Poi, pian piano, ho sentito che i miei sentimenti per Mary stavano cambiando, soffocati dall'amore per questa bellissima ragazza. Una ragazza che mi dava affetto incondizionato, che mi curava. Era dolce. Ma sapevo che neanche con lei avrebbe funzionato, perché mi rendevo conto che un giorno sarei andato via e le nostre strade si sarebbero divise per sempre. E poi un giorno, eccoti qua, in piedi davanti a me, con il visino corrucciato, e gli occhi lucidi. In quel momento ho creduto di averti persa, ho pensato che le mie bugie avessero avuto il sopravvento sull'affetto che provavi per me. E invece no, stranamente. Poi una notte, mentre stavi dormendo, mi sono seduto accanto a te e ti ho osservato mentre dormivi e ho capito che qualcosa era definitivamente accaduto. Mi sono detto " Io la amo." e questa cosa mi ha spaventato, da morire. Perché sapevo cosa ti avrei chiesto, se tu mi avessi amato a tua volta. E per mia sorpresa, tu mi amavi. Così ho iniziato a pensare a quello che avrei potuto fare, per evitarti ogni sofferenza. Beth, io non ti chiederò mai di essere la mia amante.. » disse mettendosi a sedere. « Non è un ruolo che è adatto a te. Non è un ruolo adatto alla donna che amo. Per questo, ci ho pensato. Sii mia, fino a quando il tempo sarà clemente. Sii mia, e non rifiutarmi. Ti prego, Beth. » Mi inginocchiai di fronte a lui, e con il lenzuolo mi coprii le nudità. Con l'indice gli sfiorai l'accenno di barba sulla guancia, e vedevo che i tuoi occhi si fondevano con i miei. « Mary mi ha dato un ultimatum. » gli dissi prendendo fiato. « Mi ha detto che posso stare con te finché il vostro matrimonio non verrà celebrato. Quando sarete marito e moglie, io e te non dovremmo più vederci, altrimenti mi caccerà.. o peggio. » « O peggio? » disse Bash, incredulo. « Quando saremo marito e moglie io avrò i suoi stessi diritti e lei non potrà prendere alcuna decisione senza interpellarmi. Beth, non permetterei mai a nessuno di farti del male. Nemmeno alla regina di Francia in persona. » disse Bash, cercando la mia mano e posandole un bacio al centro di essa. « Bash, non voglio fare del male a Mary. Non lo merita. Ma ora non voglio pensarci.. per favore. » Bash sospirò, e capii che almeno per il momento, la questione era archiviata. Dopo avermi dato un lungo bacio sulle labbra, che mi lasciò frastornata, si alzò dal letto, completamente nudo e raccolse i suoi vestiti. « Bash, copriti! » urlai, ridendo. Una chiazza di rossore si propagò per tutto il mio viso. Non posso di certo descrivere quanto bello fosse, se non paragonandolo ad una qualche divinità pagana che abitava l'Olimpo. Immediatamente si voltò verso di me, e sfrecciando sul letto mi prese in braccio. Io fortunatamente avevo ancora il lenzuolo attorno al corpo. Bash, mentre sorrideva, mi teneva stretto fra i denti il labbro inferiore, e intanto sentivo qualcosa crescere sotto di lui. « Devi proprio andare. » gli intimai. « Devo proprio? » disse con gli occhi chiusi. Io annuii, e lui con malavoglia, mi fece scendere. « Prima di andare, però voglio avere una bella visione da ricordare. » In uno scatto felino mi tolse il lenzuolo, e inclinò la testa per ammirarmi. Corsi verso di lui e cercai di riprendermi il lenzuolo, imbarazzata dal suo sguardo lascivo. Con dolcezza, fu proprio lui a ricoprirmi. « Sei una meraviglia. » mi disse all'orecchio. Poi iniziò a vestirsi, e così anche io. « Non ci sarò per tre giorni, Beth. Devo sistemare personalmente delle questioni in vaticano. » Mi voltai verso di lui, interdetta. « Oh, credevo che il Vaticano trattasse solo con Re Henry.. » « E' una questione personale. » disse sorridendo. « Quando parti? » chiesi timidamente. « Domani sera. Chiederò al mio fratellino di starti lontana.. beh, se ne sarà capace. » Gli lanciai uno sguardo di rimprovero. « Andate vostra maestà, la vostra Regina vi reclama. » dissi tristemente. « Il mio cuore è te che reclama. » disse Bash, mettendosi con la fronte sulla mia. Non ci furono più parole, Bash aprì la porta, e andò via.

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