Capitolo Quarantaseiesimo

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BETH

Sentivo delle voci che farfugliavano tra loro delle frasi, ma non riuscivo a coglierne il filo logico.
«  Oh mio Dio. Oh mio Dio, Bash corri, per favore! » disse Francis, mentre mi teneva la mano.
Osservai il suo viso, era una maschera di dolore, con gli occhi semichiusi, la bocca che lasciava trasparire i denti. Bash corse verso di me, si inginocchiò e chiuse gli occhi. Si portò una mano alla bocca, poi ai capelli. Si precipitò verso il mio viso, e mi accarezzò. «  Amore mio.. amore mio, come stai? Parlami ti prego. » «  Bash.. » mormorai. «  Sto bene. »
I suoi occhi si spostarono dal mio viso alla mia gonna, e intravidi i suoi occhi che si riempivano di lacrime.
Si piegò su se stesso, ed iniziò ad urlare. «  No.. No! No... è colpa mia. E' colpa mia! »
Non riuscivo a capire perchè sia Francis che Bash tenevano gli occhi puntati sulla mia gonna.
Mi appoggiai a Francis, cercando di tirarmi su, e quando vidi finalmente il perchè mi sentii di morire.
Sia sulla gonna, sia per terra, c'era del sangue. Il vestito era impregnato di sangue, e riuscii anche a capire così anche il perché di quella sensazione di calore.
Spalancai gli occhi: avevo perso il bambino. «  Oh .. Dio! » dissi, lasciandomi cadere sulla schiena, tra le lacrime.
Mi portai le mani al volto, e strinsi le cosce. «  Bash, dobbiamo chiamare Nostradamus. Bash, reagisci, dobbiamo salvarla morirà dissanguata! » diceva Francis, in preda al panico.
Bash era inerme, sotto shock e continuava a guardarmi. «  E' colpa mia. E' solo colpa mia. Non lo vedrò mai.. mai. » « Bash ma che stai dicendo?  » disse Francis, confuso dal delirio di Bash. «  Beth era incinta. »
Francis spalancò gli occhi, e li puntò sul volto di Sebastian. «  C-cosa? » mormorò. «  Ed ora l'ha perso.. per colpa mia. »
Francis sembrava completamente incapace di reagire a quella notizia. « Lei era incinta di te?  » «  Sì. »
Inspirò violentemente, e chiuse gli occhi, voltando la testa dall'altra parte. «  Non importa, ciò che importa adesso è chiamare immediatamente Nostradamus. Bash tienila in vita come puoi, io torno in un lampo. »
Francis scattò in piedi, montò a cavallo e partì come un fulmine.
Bash si chinò su di me, prendendomi delicatamente in braccio, stendendomi sulle sue ginocchia. «  Amore mio.. ti prego, parlami. »
Le forze mi stavano abbandonando del tutto, sentivo il sangue che continuava a scorrere.
Gli occhi diventavano sempre più pesanti, la linfa vitale piano piano stava lasciando il mio corpo. «  Bash.. - mormorai - ho un'emorragia interna. »
Ero una curatrice, e sapevo di cosa si trattava. «  Non ho molte chances. » dissi, preparandolo al peggio. «  Qualsiasi cosa accada, sappi che ti ho amato più di me stessa. Sarai un Re fantastico.. »
Bash iniziò a piangere, tra spasmi incontrollati.
«  Ti prego.. No. Non dirlo, non dire questo. Se tu te ne vai, io non sono più niente. Muoio con te. »
Io lo accarezzai, e prima che il suo viso fosse coperto da un velo immaginario, l'ultima immagine che la mia mente catturò furono i suoi bellissimi occhi zaffiro, che mi accompagnarono luminosi nelle tenebre.

BASH

Beth mi accarezzò, prima di chiudere gli occhi e accasciarsi tra le mie braccia. «  Beth.. Beth.. » dicevo tra i singhiozzi, scuotendola. «  Beth! Rispondimi, ti prego! »
Non dava segni di vita.
Era inerme, tra le mie braccia. Il suo incarnato pian piano diventava sempre più pallido, e le sue membra sempre più pesanti.
«  Francis, dove diamine sei?! »
Urlavo, in cerca di un miracolo.
Qualche tempo dopo Francis arrivò, insieme a Nostradamus e altri due cavalieri.
Mio fratello si precipitò giù da cavallo, correndo verso la mia Beth di porcellana. «  No.. » pronunciò, fissando i suoi occhi nei miei. Nostradamus si inginocchiò accanto a noi, toccandole il polso e mettendole una mano sul cuore. «  Batte ancora! » disse, ridandoci speranza. «  Ma dobbiamo sbrigarci a portarla al castello, dobbiamo arrestare l'emoragia, sta perdendo troppo sangue. Rischia di perdere il bambino. » «  Non lo ha ancora perso? » chiesi, trafitto da un raggio di speranza. «  No, è ancora vivo. »
Guardai Nostradamus, cercando di capire come avesse fatto ad intuirlo così velocemente. Preferii non fare domande. Non ne avevamo il tempo.
La sollevai, la adagiammo su un cavallo, e dopo essermi sistemato me la strinsi tra le braccia mentre cavalcavamo verso il castello. Quando finalmente arrivammo, io e Francis la portammo a terra, poggiandola su una barella di panno duro e di corsa ci precipitammo verso la stanza di Nostradamus. Lui la posizionò sul lettino, dopo aver messo delle lenzuola pulite e sterilizzate. Le sollevò la gonna e iniziò a tamponare il sangue. Francis era poggiato accanto al muro, con una mano sulla bocca, gli occhi sofferenti che soffocavano delle lacrime. Io, invece, mi inginocchiai accanto a lei, tenendole la testa, accarezzandole i capelli e dandogli dei baci sulle mani. «  Resisti amore mio, resisti. » Le sussurravo, mentre Nostradamus faceva di tutto per arrestare l'emorragia. Dopo circa due ore, Francis si lasciò scivolare lungo il muro, sedendosi sul pavimento freddo, con le mani tra i capelli. Io continuavo a tenerle le mani, a accarezzarle il viso, in attesa di vedere i suoi bellissimi occhi castani riaperti. «  Francis va in camera tua, sei stanco. » Mormorai. «  No, no sto bene. » disse lui, ma era evidente che nessuno dei due stava realmente bene. «  Dobbiamo solo aspettare qualche ora. L'emorragia si è fermata, ho cercato di capire quali fossero i danni e fortunatamente erano superficiali. E' svenuta per il forte dolore, per la perdita di sangue e per lo shock. Ma starà bene, speriamo solo non riporti danni. »
Io annuii, e mi lasciai cadere sul pavimento. Beth giaceva ancora in un mare di sangue, così Francis si alzò e si propose per darmi una mano a cambiare le lenzuola, lavarla e cambiarla. Nessuno dei due voleva lasciarla nelle mani di estranei. Volevamo occuparcene noi stessi. Quando finimmo, notammo che Beth aveva ripreso colorito. A un certo punto si girò su un fianco, poggiando le mani sotto la guancia, e storcendo il viso.. forse sentiva ancora dolore. Francis sorrise ed io quasi non riuscivo a contenere la felicità. «  E' viva. » disse in un solo fiato.

 » disse in un solo fiato

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