Capitolo Settantacinquesimo

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Indietreggiai, mentre mettevo a fuoco ciò che avevo visto.
Mentre camminavo, urtai contro qualcuno.
Lanciai un urlo disumano, e un paio di braccia mi serrarono in un modo così forte da farmi quasi mancare il respiro.
« Chi siete?! » urlai, spaventata.
« Beth? » disse una voce, che a me era molto familiare.
Tirai un sospiro di sollievo, e affondai la faccia nel petto di Jamie.
Era l'unica cosa reale in quel momento, e mi ci stavo aggrappando con tutte le mie forze.
« Jamie... » dissi, in un sussurro.
Jamie, senza pensarci, mi strinse a sé, e mi accarezzò i capelli poggiando la guancia sulla mia testa.
Mi sentii immediatamente più tranquilla.
« Ma che diamine ci fai qui sotto? » disse, guardandomi negli occhi.
« Dio, Beth. Sei pallida... cosa è successo? Anzi, aspetta andiamo di sopra,aye? »
Io annuii, e Jamie mi mise sottobraccio, aiutandomi a salire le scale.
Mi accomodai sulla poltrona, e Jamie tornò poco dopo con un bicchiere d'acqua tra le mani.
« Allora, mi spieghi cosa è successo? » mormorò, sedendosi di fronte a me.
Alzai le spalle, mentre bevvi un sorso d'acqua. Non mi avrebbe creduta.
« Qualcuno mi ha spinta » dissi, semplicemente.
« Qualcuno? Qui dentro?»
Io annuii, e continuai a bere.
« E poi? Cos'è successo nel seminterrato? » continuò.
Voleva sapere perché fossi così sconvolta.
« Non mi crederesti » mormorai, con gli occhi bassi.
Lui fece un sorrisetto sarcastico, e mi guardò.
« Vengo dalle Highlands scozzesi, Beth, dove girano leggende di fate, e gnomi e elfi. Sono pronto a tutto. »
Io sorrisi.
« Credo di aver assistito ad una scena piuttosto singolare, Jamie. Ho visto la suora che si suicidò e il suo amato. Hanno fatto una specie di apparizione, e sembravano non accorgersi di me. »
Jamie sembrava essere totalmente impassibile. « Ho sentito le loro parole, e ho visto i loro sguardi. Dio... sembravano così innamorati. Vedevo la sofferenza negli occhi di lei, e il rancore nei gesti di lui. Hanno sofferto troppo, e entrambi hanno avuto una fine che non meritavano » conclusi mestamente.
« Forse ora saranno finalmente uniti » disse Jamie.
Io alzai gli occhi, e scorsi una luce nei suoi begli occhi verdi che non avevo mai visto prima.
« Lo spero per loro » dissi.
« Si è fatto buio » constatai.
Jamie annuì
« Aye,sono stato via a lungo. Fuori non si sente volare una mosca, è un'atmosfera così strana » disse Jamie.
Mi si gelò il sangue.
« Il cielo com'è? » mormorai, con un filo di voce.
Jamie trovò strana la mia domanda, perché aggrottò le sopracciglia.
« In che senso? » chiese confuso.
« Ci sono le stelle? » chiesi, con voce tremolante.
Jamie si alzò, gettò uno sguardo fuori dalla finestra e poi mi raggiunse.
« Non c'è l'ombra di una stella » mormorò.
Sospirai pesantemente.
Non doveva essere necessariamente così. Non doveva accadere per forza ciò che avevo nella testa.
Un pensiero mi balenò veloce nella testa: Francis Jr, era da solo.
Tastai velocemente il mio vestito, alla ricerca delle chiavi, ma non le trovai.
« Maledizione! » dissi, ad alta voce.
« Che succede?! »
« Ho perso le chiavi cadendo, e Francis Jr è da solo! » dissi, scattando in piedi.
« Devo controllare nel seminterrato, forse le ho perse lì... »
Aprii la botola, sollevai la gonna del vestito e accesi la candela che avevo lasciato sul pavimento.
Passai cinque minuti china sul pavimento, tastando ogni centimetro che avevo percorso. Finalmente le trovai, erano nascoste dietro al baule che avevo esplorato qualche tempo prima.
Come ci fossero finite lì, per me rimaneva un mistero.
Un tonfo sordo provenne dal piano di sopra.
« Jamie? » mormorai.
Nessuna risposta.
Avevo un presentimento orribile.
Un altro tonfo.
Come se una porta fosse stata sbarrata.
« Jamie! » urlai.
Mi precipitai verso le scale, e riuscii a salire il primo gradino, quando lo vidi tutto trafelato, scendere le scale in fretta e furia.
Mi mise una mano sulla bocca, per non farmi parlare.
Mi strinse a sé con l'altro braccio, e mi spinse contro il muro.
Aveva gli occhi vitrei, e io non riuscivo a respirare.
Mi lasciò la schiena, e si portò un indice alle labbra, intimandomi a non parlare.
Dal piano superiore, sentivo ancora piccoli rumori.
Il frastuono di una porta che veniva forzata era quello che mi metteva più paura.
« Non parlare, Beth. C'è qualcosa sopra » disse, sommessamente.
Io annuii.
Mi tolse la mano dalle labbra, e mi abbracciò.
« So che cosa c'è sopra » dissi, mentre tremavo come una foglia.
Jamie mi guardò.
« L'Oscurità » dissi, e mentre lo dicevo sentivo la gola diventarmi arida.
« Che cos'è? » mormorò con un filo di voce.
« Devo prendere il mio bambino, è da solo! L'Oscurità vuole lui! » dissi, mentre cercavo di divincolarmi dall'abbraccio poderoso dell'Highlander.
Invece di allentarsi, la stretta si fece più forte.
« No, Beth! Fuori c'è quel mostro, dove credi di andare?! » disse lui, tenendomi saldamente per un polso.
« C'è il mio bambino lì fuori, non lo lascerò in balia di quell'essere! » dissi, urlando.
« E io non lascerò te, in balia di quell'essere! » disse Jamie, facendo la voce grossa.
«Vado io » mormorò risoluto.
« No! » dissi di rimando.
« Non era una domanda, era un'affermazione. Tu devi rimanere qui, Beth, intesi? Dammi le chiavi » disse, mostrandomi il palmo.
« Jamie, non voglio che tu corra questo rischio. Almeno fammi venire con te » chiesi.
Jamie tese l'orecchio.
I rumori erano cessati.
Mi tolse le chiavi dalle mani, e mi guardò ancora una volta.
« Resta qui, Beth. Non è una richiesta, aye? » disse e con lo sguardo, e il portamento di un guerriero si allontanò.
Dopo qualche minuto che Jamie era andato via, salii di corsa le scale, e mi precipitai verso la porta.
L'aveva chiusa a chiave.
« Dannazione, Jamie! » imprecai.
Iniziai a camminare nervosamente avanti e indietro, fissando le finestre, e di Jamie e Francis Jr. non si scorgevano nemmeno le ombre.
Dopo qualche minuto, poggiai i palmi contro i vetri freddi, e cercai di scorgere qualcosa nella semioscurità.
Il pavimento alle mie spalle scricchiolò.
Sentii un brivido freddo corrermi lungo la schiena, e deglutii rumorosamente.
Non avevo il coraggio di voltarmi.
« Ci rincontriamo ».
Quella voce.
Quella voce lugubre, metallica e vuota che avevo sentito nei miei incubi peggiori.
Mi voltai, a stento, e vidi una figura alta, smunta e con un cappuccio da cui uscivano solo delle zanne acuminate.
L'Oscurità.
Non riuscivo a parlare, tremavo soltanto.
Non c'era Jamie, non c'era Francis.
Non c'era Bash.
« Che diamine vuoi da me? » dissi, con un filo di voce.
La bocca fatta di zanne si espanse in un sorriso. Mi metteva i brividi.
Fece qualche passo verso di me, ed io indietreggiai.
« Non aver paura... non è ancora il momento » disse, e sembrava che dentro di lui ci fossero altre persone, perché la sua voce risultava sdoppiata.
« Che vuoi dire? » mormorai, non stavo capendo nulla.
Fece pochi passi, e con una velocità fuori da comune si trovò di fronte a me, mi afferrò per il collo e mi sollevò per aria.
Aveva una forza incredibile.
Le sue mani erano gelide, dure e con degli artigli neri.
« Sto dicendo che quando arriverà il momento nessuno potrà venire a salvarti, perché io vi prenderò con me, per l'eternità! »
« Mettila giù! »
La mia vista si stava facendo offuscata, l'ossigeno non stava arrivando più al cervello perché la presa al mio collo era troppo stretta.
Jamie era entrato in casa, e stringeva il piccolo tra le braccia.
L'Oscurità si voltò, e diede uno sguardo al bambino.
« Fa un altro passo, e la uccido » disse, con un tono dannatamente serio.
« Mettila giù » continuò Jamie, risoluto.
L'Oscurità si voltò verso di me, e mi passò un artiglio sulla guancia, poi mi scaraventò a terra.
Fece qualche passo verso Jamie, e lui strinse il piccolo a sé.
Non avevo la forza di parlare.
« Che bel bambino » mormorò.
« Non ti avvicinare oltre » disse Jamie. L'Oscurità rise, e fece qualche passo indietro.
« Oh, no. Non è decisamente ancora il momento ».
Fu un attimo, e scomparve.
Jamie si fiondò verso di me, e si inginocchiò.
« Il piccolo sta bene? » mormorai, accarezzando la testa di mio figlio.
Jamie annuì, e mi diede una mano a rialzarmi.
« Vieni, ti accompagno a casa » disse.
Percorremmo il tragitto in silenzio, io perché non avevo la forza di dire niente, e Jamie perché forse non aveva capito nulla di quello che stava succedendo.
Ma come biasimarlo, non lo capivo nemmeno io, d'altronde.
Mi accompagnò a letto, e poggiò Francis Jr nella culla.
« Cosa è successo? » domandò.
Mi misi a sedere, poggiando la schiena contro la testiera del letto, e mi toccai la fronte.
« Jamie, non voglio tirare anche te in questa storia » mormorai, ed era vero.
« Mo nighean Donn*, ti ho detto tutto quello che mi è accaduto con Black Jack... ora tocca a te » disse Jamie, con un sorriso dolce.
Gli spiegai la storia, di come era iniziata, e del sacrificio.
Quando giunsi verso la fine, la tensione scemò, e iniziai a dar sfogo a un pianto incontrollato.
Jamie si sporse verso di me, e mi prese tra le braccia.
« Shh, shh, va tutto bene mo nighean donn. Non ti lascerò, non ti lascerò...»
Ripeteva, e mi cullava come si culla una bambina che si sveglia in preda agli incubi nel cuore della notte.
« Veglierò su di voi, stanotte, aye? »
« Non devi farlo, se non vuoi Jamie » dissi, asciugandomi le lacrime.
« Finché Francis non tornerà da voi, ci penserò io a non lasciarvi mai senza protezione » mormorò.
Il suo accento era adorabile, e mi piaceva il tono caldo, e forte della sua voce.
Osservai i suoi occhi lucidi, il suo sorriso sincero, e quella ribelle chioma fulva.
D'istinto, gli passai una mano tra i capelli, e gli aggiustai un ricciolo che gli ricadeva sulla fronte.
Jamie cambiò espressione, sembrava turbato dal mio gesto.
« Perdonami Jamie, l'ho fatto inconsciamente» mormorai, terribilmente imbarazzata.
Lui fermò la mia mano, poi pian piano la stretta si allentò.
Mi accarezzò il dorso con il pollice.
« Non ho detto che mi dispiaceva » mormorò, sottovoce.
« Sei così bella, Beth, in tutti i sensi in cui si può essere belli. Sei una donna forte, indipendente, coraggiosa... » disse, mentre continuava ad accarezzarmi la mano.
Il suo tocco era così delicato, a differenza delle sue mani ruvide.
« Sai, quando Clare è entrata nella mia vita... tutto è cambiato. Il mio modo di vedere le cose, i luoghi comuni... quella donna mi fa uscire fuori di testa! » disse, sorridendo, ed io sorrisi di rimando.
Era così bello.
Aveva un viso armonioso, e sincero.
Jamie mi guardò negli occhi, ed io arrossii. Sembrava potesse leggermi nella mente, e capire cosa stessi pensando in quel momento.
« Sei arrossita, per caso? » disse, con un ghigno.
« Sai che farlo notare non migliora la situazione? » ribattei io, rimproverandolo.
Entrambi ridemmo, poi Jamie si sporse in avanti e mi abbracciò.
Chiusi gli occhi per qualche secondo, e mi godei la bella sensazione diavere un amico come lui.
Ci staccammo, e Jamie mi fissò a lungo.
« Che c'è? » dissi a un certo punto.
« Stavo pensando a una cosa ».
« A cosa? » lo spronai a parlare.
Si morse il labbro inferiore, e se ne tracciò il contorno con il pollice.
« Se adesso, in questo momento, senza pensarci... io ti baciassi, tu cosa faresti? »
Una strana sensazione all'interno del mio stomaco si scatenò violenta, all'udire quelle parole.
« C-cosa? » balbettai.
Lui sorrise.
« Hai ragione, non avrei dovuto chiedere... » disse, scuotendo la testa.
Poi puntò di nuovo gli occhi dritti nei miei.
« ... Avrei dovuto farlo e basta. »
Si sporse in avanti, inchiodandomi alla testiera del letto, e premette le sue labbra carnose sulle mie.
Sentivo la sua mano sulla mia guancia.
Il suo respiro era un tutt'uno colmio.
No. Non poteva accadere.
« No, Jamie... » lo fermai, riprendendo fiato.
« Jamie è tutto sbagliato » dissi, prendendo le distanze. « Jamie... ho commesso troppi errori nella mia vita. Troppi. Non voglio che tu faccia parte di questi errori... io non posso permettermene più. »
Jamie deglutì, e fissò le lenzuola.
« Scusami Beth, non avrei dovuto » mormorò, risentito.
« No, Jamie... è che... »
« Tranquilla » mi interruppe con un sorriso triste sul volto.
« Non dovevo baciarti. E' tutto a posto, non devi giustificarti » disse, alzandosi.
Si avvicinò al caminetto, e serrò i pugni, scuotendoli piano accanto alle gambe.
Il piccolo Francis Jr dormiva, tranquillo, ignaro di tutto quello che stava accadendo.
« Rimarrò qui, per tutta la notte, e veglierò su di voi. Non permetterò che vi venga fatto del male ».
« Grazie Jamie, sei molto più di un semplice straniero » dissi, sorridendo « sei un amico speciale ».
Jamie annuì, poi tolse i pesanti stivali e li poggiò accanto al caminetto.
Si tolse il kilt, e la camicia bianca, per lavarsi nel catino, ed io avvampai per l'imbarazzo. Girai lo sguardo dalla parte opposta, perché per Jamie era totalmente naturale spogliarsi davanti a me.
Si passò l'acqua sul viso, sulle braccia, e sul petto, ed io non potei fare a meno di notare quanto il suo corpo assomigliasse a quello di una statua.
Se non fosse stato per quelle cicatrici che gli deturpavano la schiena.
E nonostante le scarificazioni, era comunque una visione.
Si rivestì, e si accomodò sulla poltrona. «
Puoi voltarti? Devo cambiarmi » mormorai.
« Aye » disse, e girò leggermente la testa alla sua destra.
Mi voltai di schiena, e mi cambiai rapidamente. Mi infilai sotto le coperte, dopo aver fatto fare la poppata a Francis Jr, che stava piangendo.
« Buonanotte, Jamie » mormorai, poggiando la testa sul cuscino.
« Buonanotte, Beth » disse lui, di rimando.
« Jamie? »
« Aye? »
« Quello che è successo stasera, vedi, ecco... vorrei che... » « Beth – mi interruppe – non è mai successo. Francis non lo saprà mai. Non lo hai voluto tu, è stata colpa mia. »
« Grazie Jamie. Davvero. »
« Posso dirti una cosa? » mormorò, con la sua voce calda e armoniosa.
«Quello che vuoi. »
« Non ne sono pentito » disse, e mi sembrò di avvertire l'ombra di un sorriso nella sua voce, ma non risposi.

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