Capitolo Trentunesimo

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Nessuno sembrava accorgersi di noi.
Erano tutti intenti in danze, a bere e a chiacchierare, e devo aggiungere, per fortuna. Tutti si sarebbero accorti del nostro stato, tutti si sarebbero accorti che qualcosa era avvenuto, fuori da quella stanza. La serata trascorse tranquilla, dopo quei minuti fatali in giardino, e terminammo l'evento con applausi, danze, dessert. Quando tutti furono andati via, o quasi tutti, decisi di congedarmi anche io. Uscii dalla grande stanza, tirando un sospiro di sollievo, e mi avviai verso la mia camera. « Beth! » Mi fermai, voltandomi. « Francis, che succede? » « Quella non è più la vostra camera, vi ho detto, avrete una camera accanto alla mia e a quella di Bash, ma sfortunatamente sarà pronta domattina. » « Oh, beh, posso usare la mia vecchia stanza intant.. » « Non credo sia possibile. E' già stata assegnata. » Sbuffai. « Oh, bene.. quindi dove dovrei dormire? » Francis si passò una mano tra i capelli, ed io intuii tutta la situazione. « Francis.. » « Non vi sfiorerò nemmeno con un dito, avete la mia parola. Ma dormite con me, mi fate stare tranquillo se vi ho vicina. » Perchè era tutto così difficile? « Va bene, ma devo andare a prendere i vestiti. » « Li ho fatti traferire momentaneamente nella mia camera. » « Francis! » dissi alterata. « Avete programmato tutto? » Lui rise. « Non avevo programmato che voi mi amaste. » « Francis, credevo che il discorso fosse archiviato. » dissi seccata. Lui deglutì. « Perdonatemi, non ne parlerò più se non lo farete voi. »
Mi rilassai e gli sorrisi.
Mi porse il braccio, ed io lo afferrai, titubante. Entrammo nella sua camera, e immediatamente, notai i miei bauli a terra.
Fu curioso, ma solo allora notai lo stemma del leone sul lucchetto. Lo stesso stemma che Bash portava sulla spada. « Francis, chiedo scusa, perchè Bash ha come stemma il leone? Cioè come mai ha uno stemma? » «  Perchè i figli nati fuori dal matrimonio hanno diritto a un proprio stemma e Bash ha scelto il leone. » Ora mi era chiaro l'ammonimento di Clarissa.
"Sta lontana dal leone."
Il leone era Bash. « Perché me lo chiedete? » « Così, curiosità. » Lui sembrò convincersi, e si mise dietro al paravento per spogliarsi. Quando ebbe finito, fu il mio turno. Presi dal baule degli abiti da notte, e mi recai dietro al paravento. Mi lavai un po', viso, collo, braccia e dopo mi infilai la camicia da notte. Uscii con gli abiti in mano, e andai a riposarli nel baule, dopo averli piegati per bene. Francis era sdraiato sul divanetto di fronte al letto, ed io provai a slegarmi i capelli. « Maledizione, queste dannate forcine. » imprecai. In effetti, tutte quelle forcine che Lucrezia mi aveva messo per tenere su i capelli, adesso si erano incastrate e sebbene cercassi in tutti i modi di toglierle non ci riuscivo. « Qualche problema? » chiese Francis. Sbuffai, e dissi « Si, non riesco a togliere le forcine dai capelli. » « Avete bisogno di una mano? » « Sì, grazie. » Avrei volentieri evitato, ma prima o poi avrei avuto bisogno di toglierle, e dormire con quei fastidiosi affari nel capelli non era proprio da prendere in cosiderazione. Francis si alzò dal divano, e in pochi passi fu dietro di me. La mia differenza di altezza con lui e Bash era davvero notevole. « Ditemi se vi faccio male. » « Non preoccupatevi, ho sopportato di peggio. » mormorai. « Vi chiedo scusa. » sussurrò Francis mortificato. « Per cosa? » « Per avervi ricordato quell'episodio. » « Non ve ne rammaricate, mi è difficile rimuoverlo dalla mente. » Le dita sottili di Francis armeggiavano tra i miei capelli, togliendo facilmente ogni forcina. Quando finalmente furono liberi da quegli aggeggi, Francis passò le dita tra i miei capelli, per farmeli scivolare morbidi sulle spalle. « Adoro vedervi con i capelli sciolti. » Con le dita mi sfiorò il collo, facendomi rabbrividire. Mi allontanai rapidamente, conscia della piega che stavano prendendo gli eventi. Avevo promesso a me stessa di non ripetere lo stesso errore della scorsa sera. « Dove dormo? » chiesi senza voltarmi. « Nel letto.. » « E voi di nuovo sul divano? » « Non vedo quale sia il problema. » disse il Delfino, avanzando verso il sofà e sdraiandosi con eleganza. « Non mi piace questa cosa.. » mormorai. « Potrei dormire insieme a voi, allora. Non vi toccherò, prometto. » Sorrisi. « A questo punto, dormo io sul divano.. » « Come non detto. Dormite bene, Beth. » disse Francis ridendo. « Buonanotte, Francis. » Alzai le coperte, e mi coricai, beandomi del calore delle piume d'oca. Guardai la finestra, ancora aperta. Non avevo sonno, nemmeno un pò. « Francis? » chiamai. « Uhm? » « Dormite? » chiesi sommessamente. « No, Beth. » « Ho voglia di parlare.. » Mi girai a pancia in su, poggiando una mano dietro alla testa, fissando il baldacchino finemente ricamato. « Di cosa volete parlare? » Disse Francis, sdraiandosi su un fianco, poggiando la testa sulla mano. « Di qualsiasi cosa. » mormorai. « Cosa pensate stia facendo Bash? Domani ritorna.. » « Ah, è di mio fratello che volete parlare. » disse, con una nota di delusione nella voce. « No, no è solo che.. » « Vi manca, ho capito. Beh, considerando l'orario, credo sia già in viaggio. » « Mmm.. » dissi, annuendo. « E più o meno, quando sarà di ritorno? Nella mattina o nel pomeriggio? » « Credo verso pomeriggio tardi, Beth. Il viaggio è molto lungo. » « Francis.. » Forse me ne sarei pentita, ma sentivo di doverlo fare. « Perchè non venite qui, accanto a me? » dissi, con il cuore che accelerava vertiginosamente i battiti. « Dite sul serio? » « Ma sì, non riesco nemmeno ad ascoltarvi bene.. » Francis tolse la coperta, si alzò e raggiunse la sua parte del letto. Indugiò per qualche secondo in piedi, chiedendomi il permesso. Io annuii, scostandomi sul mio lato, e lui sollevata la coperta, si sdraiò su un fianco, piantando gli occhi dritti nei miei. « Raccontatemi di voi. » dissi all'improvviso. « Di me? » Io annuii. « Oh, andiamo! Sono nello stesso letto con il Delfino di Francia, sono curiosa.. avrete qualcosa di interessante da raccontarmi! » Lui rise, portandosi le mani al viso. « Oh, bene. Sono il primo maschio della dinastia dei Valois, e fin dalla nascita ero destinato a diventare Re di Francia alla morte di mio padre, ma per qualche strano motivo.. ora non lo diventerò mai. Fin da bambino, inoltre, sono stato promesso a Mary Stuart, regina di Scozia per diritto divino. Il nostro matrimonio avrebbe dovuto rafforzare la pace tra Scozia e Francia, ma qualcosa, a quanto pare è stato considerato più importante. Dichiarare il diritto al trono inglese da parte di Mary, ma ciò potrà avvenire solo a matrimonio avvenuto con prossimo erede al trono francese. E per una sciocca superstizione, il futuro sposo di Mary sarà Bash e non io. » « Non ho mai capito  a fondo che tipo di superstizione, Francis. Ho capito che avrebbe messo a repentaglio la vostra incolumità, ma fino a che punto? » « E' complicato, Beth. Nostradamus, oltre ad essere il curatore ufficiale di corte, è il veggente personale di mia madre, per così dire.. e in una delle sue visioni ha visto che la mia unione con Mary mi avrebbe portato alla morte. » « Addirittura alla morte?! » dissi sbalordita. « Già. Ma è solo una superstizione, Beth, non ve ne preoccupate. E comunque, non lo sapremo mai, no? » « Mi dispiace Francis. » « Oh, no. E per quale motivo? Sembra che la mia vera maledizione sia con le donne. Una vita di rifiuti, potrei scrivere quasi un libro.  » Sbuffai, sebbene fosse un'esclamazione ironica, sapevo a cosa si stesse riferendo, e mi faceva star male. « Francis, siete davvero antipatico a volte. » Mi voltai dall'altro lato, facendo finta di arrabbiarmi. In realtà, non feci proprio finta, un po' me l'ero presa. Francis aderì col petto alla mia schiena e mi abbracciò. « Siete arrabbiata con me? » mi sussurrò all'orecchio. « Non lo sono, Francis. Andiamo, come potrei? E' notte fonda e voi state assecondando i miei vaneggiamenti.  » « Passerei altre mille di notti così, Beth. Restare sveglio, solo per sentire il suono della vostra voce e guardare i vostri occhi a distanza così ravvicinata. Perchè addormentarmi quando il più bel sogno giace a così poca distanza da me?  » Mi voltai, esterrefatta dalle sue parole. « Francis, non direte sul serio? » « Non sono mai stato più serio in vita mia, Beth. Quando vorrete dormire, basta che me lo diciate. Fino ad allora, sarò lieto di restare sveglio con voi, anche per tutta la notte. » « Non mi aiutate così.. » mormorai. Lui sorrise « Non cambierà nulla, me lo avete già detto.. ma la speranza non è poi così terribile, se mi fa stare così vicino a voi.» « Buonanotte Francis. » biascicai, voltandomi dalla parte opposta. « Buonanotte dolce Beth. » Francis spense la candela, e piombammo nel buio, illuminati solo dalla luce della bella luna piena che risplendeva alta nel cielo.

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