Capitolo Cinquantaduesimo

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Mi svegliai trovando Bash sdraiato su un fianco, mentre mi attorcigliava i capelli con un dito, sorrideva e i suoi occhi brillavano di luce propria. «  Buongiorno. » dissi, stropicciandomi gli occhi.
Mi strinsi su di lui, mugolandogli sul petto. Sembravo un gatto che faceva le fusa. «  Mi piace svegliarmi accanto a te. » confessai. «  Anche a me. » mi diede un bacio sui capelli e poi si alzò. «  Dove vai? » «  Ho delle questioni da sbrigare, piccola mia.  » «  Ecco, ricominciamo con i misteri. » dissi, schiacciandomi il cuscino sulla faccia. «  Tranquilla, questo non è un mistero. Sono nella sala del trono se vorrai sapere cosa starò facendo. » Sbuffai. « Ci sarà anche Mary?  » chiesi. «  Credo di sì, anche se i contadini vogliono vedere me, principalmente. » «  Allora ci farò un pensierino. » mormorai, sorridendo beffarda. «  A dopo, amore mio. »
Mi diede un bacio rapido, e scappò via.
Ormai da quando ero arrivata a corte, quella era la nostra routine.
Con Bash era tutto precario, ma lo amavo anche così, mi era quasi impossibile immaginare la mia vita senza di lui.
Mi vestii, come al solito ed uscii dalla camera.
Era una bellissima giornata di sole, splendeva radioso nel cielo azzurro, e i raggi riscaldavano la pelle.
Camminai per un bel tratto, beandomi della neve che brillava sotto il sole, luccicava e sembrava così preziosa.
Mentre camminavo tranquilla, qualcosa mi colpì in pieno dietro alla testa, facendomi perdere quasi l'equilibrio.
Rimasi in piedi e con una mano mi toccai i capelli, pensando che molto probabilmente, mi aveva colpita una palla di neve.
Mi voltai e vidi Charles, il fratellino di Francis e un uomo accanto a lui che mi stava fissando, conscio di quello che avevano appena fatto. Charles rideva sotto ai baffi, ed io feci una smorfia.
L'uomo avanzò verso di me, ed io riconobbi la fisionomia.
Era lo stesso uomo che avevo visto il giorno prima accanto a Francis. «  Vi chiedo scusa, sono mortificato.. stavo giocando con il piccolo Charles e abbiamo sbagliato traiettoria. » disse, portandosi una mano ai capelli, si vedeva che si sentiva imbarazzato. «  No, no.. non c'è problema, può capitare. » dissi, toccandomi i capelli ancora umidi. «  Posso fare qualcosa per rimediare? » mi domandò «  No, davvero.. non è nulla. »
Charles mi salutò con la mano, ed io ricambiai. « Conoscete il principe Charles? » mi domandò lui. «  Abbastanza. » dissi, ricordando quella sera al ballo. «  Non mi sono neppure presentato, sono Louis Condé, il cugino di Francis. »
Ah giusto, il cugino. «  Piacere, Elizabeth Duval. » lui sorrise, e cercò di stringermi la mano.
Io a quel contatto mi irrigidii, e tirai involontariamente dietro il braccio. «  Ehm, vi chiedo scusa, ho la mano fredda. »  « Oh, no. Non c'è alcun problema. Allora, cosa fate qui a corte? Svolgete qualche mansione in particolare?  » mi chiese. «  Sì, sono l'artista ufficiale. » «  Davvero? » «  Sì, certo. Il principe Francis mi ha dato la carica. » «  Io adoro l'arte. Sono già esposte vostre creazioni a corte? » mi domandò. «  In realtà ne ho commissionato soltanto uno, proprio a Francis e ce l'ha nella sua stanza. » «  Mi piacerebbe moltissimo vederlo. » «  Dovrete chiedere a lui, suppongo. » dissi. «  In questo momento siete occupata? » «  In che senso? » «  Avete già qualcuno da ritrarre? »
Mi ritornò alla mente il ritratto che stavo facendo a Henry, ma che non avrei mai portato a termine. «  No, in realtà no. » Lui ci pensò su. «  Capisco. Potrei farci un pensierino... » disse, sorridendo. «  Stasera verrete al ballo? »

 «  Stasera verrete al ballo? »

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