« Oh Mio Dio! » dissi voltandomi. Alle mie spalle, Francis era immobile, con le mani dietro alla schiena che stava sorridendo. Probabilmente non avevo sentito i suoi passi, visto che con il rumore dei fuochi d'artificio era impossibile distinguere qualsiasi altro suono che non fosse lo scoppio fragoroso di quei colori. « Vostra maestà, mi avete spaventata. » « Non volevo, vi chiedo scusa.. sapevo che eravate voi. » Mi accorsi, quando Francis pronunciò quelle parole, che non indossavo la maschera. Mi toccai il viso, e mi accorsi che era del tutto scoperto. Infatti la maschera ce l'avevo in mano. Una sorta di panico mi montò dentro, sapevo che non dovevo essere li. Come l'avrei spiegato adesso? Sicuramente non avrei tirato in ballo Bash, non poteva di certo correre dei rischi a causa mia. « Oh, vostra grazia, io non .. non dovrei essere qui. » Provai ad andare via, fuggendo dal suo sguardo, ma Francis mi trattenne per una mano, e mi costrinse a girarmi. Ancora non diceva niente. « Vostra grazia, la mia è stata semplice curiosità. Non avevo mai visto un ballo a corte. Beh, in realtà non avevo mai visto nessun ballo e basta. Così ho preso in prestito una maschera da uno dei forzieri che giaceva lungo il corridoio, quello da cui si sono riforniti tutti i reali e.. ho pensato di venire. Lo so, è stato un gesto azzardato e non dovevo.. » « Beth.. - esordì finalmente Francis - non ho intenzione di dirlo a nessuno, cosa credete? » « Ma voi siete già qualcuno! Voglio dire, siete il Delfino di Francia e quindi.. » « .. Non ho intenzione di dire nulla. Beth, calmatevi! Io sono un vostro amico, non un superiore. » Io risi, mi sembrava surreale. « Oh, si che lo siete. » Lui scosse la testa. « Vi ho vista dai giardini. » Oh, Dio. Mi aveva vista? Quindi aveva visto anche Bash? « Eravate qui, e guardavate il cielo. Così sono salito, sperando che nel frattempo voi non foste sgattaiolata giù per le scale. » « Volevate dirmi qualcosa? » cercai di tagliare corto. Lì sopra mi sentivo in pericolo, avevo l'impressione che da un momento all'altro potesse salire qualcuno e scoprirmi. Però intanto mi stavo fidando di Francis e della sua parola. Non lo conoscevo da tanto, ma in lui c'era qualcosa di totalmente onesto. Non riuscivo a vederlo come qualcuno che faceva il doppio gioco, o mentiva. « Sì, in effetti c'era una cosa che volevo dirvi. Quando mio padre vi manda a chiamare, preferirei che voi declinaste l'offerta. Se lui diventa insistente, per favore, fatemelo sapere. » Mi si gelò completamente il sangue. Ero io frastornata dai fuochi e dalla serata, o Francis aveva appena detto le stesse parole di Bash? « Vostra maestà, sapete che.. se il Re dovesse mandarmi a chiamare io non posso rifiutarmi. Sono una semplice cuoca, e ho il dovere di prestarmi ai vostri ordini, come ai suoi. » « Se le cose vanno come spero, non dovrete più ritenervi una semplice cuoca. » « C-cosa? » Non stavo capendo assolutamente nulla. « In ogni caso, vi pregherei almeno di informarmi nel momento in cui siete convocata dal Re. » « Vostra grazia, ma perché tutta questa preoccupazione? » « Mio padre ha una fama ben precisa, quando si tratta di donne. E sebbene abbia mia madre, Diane e .. beh, anche altre compagne, non si accontenta mai. Il problema però è che più viene rifiutato, più il suo desiderio cresce. Per questo vi dico di mandarmi a chiamare. » « Non potrei mai mandare a chiamare voi, vostra maestà. » « Oh, ma dovete. Ve lo chiedo come amico. » La conversazione si era protesa anche troppo oltre, era arrivato per me il momento di andare. « Vostra maestà, io andrei. Qui sopra non mi sento del tutto tranquilla. » « Permettetemi di scendere almeno la prima rampa di scale insieme a voi. Sapete, non vorrei che avreste altri spiacevoli incontri. » Lo guardai. « Vi riferite a quella Clarissa o a vostro padre? » Lui sorrise, passandosi una mano fra i capelli. « Entrambi. » Scossi la testa, sorridendo. Ci avviammo insieme, e scendemmo in silenzio. All'ultimo scalino ci fermammo, per salutarci. « Grazie ancora vostra grazia, per tutto. E buonanotte. » Feci un inchino. « Non è assolutamente nulla, Beth. Buonanotte. » Feci per voltarmi, ma Francis richiamò ancora una volta la mia attenzione. « Ah, e se mio fratello non vi avesse invitata lui al ballo.. lo avrei fatto di certo io. Buonanotte. » Disse, strizzandomi l'occhio. Chinò la testa e, datomi le spalle, andò via. Rimasi mezza imbambolata al centro del corridoio. Stavo semplicemente cercando di mettere a fuoco quello che mi aveva detto. Sebbene io avessi inventato una scusa, Francis aveva capito tutto. Beh, non era di certo uno stupido. Quella cosa di Bash e me, stava pian piano diventando sempre più ovvia. E a corte, era una cosa pericolosa. Francis mi aveva visto, si, ma di certo non avrebbe fatto la spia. Non uno come lui. Intanto, indossai la maschera per precauzione. Francis, fin dal primo momento in cui lo avevo incontrato, mi aveva fatto una buona impressione. Era il classico ragazzo troppo buono. Disponibile, dolce, sincero, leale. Con i tratti angelici, da vero principe. Il mio Bash invece, aveva la temperanza di un guerriero. Forte, coraggioso, bellissimo. Sebbene come lo stesso Bash mi aveva detto, fossero soltanto fratellastri, mi veniva spontaneo fare delle distinzioni tra i due caratteri. Persa tra quei pensieri, sgattaiolai silenziosa per il corridoio, mentre tutti gli altri erano occupati a festeggiare, e aprii la porta richiudendola pesantemente alle mie spalle. Tolsi la maschera, mi tolsi il bellissimo vestito che avrei restituito a Sebastian il giorno dopo, e rimasi nelle vesti intime. Mi diressi verso la toeletta e mi sciacquai il viso. Mi pettinai i capelli e mi infilai una vestaglia color cielo addosso. Mi sdraiai e mi coprii con le morbide e pesanti coperte in piuma d'oca, e fissai il soffitto ricordando tutti gli eventi che quella sera avevano scritto l'ennesimo capitolo della mia vita da quando avevo conosciuto Bash. Fuori imperversavano ancora i rombi dei fuochi artificiali. Pensai a tante cose. Soprattutto alle labbra di Bash. Mi sfiorai involontariamente le labbra, e riuscii a tastare il suo bacio. La sua voce, profonda, mi rimbombava nelle orecchie. I suoi capelli castani, smossi dal vento, i suoi occhi color zaffiro, l'accenno di barba sulle guance, le sue mani morbide. Forse era tutto un sogno. Forse lui era il sogno perfetto. Ricordai le parole di Francis, il suo gesto, mentre ballavamo, di scaldarmi le mani. Mi resi conto che era un gesto così puro, dolce. Mi sembrava impossibile che Francis e Bash fossero davvero di sangue reale. Di quei gesti i reali, non ne avevano. Loro erano nobili di animo. Sebbene fosse quasi impossibile chiudere occhio, io crollai in un sonno profondo. Venni svegliata nel cuore della notte da un battere vicino alla mia porta. Mi stropicciai gli occhi, mi avvicinai al battente ed aprii. « Bash, che ci fai qui? » dissi ancora impastata di sonno. « I nobili sono appena andati via, ho dovuto scortarne alcuni nelle loro stanze ed ora eccomi qui. Mi fai entrare? » Io annuii, lui si guardò attorno ed entrò. « Vuoi dormire qui? Di nuovo? » lui annuì, e si bloccò. « Da quando ho letto quelle lettere che mi hai dato non riesco a saperti da sola in una stanza e restare tranquillo, perciò quando potrò, verrò sempre. E' un problema per te? » Consersi le braccia. « Stai scherzando? » lui scrollò le spalle. Io per tutta risposta mi incamminai verso il letto e mi coricai, di nuovo. « Vieni? O vuoi rimanere in piedi per tutta la notte? » Lui sorrise, si sedette sul letto e si tolse i pensanti stivali marroni. Si sfilò il gilè, e sbottonò il primo bottone dei pantaloni. Poi si stese accanto a me. Poggiò la testa sul cuscino e iniziò a fissarmi negli occhi. « Perché mi guardi? » « Perché sei bella. » sorrisi, assonnata e lo guardai di sbieco. « Buonanotte, Bash. » dissi chiudendo gli occhi, accoccolandomi un po' più vicino a lui, tanto per assorbirmi tutto il calore del suo corpo. « Buonanotte.. ah .. Beth? » « Mmm? » mugugnai. Ormai ero entrata quasi nel mondo dei sogni. Lui sospirò. Iniziò ad accarezzarmi i capelli, mentre io cercavo di dormire. « Mi sono innamorato di te. » Sebbene stessi dormendo, quelle cinque parole non mi sfuggirono. Con ancora gli occhi chiusi, e la fronte premuta contro il suo petto mormorai « Anche io. » e sprofondai nei sogni più profondi. Guardai fuori nella notte, mi svegliai più volte, non rendendomi conto di dove ero. Poi guardavo accanto a me, e mi rendevo conto che non avrei più sentito il bisogno di addormentarti per sognare perché il più bel sogno giaceva addormentato accanto a me, ed era reale, si poteva toccare, si poteva vivere. Passai una mano tra i suoi capelli bruni, soffici come nuvole, poi passai le dita sulla sua guancia e sentii la sua barba che pizzicava sotto ai polpastrelli. Facevo tutto con estrema calma, cercando di non svegliarlo, ma pregustando il ritaglio di un piccolo sprazzo di felicità che sembrava così vacua. Sembrava così tranquillo, rilassato mentre dormiva. Sembrava che tutti i pensieri della legittimazione, del trono, degli impegni reali lo avessero abbandonato. Guardai le sue mani appoggiate sul materasso e fui catturata dalle vene che correvano lungo il dorso. Era una mano vigorosa e tenera, era un unione di dolcezza e tempra, una cosa che alle donne fa andare fuori di testa. « Ehi. » Bash aprì lentamente gli occhi, e li fissò sulla mia mano libera che teneva la testa. « Scusami, non volevo svegliarti. » lui sorrise assonnato. Era a dir poco adorabile! « Tranquilla, averti accanto a me è un bel risveglio. » io sorrisi scioccamente, erano parole che avevano un certo effetto su di me, in fondo, l'amore rende stupidi no? Prese la mia mano e la intrecciò con la sua. « Prima, mentre stavi per addormentarti ti ho detto una cosa.. una confessione in realtà. Tu mi hai anche risposto, ma non so se fosse frutto del dormiveglia o eri cosciente sul serio. » disse ridendo. Io avvampai, perché ricordavo benissimo la sua confessione, e ricordavo altrettanto bene la risposta che gli diedi. « Si. Ho sentito, Bash. » lui mi guardò, con la bocca semiaperta e l'espressione seria. I suoi occhi di zaffiro brillavano nella tenue luce della luna che proveniva dell'enorme finestrone della stanza. « Ebbene? Ciò che mi hai risposto era vero? » Risi, abbassando lo sguardo sul materasso, mentre lui aveva ancora la sua mano intrecciata alla mia. « Sei impudente. » dissi coprendomi il viso con le mani. « Sul serio! » disse scostandomi dolcemente i palmi che mi coprivano il volto. « Dimmi prima tu se quello che mi hai confessato è vero.. »
Lui si alzò in mezzo al letto, assunse un'espressione seria e iniziò a guardarmi. « Elizabeth, sono completamente, totalmente, pazzamente, profondamente.. innamorato di te. E vorrei solo sapere se per te è lo stesso. » Io mimai il suo gesto. Mi alzai nel letto, e mi misi in ginocchio, dritto di fronte a lui. « Sebastian De Poitiers, quello che ti ho risposto era .. vero. Sono completamente, totalmente, pazzamente, profondamente.. innamorata di te. » dissi, abbassando lo sguardo, non riuscendo a reggere l'intensità bruciante dei suoi occhi.
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Once Upon a Time, a Reign | Completa, in revisione |
FanfictionLa dolce e innocente Elizabeth, figlia di contadini è cresciuta lontana dalla città e dagli sfarzi della corte francese, e il suo unico diletto nella vita è quello di fermarsi ad osservare i paesaggi dalla collinetta della campagna, e delinearne i p...