Capitolo Ventinovesimo

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Aperta, c'era una grande portafinestra che dava sui bei giardini all'inglese.
Avevo caldo, e mi girava la testa. Fortunatamente la fredda aria invernale mi rinfrancò, facendomi tornare alla normalità. « Beth, cosa fate? Non avete freddo qui fuori? Su venite dentro. » disse Francis, raggiungendomi alle spalle. « Francis, dentro fa troppo caldo. Troppe persone che mi guardano.. mi sento a disagio. » « Ma ci sono io. »
Disse lui, prendendomi dolcemente per un braccio e voltandomi, spingendolo a guardarlo. « E' questo il problema, Francis. Le persone si chiedono il perché di noi due. Perché voi siate sempre così dolce con me. Stasera mi avete addirittura offerto il vostro braccio.. » « Perché vi amo, Beth. » disse sorridendo. « Ho così voglia di abbracciarvi, Francis. » « Io invece ho voglia di baciarvi.. pensate un po'. »
Sembrava frustrato, sebbene sul suo volto fosse dipinto un sorriso. « Francis.. come fate? Io non faccio per voi.. » « Beth, non potete condannarmi per questo. Sono innamorato di voi, e quando vi guardo vedo la donna che vorrei avere al mio fianco il giorno del mio matrimonio. E' lo stesso modo in cui voi guardate mio fratello, e ve lo garantisco.. fa male. »
Mi si strinse il cuore, e sentii una malinconia pervadere la mia anima. « Francis, voi non meritate di soffrire ancora.. » dissi appoggiandogli una mano sulla guancia.
Lui socchiuse gli occhi, e sussultò impercettibilmente, appoggiando la sua mano sulla mia. « Voi due, volete entrare dentro? Finirete per congelarvi! »
La voce della Regina Catherine mi fece sobbalzare. Tolsi immediatamente la mano dalla guancia di Francis, e mi voltai dall'altro lato, imbarazzata. « Come sempre, madre, il vostro tempismo è ineffabile. » « Lo so. » disse sorridendo maliziosamente la regina, e dopo avermi lanciato un'ultima occhiata come per dire "Ti tengo d'occhio", rientrò. « Entriamo? » disse Francis, porgendomi la mano. « Sì, ma entrate prima voi. »
Una maschera di delusione si dipinse sul volto del principe, e dopo aver annuito, poggiò le mani dietro la schiena e andò via.
Allungai una mano verso di lui, simbolicamente, quasi per fermarlo, ma dalla mia bocca non uscirono parole. Mi sentii davvero male per come lo avevo trattato, e mi rendevo conto mano mano che Francis non meritava tutta quella sofferenza.
Io volevo davvero essergli amica, ma è difficile essere amico di qualcuno che è innamorato di te.. e che ami a tua volta.
Avevo paura che se avessi trascorso ancora tempo insieme a Francis avrei finito per commettere lo stesso errore della precedente notte, perchè sapevo che per quanti sforzi facessi, prima o poi se Francis avesse riavvicinato le sue labbra alle mie, io non le avrei rifiutate.
Mi portai una mano alla fronte, buttai fuori aria dalle labbra, e mantendendomi il vestito, rientrai anche io. Mi sedetti su una sedia, guardando gli altri che si perdevano in stupidi convenevoli. « Un attimo di attenzione, per favore. » Francis prese la parola, facendo tintinnare una forchetta sul dorso di un bicchiere di cristallo, zittendo il mormorio delle persone. « Stasera siamo tutti qui perché, come sapete, dovrò annunciarvi il nuovo artista ufficiale di corte. Come vedete, qui accanto a me campeggia la sua prima opera ufficiale, fatta su mia personale commissione, e per tanto, prima di scoprire questo capolavoro vorrei invitare accanto a me il suddetto artista, per mostrare a tutti le sue fattezze. Elizabeth.. venite. » Mi voltai verso Francis, che mi aveva chiamata accanto a lui. Deglutii nervosamente, mi alzai dalla sedia e mi aggiustai il vestito. Sfoggiai uno dei miei sorrisi migliori, sotto il quale nascondevo imbarazzo e timore. I nobili si aprirono in due file, per farmi passare, ed io saliti i due gradini che mi separavano da Francis, gli fui finalmente accanto. « Ecco a voi la nuova artista ufficiale di corte: Elizabeth Audrey Duval. » Per la sala si udì il rumore di applausi sommessi, e vidi sui volti dei presenti, almeno alcuni di loro, dei sorrisi sinceri. Quello di Leith, di Miranda, di Greer, di Kenna.. e ovviamente, quello di Francis che accanto a me, applaudiva e mi guardava orgoglioso. Io gli accennai un lieve sorriso, stemperato dall'emozione che si era impadronita di me. « Bene, ora Miss Elizabeth vi mostrerà il suo capolavoro. Beth, prego.. togliete il drappo. » Io annuii, mi avvicinai al dipinto e lo scoprii, lasciando cadere il drappo a terra. Si sentì un "Oh" di stupore, ammirazione e incredulità.
A quanto pare nessuno mi credeva capace di fare qualcosa di simile.
Leith, da lontano abbassò la testa, facendomi i complimenti.
Io sorrisi, ero davvero felice in quel momento. Ma la mia felicità venne subito smorzata dal pensiero del mio Bash, lui che aveva fatto tanto per me, non era lì a godersi quel momento insieme a me.
Francis mi invitò a scendere dai gradini insieme a lui, e ci sedemmo a un grande tavolo, quello dove un mucchio di volte io stessa avevo servito i pasti.
Mi sentivo estremamente fuori luogo, sapevo di non far parte di quel mondo, e sapevo che gli altri sebbene fingessero cortesia mi ritenevano una completa estranea, e in fondo non avevano tutti i torti. Ma quella sera, come aveva detto Francis, l'ospite d'onore alla corte reale ero io, e dovevo soltanto comportarmi come facevano loro.
Inoltre, avevo imparato come ci si comportava in quelle occasioni, e per quello dovevo ringraziare le ore passate in piedi ad osservare le cene dei reali, lunghe e noiose. Quando arrivarono le portate, Penelope si avvicinò a me, poggiandomi un piatto davanti.
Mentre si chinava, mi sussurrò qualcosa, qualcosa che si assicurò potessi sentire soltanto io. « Quindi si guadagna questo ad andare a letto con il Re.. e col Delfino, sgualdrina. » Penelope si alzò, con un falso sorriso disegnato sulle labbra. Io mi voltai furente verso di lei, con la bocca spalancata e le guancie in fiamme. Non ebbi il tempo di replicare, perchè lei si allontanò per disporre a tavola altre portate. Ero completamente inebetita davanti a quelle parole così dure, meschine e senza alcun senso. Quindi questo pensavano di me? Che mi ero portata a letto Francis, per questo avevo avuto il riconoscimento?
Non ero mai stata una persona vanitosa, ma il quadro era esposto lì e tutti potevano vedere la maestria con il quale era stato dipinto. « Beth, va tutto bene? » Disse Francis, sporgendosi verso di me. Presi il bicchiere, bevendo un sorso di vino, poi annuii. « Siete sicura? » Abbozzai un sorriso, e cercai di rassicurare Francis come meglio potei.
La cena si svolse lenta, ma mai più di allora, avrei voluto alzarmi e andare via.
Non avevo mai dato troppa importanza ai pettegolezzi, ma una parte però era vera.
Io non volevo che la gente mi additasse come una sgualdrina, perchè non lo ero.
Io e Bash eravamo innamorati.. ma comunque mi stavo comportando come la sua amante. Feci un sospiro eloquente, bevendo altro vino. « Beth, qualcosa non va. » disse Francis, e questa volta non fu una domanda, ma un'affermazione. « Tranquillo, Francis, non preoccupatevi per me. Sto benissimo. » Lui scosse la testa. A un certo punto mi prese per mano e mi spinse ad alzarmi. « Cosa state facendo? » Dissi, mentre cercavo di tenere il passo. Fece un gesto col dito alle persone che suonavano, e questi immediatamente  attaccarono con una melodia bellissima. « Balliamo. » disse, senza voltarsi. « Cosa? No, no, no Francis vi prego.. » « Perché? » Cosa avrei risposto? Perchè altrimenti avrei dato adito ai pettegolezzi di quella lì? « Non so ballare, lo sapete. » « Lasciatevi guidare da me. » « Francis, cosa penseranno tutti? » « Quello che vorranno pensare.. non sono problemi miei, o vostri. Ballate con me. »
Sospirai, e accontentai Francis.
Ci posizionammo al centro della sala, e con una mano mi aggiustai la coda del vestito. « Sono tremendamente a disagio. » mormorai. « Siete tremendamente bella. »
Francis prese dolcemente la mia mano destra, e la strinse nella sua, poggiando l'altra sulla parte bassa della mia schiena. Io poggiai una mano sulla sua spalla, cercando di fare del mio meglio per sembrare quantomeno aggraziata. Francis mi sorrideva, e non smetteva un attimo di guardami negli occhi. Io cercavo di fare lo stesso, per dimenticare le persone che avevo attorno.
Iniziamo a danzare, simultaneamente, ed io mi muovevo con lui, seguendolo e mimando i suoi gesti. « Avete visto? » mormorò.
Io annuii, incapace di dire una singola parola. Mentre volteggiavamo, vedevo Mary che scambiava delle parole con le sue dame, e mi sentivo sempre al centro del discorso.
Henry, invece, teneva un dito poggiato sulle sue labbra, ed il suo sguardo era viscidamente concupiscente. « Vostro padre mi spaventa. » dissi a Francis senza farmi sentire da nessun'altro. Lui rise « Ci sono io. »
Era una buona giustificazione? Oh, no, non lo era. Fortunatamente a poco a poco, tutti gli altri ci raggiunsero in pista ed iniziarono a danzare, come noi. Io e Francis ora eravamo soltanto due, della moltitudine di coppie che si muovevano, lanciandosi sorrisi languidi e sguardi ardenti. Eravamo soltanto due puntini, nella folla dorata che aleggiava sospesa attorno a noi. Il tempo scorreva lento, e Francis sembrava essersi incantato, quasi avesse davanti a se un tesoro che lui, e soltanto lui riteneva così prezioso. Non potevo fare a meno di notare i suoi capelli, che si muovevano in concomitanza al suo volto armonioso, e i suoi occhi lucenti, vividi, da ragazzino. Forse quello sarebbe stato il momento adatto per dirgli che lo amavo, ma sapevo già che me ne sarei pentita amaramente se avessi permesso ai miei sentimenti di prendere il sopravvento sulla ragione. Quando tutti furono in pista, proprio tutti, compresa Mary, afferrai la mano di Francis, e lo trascinai dietro di me, impedendo agli altri di vederci. « Dove andiamo? » chiese appena. « Fuori di qui. » Mormorai.

Once Upon a Time, a Reign | Completa, in revisione |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora