Capitolo Cinquantottesimo

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BASH

La notizia di Beth, aveva scombussolato tutti i miei piani.
Tutti i nostri piani.
Quando finalmente riuscii a liberarmi dei delegati portoghesi, sgattaiolai nel mio studio, chiudendo la porta a chiave.
Improvvisamente, il cuore iniziò a martellarmi in petto, e mi tenni con la schiena schiacciata contro la massiccia porta in legno.
Sapevo che prima o poi avrei dovuto aprire quella lettera, e forse il momento era arrivato. Lì dentro si celava il mio futuro.
Mi avvicinai alla scrivania, e feci un enorme sospiro.
Chiusi gli occhi per qualche secondo, la tirai fuori, e la appoggiai sul piano duro di legno scuro.
La osservai per un momento.
Ormai Mary sapeva, sapeva che quella lettera era arrivata, e si aspettava di ricevere delle notizie da me, negative o positive che fossero, e in questo non potevo biasimarla.
Doveva sapere se fossi io l'uomo con cui lei avrebbe condiviso il trono reale per i prossimi anni, oppure no.
E se in quella lettera ci fosse stato scritto che... sì, sarei stato io il prossimo Re di Francia?
Ero pronto? Ero pronto per diventarlo? Per dirlo a Beth? No...non lo ero affatto, ma dovevo sapere.
Afferrai la busta, e in una mossa ruppi il sigillo papale.
Mi sedetti sull'enorme poltrona, e iniziai a leggere:

"Carissimo Sebastian, dalla vostra visita al seggio pontificio è passato del tempo. Tempo che le eminenze non hanno sprecato, ma hanno impiegato al meglio per riflettere sulla vostra richiesta di legittimazione, con l'aiuto della saggia mano di Dio, e con la guida luminosa che solo il Signore può offrire. Potrete ben immaginare che la deviazione di una linea di successione reale non è mai cosa facile, in quanto la nostra mano in questioni reali ha sempre portato dissapori. Ma, sottoponendo la questione al Santo Padre, e riflettendo per giorni e giorni su quale fosse la via migliore da intraprendere, siamo finalmente giunti a una conclusione.
La vostra richiesta di legittimazione, per diventare a tutti gli effetti l'effettivo erede al trono Francese come figlio di Henry de Valois e regnare al fianco della regina di Scozia Mary Stuart è stata accolta.
Il Santo Padre è lieto di porgere la sua amicizia duratura e la sua lealtà, in cambio di devozione incondizionata da parte del nuovo sovrano francese Sebastian De Poitiers.

                        Il Santo Padre e i suoi Cardinali"

                                                                                   

« No » mormorai. «  Non è possibile. » Sprofondai nella poltrona, portandomi entrambe le mani al volto.
Lasciai la lettera sulla scrivania, mentre col senno di poi, cercavo di assimilarne il contenuto.
Avevo ottenuto la legittimazione.
Io ero già il prossimo Re di Francia.
Mi sfregai il volto, più e più volte, quasi per svegliarmi da un sogno che non volevo fosse reale.
Come sarebbe cambiata la mia vita?
Nello studio ero solo.
Fissai un'armatura che era ferma, immobile, accanto a un arazzo che ritraeva mio padre, con la corona, un sorriso trionfante e la spada tra le mani.
Io non avrei mai voluto essere così.
Posai la lettera nel cassetto e mi alzai.
Non avrei detto nulla, avrei temporeggiato.
La lettera era al sicuro nel mio cassetto, nessuno aveva accesso al mio studio a parte me.
Se Mary avesse chiesto notizie sulla lettera, avrei semplicemente detto che non l'avevo ancora letta.
Non ero pronto ad affrontare quella situazione.
Non ero pronto a lasciar andare Beth.
La mia speranza era sempre riposta nella seconda richiesta che avevo fatto quando mi ero recato in visita al Vaticano.
Speravo che la soluzione potesse celarsi tra le parole di quella lettera che avevo appena aperto, ma a quanto pareva, avrei dovuto aspettare ancora.
Speravo solo che quella lettera non fosse arrivata quando sarebbe stato già tardi.

BETH

Dopo aver sistemato quei bellissimi fiori in un vaso, mi sedetti sul letto e mi apprestai a leggere la lettera che mi aveva scritto Francis.
Non feci neanche in tempo ad aprirla, però, che sentii bussare alla porta.
Era quasi sera, e non avevo ancora visto Bash.
«  Principe Condé. » dissi, sorpresa. « Che cosa ci fate qui? » « Sono venuto a chiedervi se vi andava di prendere quel famoso thé insieme... sapete, quello che vi ho proposto stamattina. » disse, con un sorriso pieno di charme. « Ehm, non vi sembra un po' troppo tardi? » dissi, lasciandolo ancora sulla porta. « Non è mai troppo tardi per un thé. Ma se volete potremmo anche prendere dell'altro, non so... » « Lady Beth... » disse una voce proveniente dalle scale.
Sia Condé che io ci voltammo, e vedemmo Narcisse salire le scale con nonchalance.
Tirai un profondo sospiro di sollievo, magari lui mi avrebbe tirata fuori da quella situazione scomoda. « Oh, principe Condé. » disse, facendo un piccolo inchino. « Stavo giusto chiedendo a Lady Beth di scendere a prendere qualcosa con me. Desidero davvero approfondire la nostra conoscenza... » disse, rivolgendomi quegli occhi neri come un cielo senza stelle.  « Lady Beth, mi meraviglio di voi. » disse lord Narcisse, guardandomi con i suoi occhi azzurri indagatori. « Non credevo poteste essere così poco diligente. » « Prego? » mormorai, non capendo a cosa si stesse riferendo. « Credevo che il vostro lavoro vi stesse a cuore. » « Lord Narcisse, per l'amor del cielo, continuate. » dissi, più stizzita che mai.
Evidentemente si stava prendendo gioco di me. « Dovevamo continuare il mio ritratto, credevo lo teneste a mente. » feci una falsa espressione contrita, poi risposi a Narcisse. « Oh, avete ragione... ma non posso di nuovo rifiutare l'offerta del principe, sarebbe ineducato. » « Lo sarebbe, Lord Narcisse. » assentì Condé. « Avete perfettamente ragione, ma il mio ritratto non può aspettare oltre. Lady Beth, vogliamo entrare? » disse Narcisse, sorridendo. « Allora se non vi dispiace assisterei anche io. Vi dispiace? » « Oh, io non so se... » « Poso nudo. » disse Narcisse, e per poco non scoppiai a ridere proprio davanti all'espressione esterrefatta del principe.
Era proprio da Narcisse inventarsi un'assurdità del genere. « Che cosa? » mormorò Condé. « Anatomia. » mormorai. « Stiamo facendo delle nuove tabelle... anatomiche. »  « E avete scelto Narcisse? » disse Condé. « Sì. Nessuno voleva essere d'aiuto alla causa ... solo... Narcisse. » confessai, rossa in volto. « Ah, d'accordo - mormorò il principe molto poco convinto - allora vi lascio al vostro lavoro. Lady Beth. » disse, porgendomi una mano.
Io poggiai la mia nella sua, e con un educato baciamano, si congedò da noi.
Chiusi la porta e poi guardai Narcisse. « Nudo? Ma come diamine vi salta in mente? » dissi, portandomi le mani ai capelli. « Beth, se avessimo parlato di un ritratto normale sarebbe rimasto a guardare. E cosa avrebbe potuto guardare se il ritratto... in realtà... non c'era? » « Sì, ma, nudo?! » ripetei, ancora fuori di senno. « Lasciate perdere, lady Beth! Ho delle notizie per voi. »
Narcisse si sedette sul letto, dove era ancora poggiata la lettera di Francis.
Senza farmi vedere, la poggiai sotto al cuscino, e raggiunsi Narcisse. « Allora, che notizie mi portate? »

Once Upon a Time, a Reign | Completa, in revisione |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora