Capitolo Ventesimo

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POV FRANCIS.

Uscii dalla mia camera, sconvolto per quello che era accaduto a Beth. Ed ero ancora più amareggiato per il modo velenoso in cui Bash mi aveva informato di Olivia. Camminavo a passo spedito, furioso per quella scoperta, furioso con Olivia.

Non riuscivo a sopportare che Beth vigesse in quelle condizioni, e sentivo che alla fine, la colpa fosse anche mia. Perché Oliva faceva parte del mio passato, quindi in un certo senso mi sentivo un intermediario sgradito. Avevo la rabbia che mi annebbiava i pensieri, mi impediva di pensare lucidamente, e mi incamminai rapidamente verso la camera di Olivia. Mi sentivo disgustato per aver condiviso qualcosa di così intimo con una persona così meschina e viscida. Mi sentivo amareggiato da quella donna, che un tempo avevo trovato gradevole. Bussai, aspettando che lei mi aprisse. « Chi è? » Persino la sua voce ora mi faceva ribrezzo. « Apri immediatamente Olivia, sono Francis. » Rimasi sulla porta, con il cuore in gola, impazzito. Olivia girò la chiave due volte nella toppa, e con titubanza aprì il battente. Rimasi sulla soglia, con gli occhi lucidi, le labbra tremanti per le parole non ancora dette che mi bruciavano in gola. Le lanciai uno sguardo colmo d'odio, e feci qualche passo, per oltrepassare la linea immaginaria che ci divideva. Chiusi con calma la porta alle mie spalle, senza mai staccare lo sguardo da lei. Olivia sembrava sconcertata, e in qualche modo, spaventata. Mentre io avanzavo, lei indietreggiava. « Francis.. che cos'hai? » « Tu hai il coraggio di chiedermi che cos'ho? » La mia voce era calma, almeno in apparenza. Forse questo faceva preoccupare ulteriormente Olivia, e la preparava al peggio. Feci qualche altro passo verso di lei, e sentimmo bussare alla porta. Aggrottai le sopracciglia, chi mai poteva essere a quell'ora. Guardai Olivia, intimandola a rispondere. « Chi è? » « Aprite immediatamente. » Fermai Olivia con una mano, intimandola a rimanere dov'era. Avevo riconosciuto la voce di Bash. Mi avvicinai alla porta, ed aprii. « Francis, che ci fai qui? » disse Bash, seriamente stupito di vedermi lì dentro. « Sono venuto a chiarire la questione, se così possiamo definirla. » risposi io. Lo sguardo di Sebastian si posò su un'Olivia, che ora sembrava terrorizzata. I suoi occhi si arroventarono, e il suo ghigno si fece duro. « Sebastian.. » dissi appena, quando lui iniziò ad avanzare verso di lei. « Bash, fermati. » cercai di trattenerlo, ma mi scostò in malo modo. « Tu... tu, come hai potuto... come hai osato! » disse urlando. Il suo incedere era lento, ma le sue mani stavano tremando. Lo afferrai per una spalla, e lo voltai con forza verso di me. « Sebastian! » urlai, cercando di attirare la sua attenzione. « No! » « No? » disse lui incredulo. « E vuoi che lei la passi liscia, così? » Era furente, e rispecchiava perfettamente il mio stato d'animo. « Bash, non puoi .. non puoi farlo tu. » « Perché non potrei.. è la mia Beth! » Sentire mia abbinato a quel nome, mi fece avere una stretta allo stomaco. Provai a non lasciar trapelare alcuna emozione, sebbene i miei occhi si fossero impercettibilmente chiusi. « Lo so, Bash, lo so.. però, spetta a me. Questa questione.. lasciala a me. » Bash sospirò, fissando il pavimento. Sembrava davvero combattuto, non sapeva se volermi davvero affidare questa cosa. « Bash, spetta a me. » ripetei. Lui si voltò verso Olivia, che rabbrividì non appena incrociò lo sguardo del futuro Re. « Non essere delicato, Francis. Non questa volta, per favore. » Senza neppure voltarsi indietro, o guardarmi, spostò le mie mani che ancora indugiavano su di lui, e sbatté violentemente la porta, facendo sobbalzare Olivia. Lei trasse un sospiro di sollievo. La poveretta credeva che con me avrebbe avuto vita facile. Quanto si sbagliava, quella volta. Aveva fatto del male ad una delle persone che avevo più a cuore, e questo non glie l'avrei mai perdonato. « Grazie Francis.. davvero non so come.. » « Oh, per favore, sta zitta. » Oliva deglutì, e sembrò frastornata sia dalle parole, sia dal tono in cui quelle uscirono dalla mia bocca. « Francis, va tutto bene? » « Hai il coraggio di chiedermelo? » Sentivo la rabbia scorrermi per tutto il corpo, e sentivo un formicolio crescente su mani e gambe. Sentivo che la furia, repressa dentro di me, stava per scatenarsi. Ormai Olivia era ammutolita. « Tu, hai davvero il coraggio di chiedermelo? » ripetei. « Francis, se si tratta di quella, lasciami spiegare.. » « Adesso tu rimani zitta. » dissi. « Per prima cosa, quella... ha un nome. Beth. Secondo - dissi, scandendo tutto con le dita, e facendo qualche passo verso di lei - tu, tu stessa hai avuto il coraggio di accusare lei, quando sappiamo tutti che i gioielli dell'incoronazione li hai presi tu. E non provare a negare.. Non ti servirà, non questa volta. Terzo, sei stata tu l'ultima ad abbandonare la mia stanza, e mi vergogno di me stesso per aver condiviso con te il mio letto. Oh, ma sta pur certa che da oggi in poi, non condividerai con me nient'altro . » « Francis ti prego.. » « Stai zitta! » Urlai, scagliandomi contro di lei, e Olivia si schiacciò contro al muro per la paura. « Hai fatto torturare quella povera ragazza, per tuo puro egoismo! Adesso lei giace in un letto, nel mio letto, se vuoi saperlo..e sta soffrendo, tra i dolori più atroci, per colpa tua! » dissi con enfasi, facendola sussultare. « Tu, tu, come hai potuto fare una cosa del genere, come!? » « L'ho fatto per noi.. » mormorò. Mi fece scappare una risata isterica, piena d'odio. « Noi? Quale noi, Olivia! Non c'è nessun noi! Tu l'hai fatto per te, per salvare la tua reputazione! Da cosa ti sentivi minacciata eh? Dimmelo, perché davvero non lo capisco. » « Da lei! Dai tuoi sentimenti per lei! » « Olivia.. questa sarà l'ultima volta che vedrai il mio viso. L'ultima volta che sentirai la mia voce. Non ti condanno a morte perché ciò che hai fatto non lo prevede, ma ricorda che se servirà, potrò girare la legge a modo mio. Non dimenticare che mio fratello è il futuro Re.. Questa volta hai superato ogni possibile limite. Con lei, facendo del male a lei, hai fatto del male a me. Vederla in quelle condizioni mi ha procurato una sofferenza che neanche immagini, Olivia! Per colpa tua! » « Francis.. tu la ami. » Disse con un barlume di delusione negli occhi. Li teneva spalancati sul mio viso, colmi di lacrime. Chiusi di occhi, per poi riaprirli su di lei. Mi sentivo come spogliato, davanti a quelle poche semplici parole. « E' così vero? La ami... » ripeté. Io non rispondevo, mi limitavo ad osservarla e a lasciarla parlare. « Il tuo cuore, che un tempo era mio, che era sempre stato mio, ora appartiene a lei! Facevo bene a temerla..» diceva, con la voce rotta dal pianto. Indietreggiai, voltandomi, fissando il muro. Mi sentivo come in alto mare, con l'acqua che mi arrivava alla gola, e sentivo di stare per affogare nei sentimenti. « Il mio cuore - mormorai - non è mai stato tuo. Mai. Lo è stato il mio corpo, questo non posso negarlo, ma la mia mente è sempre stata altrove. » Dissi, velenosamente. « E ciò che provo io per lei, non ha importanza. Non ne avrà mai.. Perché i suoi sentimenti non sono per me. » « Ma i miei si, Francis, io ti amo. » disse correndomi alle spalle, poggiando le sue mani sui miei fianchi. Le afferrai i polsi, voltandomi di scatto. « Non devi toccarmi mai più! Olivia.. questa cosa è stata la tua rovina. » Le lasciai violentemente le mani, e lei rimase a fissarmi. « Questa notte stessa due guardie ti prenderanno e ti porteranno via, lontano dal castello. Rimarrai in una prigione francese per un periodo di tempo, poi sarai radiata dalla corte e dalla Francia, e per tutta la tua vita non potrai più metterci piede. La tua reputazione verrà rovinata, perché renderò pubblico ogni singolo elemento della tua vita, ed ometterò la tua relazione con me. Potrai provare a dirlo, ma la gente crederà a te o al fratello del re? Non avrai alcun possedimento, ne terre, ne case, ne denaro. Come proseguirà la tua vita da ora in poi non sarà più un mio problema. Addio Olivia. » feci per andarmene, e lei mi afferrò una mano. « No! Francis, la pena di morte sarebbe stata meno orribile! Davvero non ti importa più niente di me? » Disse, facendo appello a tutta la pietà che era insita in me. Ma quella sera il veleno aveva preso il posto della pietà. « No, Olivia. Non mi importa più nulla di te. » « E lo fai per lei?! » disse urlando, tra le lacrime. Non risposi, mi scrollai ancora una volta la sua mano di dosso e mi avviai verso la porta. « Non so quanto potrà importarti, ma te lo dico comunque. Non ti ho mai amato, Olivia. Se nella mia vita ho mai provato cosa sia l'amore, o qualcosa di simile, l'ho provato per Mary. E adesso.. per lei. Addio. » ed uscii, lasciando per sempre uno sgradito capitolo della mia vita, alle spalle.

POV BETH


Mi stava lasciando? Era finita? Si, lo era. Ma che mi ero messa in testa? Che il futuro re di Francia rimanesse insieme ad una cuoca? O forse non era mai stato innamorato di me, semplicemente. La prima opzione però, forse, era quella che mi faceva stare meno male. Iniziai a piangere, e lentamente raggiunsi il letto mettendomi in posizione fetale. Al dolore delle ferite ora si aggiungeva il dolore del mio cuore spezzato. Tra le lacrime mi addormentai, cercando di mettere da parte le sofferenze, fisiche e interiori. Mi svegliai il mattino dopo. Avevo la testa che mi faceva terribilmente male, sentivo gli occhi essersi gonfiati. Provai a mettermi seduta. Il dolore alla schiena si era attenuato, fortunatamente. Mi guardai attorno, e alla mia sinistra vidi la grande poltrona rossa con sopra addormentato, Francis. Avrei voluto sorridere, per un gesto così carino, ma subito la sua vista mi riportò alla mente che lui era il motivo per cui io e Bash ci eravamo.. lasciati? Ma perché ci eravamo mai messi insieme? Provai ad alzarmi dal letto, e cercai di non svegliare il Delfino. « Siete sveglia. » disse aprendo gli occhi, e puntandoli verso di me. «Si, vostra Maestà. Devo tornare in camera mia, per lavarmi e cambiarmi. Devo lavorare. » « Oh, no - disse Francis scattando in piedi - No, non potete lavorare. Siete ancora troppo debole. » « Vi prego - dissi io - lasciatemi andare. Ho bisogno di distrarmi. » « Ma.. » « Francis.. - dissi supplichevole, pronunciando il suo nome per la seconda volta - lasciatemi andare. » « Posso almeno accompagnarvi in camera? » « Non vi disturbate, è molto vicina. Grazie di tutto, vostra grazia.» « Preferivo Francis.» sorrise. Io uscii dalla camera, e mi avviai verso i miei alloggi. Entrai, e chiusi la porta. Mi chinai a fatica sul baule, e scelsi dei vestiti di poco conto per recarmi a lavoro. Avevo bisogno di togliermi quelle dannate bende e lavare via tutto il dolore che quella notte avevo ricevuto. Andai verso la vasca e la riempii con acqua tiepida. Prima che potessi immergermi dentro, sentii bussare alla porta. Era Bash. Ebbi un tuffo al cuore. « Che ci fate qui? » domandai fredda. « Francis mi ha detto che avresti fatto un bagno. Così sono venuto ad aiutarti. » « Non ho bisogno di nessun aiuto, posso fare benissimo da sola. Il re dovrebbe aiutarsi di questioni reali, non di una cuoca. » « Beth, non abbiamo già attraversato questa fase? Ho un dejà -vù. » « Se mi piombate in camera così, non riusciremo mai a mantenere le distanze. O avete cambiato idea?» chiesi. « No.. - ammise lui - ma ho detto che ti avrei protetta, e non mi tiro indietro. Avanti, smettila di fare la bambina, e spogliati. » « Vostra Maestà ha anche questo potere? » « Beth, smettila.» Bash chiuse la porta alle sue spalle e mi tolse le bende, senza staccare gli occhi dai miei. « Andiamo.» mi accompagnò fino alla vasca e mi aiutò ad immergermi dentro. Il contatto della pelle in questione e dell'acqua mi fece sussultare. Bash si inginocchiò accanto a me, prese una spugna con del sapone e iniziò a lavarmi. Rimanemmo in silenzio. Io fissavo l'acqua e lui mi lavava con premura. Non potevo crederci che davvero ci eravamo ridotti a quello. « E' per Mary, non è così? » Alzò lo sguardo verso di me. « E' perché sei ancora innamorato di Mary. » sentenziai. « Lo sai bene che Mary non c'entra. » « Io con Francis non ci ho mai fatto nulla. Tu con Mary si.. » arrossii, stupita io stessa dall'audacia di quell'affermazione. « Mi stai chiedendo se sono andato a letto con Mary? » Deglutii. « Non te lo sto chiedendo, lo so. » Lui sospirò, e vidi l'ombra di un sorriso aleggiare sul suo volto. « Come posso essere andato a letto con Mary, se tutte le sere ero impegnato a dormire insieme a te? » « Oh, beh, precedentemente al mio arrivo. » « Vuoi dire quando Mary era ancora promessa a mio fratello? » mi sentii terribilmente stupida. Non dissi più nulla, e mi limitai a fissare l'acqua. Quando finì di lavarmi mi aiutò ad asciugarmi e vestirmi. Dopo avermi fasciato la schiena, mi aiutò ad indossare il corpetto. La distanza tra i nostri volti era praticamente azzerata. Sentivo che ad ogni stringa che tirava, iniziava a respirare velocemente. « Bash..» mormorai. « Se davvero vuoi mantenere le distanze da me, è meglio che tu non venga più in camera mia. Perché se stiamo cosi vicini, io ho voglia di baciarti. » confessai. Lo vidi riflettere, poi rispose. « Anche io. » entrambi sospirammo. La sua vicinanza non faceva altro che rendermi ansiosa. Bramavo il tocco delle sue labbra, ma sapevo che non sarebbe arrivato. « Allora, vado. » Io annuii. Bash si allontanò da me, e dopo avermi guardata un ultima volta, uscì. Buttai fuori aria. Mi avvicinai allo specchio e mi acconciai i capelli in uno chignon. Uscii dalla mia camera e mi diressi verso le cucine.

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