Capitolo Quindicesimo

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Mi trascinai fino al grande spiazzale poco lontano, dove avevano adibito un tendone con quattro troni. Al centro campeggiavano Mary e Bash, ai lati Catherine e Henry. Il lato per noi servitori, era dietro al tendone, in una posizione da tale da permetterci di vedere la giostra ma non tanto in vista. Quando arrivai, Bash mi sorrise. Io non contraccambiai e continuai a camminare. Mi sedetti su una piccola panca di legno, e mi apprestai a guardare lo spettacolo. Poco dopo, in groppa ad un bellissimo purosangue bianco, apparve Francis, in una lucente armatura. Guardandolo così, sembrava il classico principe delle fiabe. Buono, intelligente, bellissimo. Lo guardai, rapita dalla sua eleganza. Lui si guardava intorno, in cerca di qualcuno. Poi a un certo punto il suo sguardo incontrò il mio. Il cuore mi balzò in gola, e sapevo che era una reazione davvero inusuale da parte mia. Mi sorrise, e fece un piccolo inchino con la testa. Io sorrisi timidamente. Mi girai verso il tendone, e vidi che Bash mi stava guardando, con un'espressione accigliata. Poi rivolse uno sguardo a suo fratello, poi un'altra a me, e non si voltò più. Mi interessava? Si, mi bruciava, ma non potevo più pensare in continuazione a ciò che poteva far star bene gli altri a discapito. Dovevo iniziare a preoccuparmi un po' per me stessa. Il torneo iniziò. Francis indossò l'elmo e impugnò la lunga lancia rossa. Quando la bandiera di un soldato si abbassò, i due cavalli partirono a razzo l'uno contro l'altro. Francis teneva duro, e protendeva pesanti stoccate verso il suo avversario. « Non mi piace il modo in cui Francis ti guarda. » Sobbalzai. Mi voltai e vidi Bash in piedi accanto a me, con gli occhi fissi sul torneo. Teneva le mani dietro la schiena, stringendo forte i pugni. Mi alzai in piedi, per non destare sospetti. « Vostro fratello non mi guarda in alcun modo, vostra maestà. » Lui rise, stizzosamente. « Oh, si invece. So cosa sta facendo. » Mi voltai verso di lui. « Non gli permetterò di farlo. » disse girandosi verso di me e guardandomi negli occhi. « Cosa, Bash, cosa? » dissi abbandonando le formalità. « Sapete qual'è la verità? Che qui sono diventata il vostro giocattolo. E sarò utile fin quando non vi stancherete di me, e deciderete di buttarmi, rimpiazzandomi con qualcosa di più nuovo. Ma prima che possa accadere IO ME NE VADO. » dissi enfatizzando ogni singola parola dell'ultima frase. Ci fu uno squillo di tromba, ed io tornai a sedermi. Bash rimase in piedi accanto a me, e nessuno dei due osava guardare l'altro. Francis se la cavava piuttosto bene, ogni sferzata era di un'eleganza sorprendente. Con un'ultima, potente stoccata disarmò il suo avversario, e questi cadde al suolo. Francis tolse l'elmo e sorrise trionfante, verso di me. Io applaudii, come fecero tutti gli altri. Scese da cavallo con un balzo, e un paggio gli offrì una rosa rossa su un cuscino di velluto bianco. Bash incrociò le braccia al petto. Lo sguardo di Francis si diresse verso il mio, e un pesante blocco di paura si formò nel mio stomaco. « Non oserà farlo.. » mormorò Bash, con gli occhi puntati sul fratello. Il principe prese la bella rosa e con incedere elegante, si diresse.. verso di me. O era totalmente impazzito, o la vendetta verso suo fratello era più importante di qualsiasi altro pettegolezzo che quel gesto avrebbe scaturito da li a poco. Quando fu a pochi passi da me, fece un leggero inchino e mi porse la rosa. Io non sapevo se prenderla o meno. Ero arrossita violentemente, perché sentivo addosso gli sguardi di tutti i presenti. « Per voi.. » disse Francis, invitandomi a prenderla. Feci un profondo inchino, mostrandogli un sorriso imbarazzato e presi la rosa. Bash aveva gli occhi spalancati, ed uno sguardo rovente. « Che cosa pensi di fare? » disse ringhiando a Francis, afferrandolo per un braccio. « Quello che mi pare, o devo chiedere il permesso alla tua futura moglie, Sebastian? » Sentivo che l'aria si stava facendo pesante. « Basta. » mormorai sottovoce, e bastò per tirarmi addosso gli sguardi dei principi. Mi allontanai con la rosa, e con una pensata di spirito, mi diressi verso Mary. Mi inchinai di fronte a lei, e senza alzare lo sguardo, le porsi la rosa dicendo « Il principe Francis mi ha incaricata di darla a voi, vostra Maestà. » Mary, che aveva perfettamente capito che quella non era la verità, decise di stare al gioco, per evitare altri pettegolezzi che da quando ero arrivata a corte, non facevano altro che aumentare. Sebbene Mary fosse una ragazza molto intelligente, non si poteva dire lo stesso di tutte le altre persone che ci circondavano, e bastò quella semplice bugia ad archiviare la questione. « Grazie, Elizabeth. » disse Mary con un sorriso dolce ma sospettoso, e prese la rosa dalle mie mani, poggiandosela in grembo. Le feci una nuova riverenza e tornai al mio posto. Francis si allontanò, con lo sguardo corrucciato, per intraprendere il secondo torneo. « Non ho mai pensato a nulla che potesse arrecare un danno al mio stesso fratello, ma adesso credo di aver capito cosa ha provato lui. Ma se ci riprova, non mi limiterò soltanto alle parole. » « Bash, vuoi calmarti? » dissi, dandogli del tu sottovoce « Ero convinto che lo stesse facendo soltanto per farmi sentire come si è sentito lui, ma adesso non ne sono più così sicuro. » Mi voltai di scatto verso di lui, in cerca di un'ulteriore spiegazione, ma un tonfo sordo interruppe la mia smania di spiegazioni e sia io che Bash ci voltammo verso i duellanti. « Francis! » urlai, portandomi le mani alla bocca. L'elmo gli era volato, lui era stato scaraventato giù da cavallo e parte dell'armatura era squarciata. Lasciai Bash sul posto e corsi verso il principe, che a terra, era privo di sensi. Tutti, ovviamente, si voltarono verso di me che con il Delfino non avevo nulla a che fare, ma in quel momento non mi importava di nessuno di quegli sguardi. Vidi Mary che tirò letteralmente il fiato quando Francis toccò pesantemente il suolo. Catherine e Bash si precipitarono frettolosamente insieme a me, verso Francis. « Principe, Vostra Maestà! » urlavo, mentre gli davo leggeri schiaffetti sulle guance. « Levati di qui, serva! » disse una guardia reale, afferrandomi con violenza il polso. « Toglile le mani di dosso, immediatamente! » Bash scattò in piedi come una furia, sputandogli addosso quell'ordine in modo così velenoso. La guardia si ritrasse immediatamente, chiedendo scusa al futuro Re di Francia e lasciandomi andare malamente il polso. Guardai che Bash, in quel momento, sospirò. Quanto era frustante non potersi abbracciare in pubblico, scambiarsi soltanto rapide, fugaci occhiate, o parole sussurrate. Mi rendevo conto che lo sguardo di Bash significava "voglio abbracciarti, mi dispiace." Il mio comunicava esattamente la stessa cosa. Mi inginocchiai accanto al principe e iniziai a scrutargli la ferita. « E' grave? » disse Bash, preoccupato. « No, è soltanto un taglio marginale. Ma sta sanguinando anche dietro la testa. » gli alzai delicatamente i morbidi capelli biondi e vidi che un taglio era inciso anche sulla parte posteriore della testa. « Oh mio Dio, Francis! » Catherine era accorsa da suo figlio e adesso gli massaggiava il petto. « No, Vostra Maestà, non lo toccate. Lasciatelo così, c'è bisogno di una barella. » « Ma tu non sei la cuoca? » mi disse sprezzante. Bash socchiuse gli occhi. Senza che nessuno potesse accorgersene gli appoggiai una mano sulla sua, sfregando leggermente il dorso, quasi a comunicargli che andava tutto bene. Ormai, mi ero abituata ad essere trattata così.
« Vostra Maestà, sono anche una curatrice. E so che bisogna disinfettare immediatamente la ferita, perché come vedete la lancia è sporca di terra e potrebbe portare ad un'infezione seria. Per quanto riguarda la testa c'è bisogno di alcuni impacchi per fermare la fuoriuscita del sangue, ma nessun punto di sutura. Per la ferita sul fianco, invece si, ma bisogna fare presto! Mi occuperò io di lui. » Catherine mi ascoltava a bocca aperta, con un'espressione seria e preoccupata ma nessuno si muoveva a prendere iniziativa. « Fate come dice! » ordinò Bash alle guardie. « Avanti muovetevi! Portate una barella e fate tutto ciò che vi dice di fare lei! » Seppur titubanti, le guardie acconsentirono per forza maggiore agli ordini di Sebastian, e in poco tempo arrivò una barella fatta di panno duro, che accolse delicatamente il principe che non aveva ancora ripreso conoscenza. Osservai Bash, e mi si strinse il cuore al ripensare a come non aveva esitato a fidarsi di me. Aveva ordinato a tutti di fare come gli comandavo, e questo per me era una grande prova di fiducia. « Dobbiamo trovarci un modo per dire ti amo in pubblico. » mi sussurrò Bash ad un orecchio. Io non dissi nulla, mi limitai ad annuire. Nel trambusto, mi feci spazio tra la piccola folla che si era radunata attorno a noi e seguii la barella. Lo portarono, com'era prevedibile, da Nostradamus. Lui mi aiutò a preparare un infuso di erbe, per preparare gli impacchi. Poi preparammo bende, garze, sterilizzanti, acqua bollente e occorrenti per suturare.
« Beth.. » mi voltai. Francis aveva ripreso conoscenza. « Vostra Maestà, come vi sentite? » « Uhm, stordito credo.. maledizione.. » mi avvicinai a lui, allarmata. « Cosa succede, principe, qualcosa non va? » lui stette un po', poi sbuffò. « Ho perso. » sussurrò, piegando la bocca in un sorriso debole. Io sorrisi, accarezzandogli la fronte. « Tra poco prepareremo l'occorrente per disinfettarvi e suturarvi. La ferita alla testa è marginale, grazie a Dio, quella al fianco anche, ci sarà bisogno solo di un po' di pazienza. » « Mio fratello mi ha detto che siete stata voi a curarlo quando si è ferito. » Arrossii. Non credevo Bash gliene avesse parlato. Annuii leggermente. « Quindi mi terrete in cura voi? » io mi girai verso Nostradamus. « Oh, beh questo è lo studio di Nostradamus, ed è vostro curatore da generazioni quindi credevo che vi sentiste più sicuro ad affidarvi a lui. » « Nostradamus? » chiamò Francis. Lui fece capolino e disse « Si, Maestà? » « Potete andare, sono in ottime mani. »
Nostradamus fece un inchino ed uscì dal suo studio, chiudendosi la porta alle spalle. Seppur sorpresa dal gesto di Francis, presi un panno e gli asciugai il sudore che gli si era formato sulla fronte e poi mi apprestai a togliergli di dosso l'armatura. « Vostra maestà, dovrò togliervi di dosso sia l'armatura che la camicia, vi chiedo scusa. » « Non mi vergogno. » disse tentando di sorridere, e mi sforzai di farlo anche io. Aprii le placche che sorreggevano il grosso busto di metallo, e Francis, sebbene senza forze cercò di darmi una mano. Lo poggiai a terra e slacciai i lacci che tenevano chiusi i bordi della camicia. Feci alzare delicatamente il principe, per riuscire a sfilargliela e la poggiai accanto all'armatura. « Alzate un po' la testa, ecco così. » Gli disinfettai la ferita, e vidi che fortunatamente non c'era bisogno di saturazione. Poi, presi dell'acqua bollente e impregnai un panno asciutto con quest'ultima. Lo passai sulla ferita di Francis, che sussultò. « Vi chiedo scusa. » mormorai. « Non è colpa vostra. » disse Francis, mentre sudava. « Adesso viene la parte difficile, dovete stringere i denti. » Lui annuì ed io iniziai la sutura. Lo vedevo contorcersi sotto il mio tocco, e questo mi provocava una grande pena per lui. « Mi fermo un po'? » dicevo, contrita. « No, continuate. » Mi appariva come un bambino indifeso. Senza nemmeno pensarci su, lo accarezzai dolcemente su una guancia. Poi mi resi conto del gesto sconveniente che avevo appena fatto e mi ritrassi subito. Lui aprì velocemente gli occhi e mi fissò. Poggiò la mano libera sulla mia, tra gli spasmi di dolore. « N-non... non d-doveva a-andare...c-così... » mormorò. Io continuando a suturare gli chiesi « Cosa, Vostra Maestà? » « Credevo di e-essere abbastanza forte da non .. non c-caderci e invece guardatemi. Sono s-soggiogato da voi. Non doveva accadere.. » diceva poggiandosi un braccio sugli occhi, cercando di placare il dolore. Spalancai gli occhi. « Vostra maestà, cosa dite? » « Beth.. » mi voltai, e Bash era sulla porta.

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