Capitolo Sessantunesimo

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BETH

Mentre stavo leggendo sentii bussare alla porta. «  E' aperto » dissi, invitando ad entrare chiunque avesse bussato. Era Francis.
«  Francis » dissi, sorpresa. Lui poggiò l'indice sulla bocca, per intimarmi a non parlare, sorridendo. Venne in punta di piedi accanto al mio letto, e si sdraiò accanto a me. Mi guardò, e iniziò a sorridere di nuovo.
«  Che succede? » dissi, confusa. Lui alzò le spalle «  Mi mancavi » disse, come se fosse stata la cosa più naturale del mondo.
Io sorrisi, e lui da dietro alla schiena mi porse un altro libricino. Era rosso, rilegato con fili dorati. «  Sono poesie di Saffo. Ho pensato di portartelo perché... so che ti piace molto. Ci sono anche opere di altri poeti, puoi sfogliarlo e leggere le poesie che ti piacciono di più » disse. «  Oh, Francis, grazie. E' bellissimo. » lui sorrise. «  Ne leggeresti qualcuna per me? » chiesi, porgendogli il libro. « Ma certo. Che poeta? » Io sorrisi. «  Secondo te? »  Lui annuì, aveva capito. « Heureux l'homme comme un dieu, vous vous asseyez devant et entend de près de votre voix mélodieuse et le riz aimer . Dans la poitrine mon cœur bat vite. Je vous vois bientôt , la voix pauses. Sans la langue, le feu coule dans mes membres, mince. Les yeux ne voient pas, oreilles rugissent .Une sueur froide et un frisson me prend. Herbe plus verte, Je ne semble pas être loin de la mort. Mais tout ce que vous pouvez supporter... » Ero rapita dalle sue parole, ma purtroppo non ero abbastanza colta da comprendere quel tipo di francese. «   Francis, è francese cortigiano. Non riesco a capire bene tutte la parole. » « La leggerò di nuovo, traducendola. » disse, con una pazienza che solo lui poteva avere. «  Beato come un dio è l'uomo che ti siede innanzi e ode da vicino la tua dolce voce e l'amoroso riso. Nel petto il mio cuore batte forte. Ti scorgo appena, la voce si rompe. Ferma la lingua, il fuoco mi scorre nelle membra, sottile. Gli occhi non vedono, le orecchie rombano. Sudo freddo e un brivido mi prende. Più verde dell'erba, non mi sembra d'essere lontano dalla morte. Ma tutto si può sopportare... » Si fermò. « E aggiungerei tutto si può sopportare, se ti sono accanto. » disse, con un sorriso. Mi appoggiai sulla sua spalla, perché in quel momento avrei tanto voluto dirgli quanto mi ero innamorata di lui, ma sentivo che non potevo.
Un uomo così, che ti si sdraia accanto, che non prova nemmeno a sfiorarti, che si accontenta di starti vicino, di leggerti poesie... e di dirti che gli mancavi. Non poteva esistere davvero qualcuno come Francis. E non potevo avere la fortuna che lui fosse davvero innamorato di me. A un certo punto mi prese tra le sue braccia, e mi posò un bacio sui capelli. Sospirò, e fu un sospiro molto eloquente. « E pensare, che prima che tu arrivassi qui a corte, nei miei pensieri si affollavano tante questioni. Mary, il trono, la Francia, mio fratello... e non c'era spazio per te. Finché non sei diventata il mio unico pensiero. Strana la vita, eh? Prima non mi attraversava nemmeno la mente il pensiero di un'altra donna, ora se non ci sei tu mi sento vuoto. Non farmi sentire vuoto per tutta la vita, Beth. Sposami. Sposami, io ti prometto che farò di tutto per renderti felice » «  Non avrei alcun dubbio su questo, Francis » mormorai, alzandomi dal letto. «  Ma non ci hai ancora riflettuto a fondo, giusto? » Io scossi la testa. «  Je vais attendre, ma belle. » disse. «  Questo l'ho capito: Ti aspetterò, mia bella. » «  Esatto. » disse lui. Mi posò un bacio sulla fronte, e mi rivelò un sorriso splendente, poi aprì la porta, lasciandomi sola come prima.
Mi accarezzai la pancia, e notando che cresceva ogni giorno di più. Fino a quando? Fino a quando avrei potuto mantenere il segreto? Non ancora per molto tempo. Passai qualche ora a leggere il libro che mi aveva lasciato Francis, ma erano di più le parole che non capivo che quelle che riuscivo a capire. «  Beth, apritemi. Sono Narcisse, il vostro amato vi reclama! » disse, una voce dietro l'uscio della porta. «  Oh, allora c'è qualcun altro oltre a voi, lì fuori! » dissi, mentre aprivo la porta. «  Sbagliato. Ci sono solo io. Preparatevi, questa sera abbiamo una cena. » Scossi la testa. «  Una cena? Perché? » «  Perché siamo esseri umani, e abbiamo bisogno di mangiare per... » «  No, no, Narcisse, quello lo so se permettete. Una cena in relazione a? » «  All'approssimarsi delle feste Natalizie. » Io annuii. «  Sì, sì. Certo. Ma sto poco bene, Narcisse. Non credo verrò. » Non era vero. Non avevo voglia di vedere Mary, o Henry o Catherine. Volevo starmene chiusa per conto mio in camera mia. «  Dovete venire, lady Beth. O penseranno che siete con qualcuno. » Io incrociai le braccia al petto. «  Se Bash sarà lì, come potrà essere insieme a me nello stesso momento? » dissi. «  Esiste la duplicazione, sapete? » «  Su, Narcisse non dite sciocchezze. » «  Avanti, lady che mi odia... Non potete lasciarmi solo. » disse, con voce implorante. «  Non vi ho mai visto implorare, Narcisse. » dissi, quasi soddisfatta. «  E non mi sentirete mai più così, infatti. Allora? » «  Desisto, e rimango qui. Grazie dell'invito, Narcisse. » richiusi la porta alle mie spalle, e sorridendo, mi rimisi a letto.

Once Upon a Time, a Reign | Completa, in revisione |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora