Lo fissai senza rendermene conto. Il suo sguardo era fisso sulla strada davanti a noi, allungò la mano e mise un pò di musica. Incominciai a cantare la canzone in spagnolo che passava da quella frequenza, con risultato la risata di Paulo. "Alvaro e Paul? " Chiesi ridendo e acquistando fiato. "Arrivano in aeroporto con la macchina di Paul" Rispose. "Sei felice?" Mi chiese "Si, però mi dispiace per te" Dissi abbassando lo sguardo. " E per quale motivo?" Disse lui. "Per Antonella, posso farti una domanda?" Chiesi "Certo che puoi" Disse rivolgendomi uno sguardo veloce. "Perchè l' hai tradita? Non l' amavi più?" Chiesi dispiaciuta "Non te lo so dire, è capitato... La prima volta che la tradii mi sentii terribilmente in colpa, ma non penso che lei non abbia fatto niente. Anzi penso che si sia divertita, ma le piace fare la vittima. "Girai il mio viso verso il finestrino e non parlai. "Ho detto qualcosa di male?" Chiese l' argentino " No, non hai detto niente di male. Pensavo ad Alvaro e a me" Dissi. " Ti piace?" Mi chiese " NO" Sbottai "Sai quando Maria, quella ragazza" " Si" Disse facendomi capire che se la ricordava " Ci ha fatto litigare e per due mesi non ho parlato con lui" "Divertiti, non capita tutti i giorni di andare a Ibiza. " Disse sorridendomi. Capii che lui stava facendo la stessa identica cosa. Una macchina a tutta velocità frecciò accanto a noi suonando il clacson. Quando mi girai vidi Paul che ci salutava e faceva dei segni con le mani e Alvaro che gli diede un pugno. Sorrisi a quella scena. Paulo fece sentire il motore premendo nell' accelerazione. Allungò la mano e alzò il volume della radio. Da quel gesto incominciò la mia vacanza. Arrivammo in aeroporto e quando scesi dalla macchina mi buttai fra le braccia di Alvaro, i miei occhi brillavano. "Questa è la tua" Disse dandomi la valigia "Grazie" Risposi. Ci imbarcammo senza file e difficoltà. prendemmo i posti, ovviamente il mio posto era accanto a Paulo per via che il biglietto era di Antonella. Non era un aereo normale. Presi posto difronte Paulo mentre al lato c' erano Alvaro e Paul. Mi sentivo al sicuro. Ci portarono della frutta e da bere. Il viaggio fu piacevole. Scesi dall' aereo, una macchina ci portò in albergo. Paulo si avvicinò alla signorina prendendo le chiavi delle camere. "Ti vedo felicissima" Disse Alvaro guardandomi "Si, lo sono". Tra otto giorni sarebbe stato il mio compleanno, avrei compiuto 18 anni e l' idea di diventare maggiorenne mi fa sentire importante, ma quello che mi fa più felice e che lo festeggerò a Ibiza con i miei amici. " Chiara" Mi chiamò Paulo. Mi avvicinai a lui, lasciando Alvaro e Paul parlare. " Non so come dirtelo" Disse l' argentino " Ci sono solo due camere, ho dimenticato a disdire la mia" Disse grattandosi il collo " Non è un problema per me, dormire nella stessa stanza non sarà così terribile" Dissi dandogli un pugno nel braccio. "C' è un solo letto ed è matrimoniale" Disse l' argentino quasi imbarazzato. Avrei dormito nel letto con Paulo. Mille pensieri incominciarono a passarmi per la mente. " Io non ho lo stesso problemi" Mi limitai a dire. Andammo da Alvaro e Paul. "Che è successo?" Chiese Alvaro "Sono in camera con Paulo" Dissi tutto d' un fiato. "Trattala bene e almeno 10 m di distanza" disse ridendo. Risi anche io rimanendo al quanto stupita della reazione di Alvaro. Prendemmo l' ascensore e ammaccammo l'ultimo piano. Le camere erano accanto e quando aprii la porta non feci a meno di notare la magnifica vista. Faceva molto caldo e quando mi affacciai notai che la terrazza portava anche nella stanza di Paul e Alvaro. Incominciai a sbattere la mi mano nel vetro per salutarli e quando mi videro sorrisero. Rientrai in camera. " È davvero bello" dissi sedendomi nel letto "Scendi così?" Chiese "Per andare?" Chiesi nuovamente io " in discoteca" affermò l'argentino. "Ovvio che no" aprii la valigia e presi un vestitino corto. Quando uscii dal bagno vidi paulo con la camicia. "Pronta?" Mi chiese "Si" Dissi aprendo la porta ritrovandomi davanti Alvaro. "Non esiste" Disse, mi prese dalle gambe e mi mise sopra le sue spalle. "Cambiati" Continuò " E dai ti preoccupi di un vestito corto e non che dormo in camera con un bel ragazzo" Dissi ridendo " proprio così" Disse Alvaro mettendomi giù " Di lui mi fido" "Dai ma ci sei tu con me, non può succedermi nulla" Dissi supplicandolo " Va bene". Uscimmo e dopo pochi minuti arrivammo nella discoteca vicino la spiaggia. "Vado a prendere qualcosa da bere" Dissi dirigendomi al bancone, sentii una presa nel mio polso che mi costrinse a girarmi "Che c'è" Dissi voltandomi " Nicolas"
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•La mi joya•
RandomMio padre è il responsabile dell' area medica della Juve. Inutile dire che ho l' accesso ovunque, grazie alla grande amicizia di mio padre con Massimiliano Allegri, allenatore della Juve. Con tutti i giocatori della Juventus ho un buonissimo rapport...