Quattordicesimo

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Passarono due settimane. Alvaro si sentiva con Maria e cercavo in tutti i modi di non incontrarla e con Paulo andava tutto benissimo. Ci rimaneva ancora una settimana da trascorrere ad Ibiza e poi saremmo tornati a Torino. Intanto tornammo in hotel consegnando lo yatch. Le camere non erano le stesse, dato che questa volta ci sarebbe stato anche Simone. Tripla per Paul, Alvaro e Simone e una matrimoniale per me e Paulo. Ero in bagno che stavo finendo di truccarmi, quando Paulo mi chiama. "Che c'è?" risposi urlando dal bagno "Ti squilla il cellulare è tuo padre" Disse Paulo dietro la porta. "Entra" Dissi. Entrò e mi porse il cellulare.

"Pronto?" Dissi rispondendo a mio padre "Tesoro" Disse lui "Quando torni?" domandò "Tra cinque giorni papà, perchè?" Chiesi "Quando torni ti spiego tutto" Disse lui.

Passarono i bellissimi cinque giorni a Ibiza, tra serate e amici. Tornammo a Torino e una volta arrivati in aeroporto prendemmo le macchine. Salii nella macchina con Paulo e Alvaro, mentre nell' altra c' erano Simone e Paul.

"Dovremmo dirlo a tuo padre che stiamo insieme?" Mi chiese Paulo guardando la strada. "Vorrei, ma non possiamo" Dissi "Non pensi che tuo padre capirebbe?" Disse Alvaro seduto nel sedile posteriore " Alva,lo conosci mio padre. Ti ricordi quella volta che sei venuto a casa mia e ci ha trovato nel letto?" Dissi facendo l'occhiolino attraverso lo specchietto ad Alvaro ed incominciando a sorridere entrambi. Paulo frenò di botto e guardò entrambi. "Dai sto scherzando amore" Dissi lasciandomi coinvolgermi in una risata. Paulo sospirò, sorrise leggermentee continuò a guidare. " È venuto una volta a mangiare da me e mio padre faceva domande e non ci lasciava da soli" Ammisi. "Ti lascia dormire con tutti i ragazzi e non dice nulla" Disse Paulo. "Lo so è strano" Dissi " Ma perchè vuoi che mio padre lo sappia?" Domandai. "Perchè la prossima settimana vado da mia madre in Argentina e volevo che tu venissi con me" Ammise l' argentino "Io non penso che mi lascerà venire da sola con te" ammisi io. Intato arrivammo davanti casa mia e salutai con un bacio a stampo a Paulo e uno sulla guancia di Alvaro. "Ciao ragazzi" Li salutai l' ultima volta aspettando che mio padre mi aprisse la porta.
" Tesoro" Disse mio padre abbracciandomi e vidi la macchina di Paulo allontanarsi. Arrivò ora di cena e dopo aver finito di mangiare incominciai a parlare con mio padre. "Papi Paulo mi ha inviatata in Argentina lunedì posso" non mi fece finire di parlare. "No, Chiara." Disse mio padre "Io domani devo partire, devo andare a Verona" deglutii "Devo parlare con il mio collega che è medico del Chievo" lo osservai. " Se quello che vuoi dirmi e di venire con te, te lo puoi dimenticare" sbottai " voglio rimanere a Torino se proprio non posso andare con Paulo" Dissi " Andra a casa Juve" Disse mio padre " Mi iscrivi alla patente? Voglio la macchina" Ammisi " Non fare la bambina capricciosa Chiara, col tempo si vedrà." Disse mio padre. "Ho 18 anni pir volendo posso anche iscrivermi da sola" Ammisi. "Non puoi permetterti nessuna distrazione. Ho chiamato il tuo professore privato, è nuovo, ti devi preparare per l' esame di settembre" Continuò mio padre " verrà a casa Juve?" Chiesi. "Si, ora va a preparati la valigia per domani" Disse lui lasciandomi un bacio sulla fronte e dirigendosi in cucina. Salii cambiai i vestiti della valigia e crollai in un sonno profondo.
"Dai svegliati, mi farai fare tardi". Aprii i miei occhi e vidi figure sfocate, dopo aver sbattuto più volte le mie palpebre distinsi la figura di mio padre. Mi sedetti nel letto e mi accorsi di essermi addormentata vestita.
" Non c' è tempo scendiamo" Disse prendendomi la mano. Arrivati davanti casa Juve, mio padre aprì il porta bagagli dove presi la mia valigia. Suonai più volte fino a quando non mi venne ad aprire Claudio. "Buongiorno" Disse sorridente "Buongiorno dissi io"

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Ciao a tutti, ho scritto questo capitolo 10 volte, ma Wattpad me lo pubblica sempre allo stesso punto. Mi scuso per il problema, vedrò di risolverlo

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