Ero incinta. "Scusi di quanto?" Domandò Simone "Da una settimana" Ammise la dottoressa. "Vi lascio da soli" Disse per poi uscire dalla stanza e chiudere la porta alle sue spalle. Simone sorrise e non era un sorriso felice. "Una settimana?" Disse toccandosi la testa. "Devo sapere altro?" Domandò alzandosi. In questo momento vidi un altra sfumatura di Simone.
Simone era un ragazzo che all' apparenza sembrava duro, con i tatuaggi, con quei capellini che si mette e sapevo che Simone si voleva creare una famiglia, tanto che ad un intervista rispose. "Sono pieno di tatuaggi, ma la schiena la lascio per quando mi creerò una famiglia". Gli occhi di Simone in quel momento non erano nè dolci, nè duri, erano solo offuscati dalla rabbia e forse dalla gelosia. Si avvicinò a me con le sue mani che serravano i pugni e che diventarono bianche dallo sforzo. "Con chi sei andata a letto?" Domandò "Che vuoi dire?" Domandai alzandomi dal lettino e mettendomi di fronte a lui. "E' di una settimana e tu sei stata due settimane fuori Torino e noi non ci siamo visti" Ammise con rabbia e la sua voce mi fece rabbrividire, quasi pensavo che potesse farmi del male. "Può anche essere che tu non ti ricordi nulla perchè hai bevuto e involontariamente sei stato a letto con me" Sbottai trovando il coraggio. "Che vuoi dire?" Disse facendo dei passi indietro. "Vuol dire che so che mi hai tradita" Sbottai. "Ara" Disse lui "Simone, abbiamo sbagliato entrambi, ma ora ho altro a cui pensare e voglio che questa volta finisca tutto bene" Ammisi. "Con chi sei stata a letto?" Chiese. "Simone lascia stare" Dissi cercando di convincerlo. "Ara, per favore" Disse supplicandomi. "Dove sei stata?" Domandò "Sono stata in Argentina ed ho incontrato Paulo" Ammisi abbassando lo sguardo. "E' suo?" Domandò. "Non so di chi possa essere sennò" Sbottai. Simone diede un calcio alla sedia su cui dei momenti prima era seduto. "Simone" Dissi avvicinandomi a lui. "Andiamo a casa" Sbottò afferrandomi per il polso. Mi bloccai facendolo girare. "Non dire nulla a nessuno, nemmeno ad Alvaro" Dissi supplicandolo. La presa possente che un minuto fa mi fece rabbrividire, si allentò facendo rilassare la mia colonna vertebrale. La sua mano scivolò passando dal polso alla mano ed intrecciandola alla mia e ci dirigemmo fuori dove la macchina di Paulo ci stava aspettando. "Come stai?" Mi domandò preoccupato "Nulla, sto bene" Ammisi sorridendo. Lo specchietto mi permise di vedere lo sguardo di Simone, seduto nei sedili posteriori. Arrivammo a casa e quando scendemmo dalla macchina Simone cinse il suo braccio intorno al mio collo e quando ci guardammo ci baciammo, scatenando un' occhiata fulminante di Paulo. "Avete fatto pace?" Domandò aprendoci la porta per farci entrare. Stavo per rispondergli, ma Simone mi precedette. "Si, hai qualche problema? Se non sbaglio tu l' hai una ragazza e piuttosto che preoccuparti sul rapporto tra me ed Ara dovresti preoccuparti sul tuo rapporto con Antonella" Sbottò levando il braccio intorno al mio collo. "Calma amico" Disse il francese venendo in soccorso di Paulo. Simone era arrabbiato con Paulo, ma non capivo se il motivo fosse perchè mi aveva confessato tutto sul suo tradimento con un video o se la motivazione fosse perchè venne a letto con me e mi mise anche incinta. "Basta" Urlai, ma non funzionò per far allontanare i due e così salii le scale richiamando l' attenzione di Simone. Entrai in camera mia sedendomi nel letto e portandomi le mani nei capelli. "Scusami" Disse Simone assicurandosi che la porta fosse chiusa. "Scusami?" Ripetei alzandomi e incominciando a passeggiare da un angolo all' altro della stanza. Simone mi fermò e i miei occhi si scontrarono con i suoi. "Abbiamo commesso dei sbagli entrambi, ma possiamo recuperare" Disse Simone. Amavo questo lato di Simone, dolce e tenero e comprensivo. Anche se in questo momento di comprensione ce nè poca. "Simone non si può rimediare a questo" Ammisi facendogli capire a cosa mi riferivo. "Farò come se fosse mio figlio" Ammise e a sentire quelle parole il mio sguardo si alzò verso di lui scontrandomi con i suoi occhi castani. I miei occhi luccicavano e allo stesso tempo mi provocarono un bruciore e un nodo alla gola che cercai in tutti i modi di buttare giù, ma non ci riuscii e scoppiai in lacrime davanti a lui. "Andrà tutto bene questa volta, te lo prometto" Ammise stringendomi tra le sue braccia. "La pancia crescerà e se ne accorgeranno e non voglio and" Mi interruppe. "Andiamo a convivere" Sbottò. Un sorriso spuntò sulle mie labbra mostrandolo al ragazzo davanti a me. Non dissi Si e nemmeno No, annuii solamente. Era la cosa giusta da fare, forse allontanarmi da questa casa era la cosa giusta. Ci abbracciammo e unimmo le nostre labbra. "Ti amo" Disse portandomi indietro la lunga chioma di capelli. "Ti amo" Risposi buttando un sospiro. Aprimmo la porta e scendemmo, le nostre mani perfettamente intrecciate richiamarono l' attenzione dell' argentino. "Avete fatto pace?" Domandò "Si" Rispose Simone. Era come se tra i due ci fosse competizione. "Hai perdonato un tradimento?" Domandò Paulo ridendo. "Si, il suo tradimento ho perdonato" Sbottai con rabbia, lo accettai perchè non lo amavo quanto Paulo e non potevo fare crescere un bambino senza un padre anche se non era quello naturale. "Perchè non il mio?" Domandò quasi mostrando un pizzico di dolore. "Perchè Perchè non ti amo più" Mentii abbassando lo sguardo. "Non ti credo" Disse avvicinandosi a me, ma venne allontanato subito da Simone che gli diede uno strattone. "Devi lasciarci in pace" Scandì le parole Simone. Salii in camera non potevo sopportare tutto questo e non potevo sopportare di aver detto che non amavo più Paulo. Bussarono alla porta e non ebbi il tempo di dire avanti che Simone entrò. "Stai bene?" Chiese ed io annuii. "Paul sta preparando la cena, lo diciamo agli altri quando siamo a tavola?" Domandò. "Okay" Mi limitai a dire per poi passare al suo lato. Scesi e venni seguita da lui. Ci sedemmo e incominciammo a mangiare. "Dobbiamo dirvi una cosa" Ammise Simone alzandosi. Posai il bicchiere che avevo nelle mani scontrandomi con lo sguardo di Paulo di fronte a me. "Ara" Mi richiamò Simone. Mi alzai e distolsi lo sguardo da Paulo che continuò a mangiare la carne. "Andiamo a convivere" Dissi velocemente provocando la tosse di Paulo che si era affogato.
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•La mi joya•
RandomMio padre è il responsabile dell' area medica della Juve. Inutile dire che ho l' accesso ovunque, grazie alla grande amicizia di mio padre con Massimiliano Allegri, allenatore della Juve. Con tutti i giocatori della Juventus ho un buonissimo rapport...