"Come scusa?" Disse Paulo. "Io pensavo che voi" Disse Allegri rivolgendomi uno sguardo. " Si, siamo stati fidanzati" Ammise l' argentino. "Ma niente di così importante" Continuò per poi raggiungere i ragazzi. "Gigi mi ha raccontato" Ammise Allegri. "Grazie del pensiero" Dissi abbassando il mio sguardo. "Ancora non gli hai detto nulla?" Domandò. "Io non so se è suo il figlio, non voglio illudere nessuno" Ammisi. "Se vuoi puoi cambiare la maglietta e non so" Disse Allegri notevolmente in difficoltà. "Non preoccuparti" Ammisi. "A differenza sua, per me lui è stato importante e lo è tutt' ora. Mi farebbe piacere se mio figlio indossasse la maglia del mio giocatore preferito" Ammisi sorridendo. Abbracciai Allegri e mi diressi dagli altri. "Ciao" Dissi sedendomi. Mangiammo e dopo il mister e gli altri se ne andarono lasciando solamente noi giovani. La serata incominciò. Arrivarono un sacco di ragazze, tutte molto belle. Rimasi seduta per tutta la serata ad osservare i miei amici ballare. Alvaro, Simone, Paul e Paulo andarono al bancone e incominciarono a giocare, chi perdeva beveva. Il mio sguardo passava dal bancone alla pista, pista bancone. Paul si stava baciando con una ragazza palpandole notevolmente il lato B, Alvaro accarezzava la gamba di una ragazza e Simone era passato già ai fatti dato che stava andando al bagno. Mi alzai e decisi di andare a prendere una boccata d' aria. Mi diressi fuori e vidi una ragazza poggiata al muro con la gamba sollevata, mentre il ragazzo incominciava ad accarezzargliela ed avvicinarsi alla sua intimità, sentii la ragazza gemere. "Andiamo a casa tua?" Disse la ragazza vogliosa. "Andiamo" Disse il ragazzo. Quando si staccò dalla ragazza vidi le due strisce sul braccio e quegli occhi lucidi che erano segno di aver bevuto qualche bicchiere di troppo. Un dolore lancinante al petto si faceva sempre più forte, quando vidi entrambi entrare in macchina incominciai a piangere. La macchina si accese puntandomi un faro in faccia che mi obbligò a coprirmi gli occhi. Mi girai e vidi tutti i ragazzi divertirsi e così decisi di andare a piedi e di far godere la serata a tutti. Sentivo freddo, la giacca che avevo sopra non era abbastanza. Camminai non so per quanto tempo e non sapevo nemmeno l' orario, perchè la borsa la lasciai nella sala. Mancava qualche isolato da casa, così accelerai il passo. Era buio saranno state le 3. Arrivai davanti casa, ma non entrai stetti in giardino, non volevo disturbare i ragazzi, specialmente Paulo. Mi sedetti su una sdraio e alzai il mio sguardo verso la mia camera, la luce della stanza accanto era accesa ed era la stanza di Paulo. Mi chiusi addormentandomi al freddo.
Mi svegliai di botto, ero bagnata a causa della pioggia e tremavo come una foglia. Mi alzai dalla sdraio dirigendomi verso la porta dove suonai più volte, ma nessuno mi venne ad aprire. Mi sedetti negli scalini e aspettai. Sentivo ancora più freddo e appoggiai la mia testa nel muretto. "Rispondi" Disse una voce chiamandomi. Aprii i miei occhi notando la figura di Simone. "Ciao" Dissi con un filo di voce e tremando dal freddo. Mi prese a mo di sposa e una volta entrata in casa, mi accompagnò in camera dove mi cambiai. Le mie forze erano andate a farsi una passeggiata. "Simo" Dissi tenendomi al muro uscendo dal mio bagno. "Che hai?" Chiese preoccupato prendendomi in braccio. "Vuoi che ti metta a letto?" Domandò. "Non voglio stare da sola" Ammisi. "Andiamo in salotto" Disse uscendo dalla mia camera. Mi fece sdraiare nel letto e mi mise un cuscino e mi coprì con una coperta. "Sei calda" Disse togliendo la mano dalla mia fronte. Alvaro si avvicinò e mi toccò la fronte anche lui. " E' bollente, chiama un dottore" Disse a Simone. "Ci sono qui io" Disse Alvaro accarezzandomi la fronte e bagnandomela con una pezza. Sentii dei passi scendere le scale. "Si, ci sentiamo" Disse con voce scocciata Paulo accompagnando la sua "amichetta" alla porta. "Che è successo qui?" Disse a braccia conserte. "Ha la febbre molto alta" Ammise Simone. "Se la è misurata?" Chiese toccandomi anche lui la fronte. Simone scosse la testa. Suonarono alla porta e andò ad aprire Paulo. "Buonasera sono il dott" "Venga" Disse interrompendolo Simone. Il dottore mi visitò. "Signorina può alzarsi la maglietta per favore?" Domandò il dottore facendo si che i dottori a eccezione di Paulo si girassero. "Respiri profondamente" Disse mentre il mio sguardo era puntato su Paulo che non distoglieva lo sguardo da entrambi i miei seni. Il dottore finì di misurarmi e mi diede i medicinali da prendere. Mi diede una bustina di qualcosa che mi fece stare molto meglio e mi fece abbassare la febbre. Nel pomeriggio decisi di sedermi nel divano e guardare i ragazzi giocare. Misero pausa andando a mangiare qualcosa in cucina tranne Paulo e Paul. "Questa gravidanza ti sta facendo due tette enormi" Ammise Paulo divertito e facendo ridere il francese. "Più grandi della puttana che ti sei fatto ieri sera?" Dissi mordendo un pezzo di mela. "E tu che ne sai?" Sbotto urlando, intanto Simone e Alvaro tornarono in salone con delle mele. Alvaro tirò una mela a Paulo che prese al volo e con una gamba accavallata all' altra incominciò a mangiarla sfidandomi con lo sguardo. "Che ne so? Prima di portarti qualcuna e toccarla in mezzo alla strada ti consiglio di guardare bene se c'è qualcuno. Chi lo sa magari qualcuno potrebbe riprenderti e mandarlo su internet" Dissi sfidandolo. " A causa tua ho la febbre, perchè non volevo disturbare te e la tua amichetta" Ammisi "Tu puoi portarti chi vuoi, mentre io devo fare il verginello?" Domandò alzandosi e avvicinandosi a me. "Che vorresti dire, io non ho fatto la puttana con nessuno" Ammisi alzandomi e avvicinandomi a lui. I ragazzi erano spaventati al vedere me e Paulo così vicini e arrabbiati allo stesso tempo. " No? Ronaldo? Gennaro?" Ammise non distogliendo gli occhi dai miei. "Con Ronaldo non c'è stato niente, abbiamo finto" Dissi arrabbiata. "Vuoi la verità?" Dissi premendo entrambe le mie mani sul suo petto e spingendolo. "Questo cazzo di bambino forse è tuo o forse è di Gennaro" Ammisi con le lacrime agli occhi. I ragazzi smisero di mangiare le loro mele e mi fissarono, mentre Paulo non aveva mai smesso di farlo.
La verità ora la sa, non ho niente da nascondere e anche se mio figlio non sarà suo, sarò felice di fargli indossare la maglia di colui che amo. In tutta questa confusione una cosa è sicura i miei sentimenti non lo sono.
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•La mi joya•
RandomMio padre è il responsabile dell' area medica della Juve. Inutile dire che ho l' accesso ovunque, grazie alla grande amicizia di mio padre con Massimiliano Allegri, allenatore della Juve. Con tutti i giocatori della Juventus ho un buonissimo rapport...