Ventitreesimo

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Aprii la porta. "Che fate?" Chiesi sorridendo. "Niente, stavamo parlando" Disse Paulo. "E' pronto scendet" Non finii la frase che vidi il video in pausa nella televisione di Paulo, che era collegato al suo computer. Chiusi gli occhi per mandare via le lacrime che stavano quasi per scendere lungo le mie guance. Sentii una mano poggiarsi nel mio braccio e a quel contatto aprii i miei occhi. "Lasciami" Dissi singhiozzando. "Vi vi aspetto giù" Dissi liberandomi della presa di Paulo. Mi girai e scesi le scale asciugandomi le guance con il polso. Non smisi di piangere, mentre sentii le voci al piano di sopra di Alvaro e Paulo. Arrivata al penultimo gradino mi sedetti e incominciai a piangere più forte richiamando l'attenzione di Simone, che si trovava nel divano a guardare la televisione. "Ei" Disse alzandosi e venendo verso di me. "Stai bene?" Mi chiese. "N no" dissi singhiozzando. "Faccio schifo" Ammisi. Vidi spuntare Paul con i piatti in mano e Simone gli rivolse uno sguardo. "Non fai schifo" Disse accarezzandomi la schiena come per tranquillizzarmi. Mi asciugai le guance nuovamente bagnate e mi alzai sentendo la porta di Paulo aprirsi. Mi sedetti a tavola aspettando Paulo, Alvaro e Simone. Fissai il piatto con la pasta davanti a me. Ciò che successe mi turbò molto, pensai che non era giusto aver fatto quello a Paulo. Averlo tradito, perchè per me lo avevo fatto. Quella mattina quando ci fù la discussione tra Matt e Paulo, lui mi disse che sarebbe arrivato ed io non dissi nulla per paura che dicesse della mia relazione con Paulo a mio padre. Penso che mio padre avrebbe preferito la verità, anzichè un ragazzo che pensava fosse bravo che violentò sua figlia. La paura di deludere mio padre era tanta, la paura che potesse disprezzarmi. Fin da bambina mio padre mi ripeteva " Ti porto con me, però non ti innamorare di nessuno dei giocatore" Disse sorridendomi. Quella frase con quel sorriso con gli anni cambiò, quella frase venne detta sempre come un imposizione. Da piccolina mi innamorai di Claudio, ero pazza di lui e al solo ricordo mi venne da sorridere. Quando diventai un pò più grande conobbi Alvaro e quando conobbi lui, la mia vita cambiò. Trovai quella persona di cui potermi fidare, su cui poter contare in ogni momento in ogni ora. Alvaro era Alvaro e lo è tutt'ora. Il giorno più bello oltre a quello dei miei 4 anni in cui andammo a vedere la partita della Juve con mia madre e mio padre, furono i miei 18 anni. Compii i miei 18 anni con il bacio con la persona che amo. Non so come mi sento, ma non bene. Penso a come possa stare male Paulo, che non si merita questo ed io non vorrei che a lui venisse fatto del male a causa mia. Non avrei mai permesso ai miei futili, ma allo stesso tempo giusti pensieri di lasciar andare via Paulo, perchè senza lui al mio fanco mi sentirei ancora di più uno schifo. Io lo amo veramente tanto, non sarei capace di dirgli addio, sarebbe come mettere fine alla mia vita. Si, sarebbe come la morte. Scesero e a quei passi alzai il mio sguaro verso di loro. "Amore mi disp" non lo feci finire di parlare. "Non preoccuparti, non l ho con voi." Ammisi prendendo la forchetta. Mi innervosii e il nervosismo molte volte fa chiudere lo stomaco, così incominciai a giocare con la forchetta. La lasciai facendo sì che al contatto con il piatto facesse rumore. "Non ho fame" ammisi alzandomi. "Devi mangiare" Disse Paulo. "Non ho fame" ribattei. "Cazzo finiscila di fare la bambina, siediti e mangia quella cazzo di pasta" Disse urlandomi contro. Un vuoto si impadronì di me, di quello piccolo spazio che c'è tra la costole e vicinissimo al cuore. Gli occhi mi incominciarono a bruciare e sbattei le mie palpebre lasciando che qualche lacrima bagnasse nuovamente le mie guance. Mi sedetti e incominciai a mangiare quel piatto di pasta. Bevvi un bicchiere d' acqua e dopo senza dire nulla mi alzai, mettendomi nel divano. Ero distrutta, distrutta dalla violenza di quel giorno. Ero riuscita a trovare la mia serenità, o almeno provavo a non pensare a quel giorno. Ma quell' immagina mi ha fatto sentire sbagliata per lui, sporca, colpevole di ciò che è successo, colpevole del suo dolore, del dolore di tutti coloro che mi vogliono bene. Salii in camera mia e mi presi una pillola che mi prescrisse il dottore. Mi sembrava di impazzire, passai il resto della giornata seduta nel divano tra le braccia di Paulo che mi accarezzava delicatamente i capelli. Quella sera andammo a dormire tutti alle 00:40, perché guardammo un film insieme.
Mi misi nel letto insieme a Paulo, con le sue braccia che mi stringevano a sè. Mi svegliai di botto mettendomi seduta nel letto.
Ora vi prego di ascoltare questa canzone mentre leggete, buon proseguimento.

Mi grattai la testa e mi girai, vidi Paulo che dormiva beatamente. Era così bello e dolce. Guardai l' orario erano le 4 di mattina e decisi di alzarmi.

Mi alzai lentamente senza fare rumore, mi misi il costume e aprii l' acqua della vasca. Uscii lasciando che la vasca si riempisse d' acqua calda e andai in camera da Alvaro. Aprii e lo vidi lì, la prima persona più importante. "Alvarito" Sussurrai al suo orecchio mettendomi accanto a lui "Piccola" Disse lui, odiavo il fatto che tutti mi dicessero che ero una bambina, ma per un ultima volta me lo lasciai dire da lui. "Ti voglio bene, sei sempre stato presente nella mia vita e sappi che lo sarò lo stesso nella tua, anche se un giorno non ci sarò più" Gli dissi per poi alzarmi lasciandolo dormire. Chiusi la porta guardandolo un ultima volta. Entrai in camera e Paulo stava ancora dormendo, mi avvicinai a lui e gli diedi un bacio. Un ultimo bacio sulle sue labbra. Andai in bagno dove chiusi la porta alle mie spalle. L' acqua scorreva e incominciò a sgorgare fuori dal bordo della vasca. "E' la cosa giusta da fare" Mi ripetei. Presi sei pillole e mi immersi nella vasca. Il mio corpo si liberò, buttai l' ultimo respiro soffocato dall' acqua. Tutte le cose cattive, negative se ne andarono. Ero libera. I miei polmoni chiedevano disperatamente di far arrivare loro aria, ma continuai a soffocare ogni respiro. Aprii i miei occhi e lo vidi. Vidi la porta aprirsi e lui correre verso di me. Tutta la forza che avevo la misi per spingermi al fondo della vasca continuando a soffocare. Mimai con le labbra sott' acqua "Ti amo" e vidi i suoi occhi inumidirsi. Stavo morendo così, tra le sue braccia. Mi lasciai andare. Riaprii un ultima volta i miei occhi e vidi una figura correre verso di noi, non riuscii a distinguere bene i lineamenti, ma ero sicura che fosse Alvaro. Sorrisi e guardai un ultima volta Paulo. Ero tra le sue braccia e non poteva esserci morte più bella.

"Le lacrime si versano sul tuo viso, promettimi che imparerai dai miei errori. Le lacrime si versano sul tuo viso ed io[......]"

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