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ARA

Durante questi mesi sono stata drogata e torturata da Matt e un dottore dell' ospedale. I miei occhi rimanevano chiusi mentre sentivo delle mani stringersi alle mie, mentre sentivo delle parole dolcissime da parte di tutti i ragazzi anche dal mister. Avrei voluto reagire, ma il mio corpo non lo permetteva ero paralizzata. Volevano fare del male a me e ci posso scommettere che il loro era anche un tentativo di non farmi mandare avanti la gravidanza. L' estasi stava per finire e insieme ad esso anche l' effetto che rendeva paralizzato il mio corpo. Aprii i miei occhi e vidi Matt. Incominciai ad urlare ed a dimenarmi dalle sue mani che cercavano di tenermi ferma e la gravidanza non facilitava le cose. Urlai più forte che potevo, ma le forze che mi rimaneva erano davvero poche. "Papà" Urlò Matt e quando entrò il dottore,che stava somministrando la droga con la siringa, capii che era suo padre. Vidi Paulo levarmi d' addosso Matt e Simone buttare a terra il dottori. Entrambi erano impegnati a picchiare i due uomini che mi maltrattarono per mesi. Mi levai gli aghi che avevo nelle vene del braccio destro e dei sensori che collegavano i miei battiti cardiaci alla macchina e quando li staccai fecero un suono assordante che mi costrinse a tapparmi le orecchie e subito un allarme chiamò i medici. La dottoressa si presentò preoccupata sulla soglia della porta e con lei Gigi, Alvaro, Paul e Claudio. I ragazzi mi sorrisero, ma smisero di farlo quando videro i compagni impegnati a picchiarsi che fermarono subito. La dottoressa si avvicinò a me ed io mi feci indietro portandomi le gambe al petto. Avevo paura. "Stai tranquilla, sono una vera dottoressa" Ammise accarezzandomi la pancia. "Come ti senti?" Mi chiese. "Bene" Balbettai. "Se vuoi andare a casa sei libera di farlo" Ammise. "Chiama la polizia" Ammise Simone "No, vi prego" Supplicò la dottoressa. "Se chiamate la polizia faranno chiudere l' ospedale ed io ho due figli da mantenere" Continuò. "Se non fosse stato per noi, lei non se ne sarebbe nemmeno accorta che era drogata" Ammise Paulo prendendomi in braccio. Il mio viso si appoggiò nell' incavo del suo collo ispirando il suo profumo, profumo di casa e di protezione. "Quasi cinque mesi di menzogne, di bugie" Ammise Simone arrabbiato. Matt e suo padre scapparono e Gigi e Claudio cercarono di fermarli. "Mi dispiace" Ammise la dottoressa "E' un ospedale pubblico chi la dovrebbe pagare, dato che è vostro diritto aiutare la gente" Sbottò Alvaro. "Andiamo" Disse Paul venendo verso me e Paulo. "Faremo causa, ma non su di lei e sul suo ospedale" Ammisi io con quel filo di voce che mi ritrovai. Stavo per diventare madre e chi meglio di me poteva comprendere la situazione della dottoressa. "Grazie" Ammise dispiaciuta. Alzai il mio sguardo scontrandomi con lo sguardo di Paulo e le lacrime incominciarono a rigarmi il viso. "Sei a casa" Mi sussurrò Paulo. Cinsi il suo collo con le uniche forze rimaste e ci dirigemmo fuori dall' ospedale. Ci mettemmo in macchina, Paulo guidava ed io ero tra le braccia di Simone che mi sorrise ed io ricambiai. "Grazie" Sussurrai. "Tranquilla" Mi disse stringendomi Simone. "Paulo" Disse Simone. "Penso che sia meglio per tutti che per qualsiasi cosa sia meglio portarla al Jmedical. Lì hanno tutto" Ammise. "Lo penso anche io" Ammise Paulo. Arrivammo a casa dove abbracciai e ringraziai tutti i ragazzi. "Vado a lavarmi" Ammisi. "Vengo con te" Disse Simone. Mi girai sorridendo e guardandolo con aria interrogativa, mentre Paulo lo fulminò con lo sguardo. "Vengo io" Disse Paulo raggiungendomi nelle scale "Vado da sola" Ammisi. Mi diressi in bagno dove mi privai di tutti gli indumenti che tenevano coperto il mio corpo e mi sprofondai nell' acqua calda della vasca. Dopo qualche minuti uscii asciugandomi e indossando indumenti puliti, mentre lasciai i capelli bagnati sciolti. Scesi dai ragazzi preparandomi una tazza di latte caldo e quando fù pronto mi sedetti nel divano, guardando il fumo del latte caldo evaporare e riscaldando le mie mani a contatto con il vetro della tazza che conteneva il liquido caldo. "Ehi" Disse una voce ed io mi girai osservando Simone scendere le scale per poi venirsi a sedere accanto a me. "Come stai?" Mi domandò ed io alzai le spalle continuando ad osservare la tazza. " Che pensi?" Mi domandò. Sorrisi spontaneamente. "Che penso" Dissi rifiutandomi di bere la tazza che finii di preparare qualche minuto prima e posandola sopra al tavolino. "Penso che sto vivendo male questa gravidanza" Ammisi. Il suo bracciò cinse entrambe le mie spalle facendo sì che la mia testa bagnata si poggiasse nella sua spalla nuda, dato che era privo di maglietta. "Spero che questo bambino sia di Paulo, perchè non so come reagirei" Ammisi. "Che fate?" Disse Paulo scendendo velocemente dalle scale. Sembrava preoccupato ed era strano. "Stiamo parlando" Ammisi ridendo. Paulo rivolse uno sguardo a Simone. "Che mi nascondete?" Chiesi alzandomi e guardandomi i due davanti a me.

HO VISTO CHE IL CAPITOLO PRECEDENTE HA AVUTO POCHI COMMENTI. CHE SUCCEDE? NON VI PIACE PIU' LA STORIA? VI STA ANNOIANDO? SE AVETE DEI CONSIGLI, IO LI ACCETTO VOLENTIERI.

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