Trentunesimo

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La porta si spalancò ed entrò mio padre con Allegri. "Che cazzo hai scommesso?" Disse mio padre urlando. Mi girai guardando Paulo che serrava i pugni con lo sguardo puntato su di me. "Che stai dicendo papà?" Mentii. Stava urlando davanti a tutta la squadra e mi stava mettendo in imbarazzo. "Con chi hai scommesso e cosa?" Domandò avvicinandosi. Mi faceva paura e forse perchè stavo per commettere qualcosa di cui mi sarei pentita o forse no. "Ho scommesso 10 euro" Dissi alzando lo sguardo "Non mentirmi" Ammise lui. Lo guardai "Papà ho scommesso 50 euro, c'è chi ne ha persi di più. Ora ti interessi a fare il padre?" Dissi urlandogli in faccia. Mi diede uno schiaffo, abbastanza forte da zittire ancor di più i ragazzi. E dopo ciò si girò andandosene e sbattendo la porta dello spoiatoio seguito dal mister. La mia mano si posizionò nella guancia arrossata e bollente a causa dello schiaffo, incominciai a sentire caldo e sentii i miei occhi bruciare. Alvaro che era dietro di me seduto si alzò e mi abbracciò. " Tranquilla" Mi disse accarezzandomi la schiena. Mi liberai da quell' abbraccio dirigendomi con rabbia verso l' uscita degli spogliatoi. "Aspetta" Disse Paulo alzandosi. Mi asciugai in fretta le guance bagnate e mi girai. "Puoi ancora rifiutare" ammise lui. "Non mi interessa. Lo voglio" Dissi guardandolo negli occhi. E quegli occhi non potevo guardarli per molto, perchè sarebbe successo una confusione immensa e così uscii dallo spogliatoio correndo verso l'uscita dello stadio. Se lo avessi guardato ancora negli occhi l' avrei baciato. Non potevo stare con lui. Tra me e Paulo era finita, ma forse non era mai inizata. Lui aveva Antonella ed io avevo il nulla. Arrivai all' uscita e vidi Gennaro dentro la sua auto e ci salii facendo unire le sue labbra con le mie e non era un bacio dolce, ma un bacio dato senza sentimenti. La sua mano incominciò a salire. Era ora di spegnere la mia umanità. Niente pianti, niente amore, niente gelosia, niente di niente. "È meglio che andiamo ho voglia di scoparti" Dissi sorridendogli maliziosamente. Abbassai il mio sguardo e notai la sue erezione. Premette sull' accelleratore e prima che potessi girarmi vidi con la coda dell' occhio una figura di qualcuno che conoscevo benissimo. Paulo. Durante il tragitto non scambiammo nessuna parola o almeno io. Arrivammo davanti casa e gli lasciai entrare la macchina nel garage. Chiuse velocemente la macchina e mi alzò facendomi sedere nel cofano della macchina, incominciò a baciarmi il collo e gemetti io. Non era un gemito dolce, ma di piacere. Piacere, niente amore solo piacere. "Andiamo in camera mia" Dissi scendendo dal cofano della macchina. Gli presi la mano e corsi davanti la porta che aprii con facilità. Salimmo sopra e chiusi la camera. Lui si spogliò e si buttò nel mio letto ed io mi spogliai sotto il suo sguardo. Mi misi in ginocchio e incominciai a farlo godere e successivamente facemmo il contrario. Esattamente ciò che successe in Spagna, ma quando lui stava per entrare lo fermai. Ora non dovevo fermarlo, dovevo lasciarlo fare. Entrò dentro di me ed io chiusi gli occhi lasciando che alcune lacrime scendessero lungo le mie guance. Quando finimmo ci sdraiammo entrambi nel letto. Ero messa a pancia giù, mentre che lui mi raccontava delle cose. "Sei bellissima" Disse guardandomi la schiena. La porta si aprì e quando mi girai per vedere chi fosse, vidi Alvaro e Paulo sulla soglia della porta.

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