Simone approfondii il bacio ed io non mi tirai indietro. Mi sfilò l' intimo facendomi rimanere nuda, le mie mani erano a contatto col suo corpo e scesi afferrando i bordi dei suoi boxer e una volta tolti completamente entrò. Questa volta non chiusi gli occhi per non guardare, era giusto così Paulo per la sua strada ed io per la mia, ma lo amavo ancora. I miei pensieri andarono proprio a lui causando il mio pianto. Simone si tolse e mi accarezzò la testa. "Che hai?" Mi sussurrò dolcemente. "Simo non so se ce la faccio" Dissi portandomi le gambe al petto. "A fare cosa?" Domandò. "A dimenticare Paulo" Ammisi. Lui mi osservò e dopo qualche minuto incominciò a parlare. "Ara hai bisogno di tempo" Ammise "Io ti aiuterò" Continuò. Sorrisi e lo abbracciai. Mi sentivo in parte in colpa nei suoi confronti, ma aveva la capacità di farmi vedere il mondo per come sta, di farmi capire che se realmente Paulo provava dei sentimenti forti non mi avrebbe mai tradito, ma l' ha fatto e questo avrebbe dovuto rispondere alla mia domanda e la mia domanda era la seguente "Paulo era quello che mi avrebbe resa felice?". Sono stati più i momenti brutti con lui che quelli belli a causa delle tantissime cose che mi succedevano, ma è anche vero che di tutte le cose positive che una persona possa fare si ricorda sempre l' unica che non ha fatto. Simone mi avrebbe aiutata a dimenticarlo, anche se solo al pensiero provavo più dolore e nella mia mente non c' era altro che la morte. Se fossi morta mille cose non sarebbero accadute.Spinsi violentemente Simone nella parte opposta del letto e mi ci misi sopra. Lo feci con Simone immaginando che fosse Paulo e tutto ciò era un gran sbaglio, non avrei mai voluto far star male una persona forte come lui.
Mi svegliai con la luce del sole e sbattei più volte le palpebre per abituarmi alla luce. Ricordai ben poco della sera passata, ricordavo solo che Paulo era nei miei pensieri. Mi voltai mantenendo il lenzuolo sopra il mio petto, ma non vidi nessuno. Mi alzai e mi misi l' intimo scendendo in cucina, era mattina presto e gli altri avendo fatto tardi la sera prima dormiva ancora. Arrivai in cucina e afferrai un mela e delle braccia cinsero il mio bacino, la mia pancia si poggiò sul marmo a causa del bacino di Simone che era dietro di me, premeva e sentii la sua erezione. Il suo respiro mi fece rabbrividire "Ti piace ancora" Ammise una voce che riconobbi subito. Mi scansai osservando Paulo in boxer davanti ai miei occhi. "Pensavo fossi Simone" Ammisi portandomi una ciocca di capelli dietro l' orecchio. "Pensavi fosse lui, ma speravi in me" Ammise togliendomi la mela dalle mani e mordendola. Mi sedetti sullo sgabello e mangiai un altra mela, mente lui si sedette di fronte a me. "Quindi ne sei innamorata" Ammise l' argentino con aria malinconica giocherellando con la mela nella sua mano. Diedi un morso alla mela e alzai il mio sguardo verso di lui. "Da cosa lo deduci" Chiesi. "Da come lo guardi" Disse osservando la mela. Il suo sguardo si alzò e i suoi occhi si incrociarono ai miei. "Lo guardi come se non esistesse nient altro al di fuori di lui" Ammise. Peccato che ogni volta che lo guardo dietro ci sei sempre tu, è il riflesso di ciò che provo per te. "Si" Mi limitai a dire. "Salgo, scusami" Dissi alzandomi. La sua mano afferrò il mio braccio e mi voltai per guardarlo un ultima volta. "Ti amo" Mi liberai della sua presa e salii non rispondendo alla sua affermazione.SCUSATE SE E' PICCOLO, MA QUESTO CAPITOLO L' HO DOVUTO CHIUDERE IN QUESTO MODO.
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•La mi joya•
RandomMio padre è il responsabile dell' area medica della Juve. Inutile dire che ho l' accesso ovunque, grazie alla grande amicizia di mio padre con Massimiliano Allegri, allenatore della Juve. Con tutti i giocatori della Juventus ho un buonissimo rapport...